SENZA PARTITI NON SI PUÒ FARE POLITICA di Sergio Romano

«Il mondo salvi il Kosovo» SENZA PARTITI NON SI PUÒ' FARE POLITICA LA seconda Repubblica rischia di cominciare con un «piccolo massacro degli innocenti». Muoiono, ancora prima di nascere, molti di coloro che si preparavano a combattere la battaglia elettorale del 27 marzo. Le ragioni sono probabilmente molte: errore umano, incapacità organizzativa, negligenza o cattiva lettura della legge. Ma è probabile che al di là delle cause contingenti questi primi, clamorosi incidenti di percorso rispondano a ragioni di carattere generale su cui occorre riflettere. La prima vittima della partitocrazia è il partito politico. Forse non abbiamo prestato sufficiente attenzione nel corso di questi mesi al fatto che i cattivi partiti hanno distrutto e screditato gli apparati politici che si erano andati ricostituendo in Italia dopo la caduta del fascismo. Abbiamo club, associazioni, forum, reti, patti, leghe e alleanze; ma non abbiamo con una eccezione, pds strutture politiche capaci di organizzare il consenso dei cittadini, di filtrare e armonizzare le loro diverse esigenze, di dare un senso generale agli interessi individuali. Abbiamo leader, tribuni, demagoghi, personaggi mediatici e qualche potenziale Caudillo. Ma con una eccezione (Occhctto) non abbiamo più «segretari» capaci di svolgere la funzione che la Costituzione assegna ai partiti. Per qualche mese lo spettacolo dei partiti morenti ha soddisfatto il nostro desiderio di rinnovamento. Oggi è tempo di chiedersi fino a quando possa sopravvivere una democrazia in cui esiste, di fatto, un solo apparato politico Sergio Romano CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA

Luoghi citati: Italia