«Le mani dei capi clan sulle spa dell'usura»

«Le mani dei capi clan sulle spa dell'usura» La denuncia del questore ai MartedìSera «Le mani dei capi clan sulle spa dell'usura» Sala gremita e raffica di domande per il questore Carlo Ferrigno che ieri sera è intervenuto ai MartedìSera dell'Unione Industriale. Sono venuti in tanti a sentire questo poliziotto che parlava sul tema «Vivere a Torino». E' comprensibile: non s'era mai visto un questore che lascia il palazzo di corso Vinzaglio per affrontare in pubblico temi di scottante attualità (droga e usura, immigrazione clandestina e regressione demografica) portando così una testimonianza, anche fisica, dell'attenzione dello Stato a questi problemi. Cinquantaquattro anni, sposato, due figli, il questore aveva come moderatore il presidente dell'Ordine dei giornalisti del Piemonte e della Valle d'Aosta Cesare Roccati. Dottor Ferrigno, dall'85 all'88 lei è stato a Torino come vicequestore vicario. Dopo avere diretto le questure di Novara, La Spezia e Messina, dal luglio del '92 è tornato in questa città. Come l'ha trovata? Cambiata? «Cambiata, sì. E molto diversa da come l'avevo lasciata. Anche allora attraversava una fase difficile, ma sentivo che la città era comunque viva, attiva, proiettata in avanti nella continua ricerca per migliorare se stessa». E non è più così? Torino è una città morta? «Non dico questo. Semplicemente avverto che è colpita in profondità da una crisi economica gravissima. E che è segnata dalla recessione demografica e aggredita da nuovi fenomeni di micro e macro criminalità». Si riferisce all'usura? «Anche. I miei collaboratori hanno registrato una recrudescenza, e sono impegnati in indagini che riguardano non solo casi isolati di strozzinaggio, ma gruppi della criminalità organizzata. Sono organizzazioni che, spesso dietro il paravento di società finanziarie, incassano cifre da capogiro con la violenza e l'intimidazione». Nel 1993 la questura ha raccolto appena 4 denunce. Non crede che si stia sopravvalutando il fenomeno? «No. E mi spiace non potere, per un segreto d'ufficio, scendere nei particolari. Posso però dire che si tratta di un'attività lucrosa e che questa è una piazza molto contesa. Non molto tempo fa capi della 'ndrangheta calabrese e della mafia siciliana sono saliti a Torino, dove hanno avuto un incontro per decidere come andava spartita la torta. Purtroppo sempre più persone si trovano nella condizione di non potere accedere al sistema creditizio tradizionale. Avendo bisogno di soldi, cadono nelle mani dei clan. Che praticano interessi che oscillano mediamente tra il 12 e il 15 per cento il mese e rovinano in poco tempo la vita a intere famiglie. E' un reato odioso». Un fenomeno, l'usura, che va ad aggiungersi alle altre emergenze emerse prepotentemente negli ultimi anni. Lo spaccio della droga, le guerre tra clan rivali... «Posso assicurare che l'attenzione della questura è massima. La città è battuta da un numero di volanti più alto che in passato. I commissariati hanno ripreso il controllo del territorio. Quanto alla criminalità organizzata, le recenti operazioni della Mobile contro i clan Nicotra, Carnazza e Ursini testimoniano il nostro impegno». Gianni Armand-Pilon Tema: vivere a Torino Droga, criminalità e immigrazione Il questore di Torino Carlo Ferrigno di scena ai MartedìSera all'Unione Industriale

Persone citate: Carlo Ferrigno, Carnazza, Cesare Roccati, Dottor Ferrigno, Gianni Armand-pilon, Nicotra, Ursini