Fauner quei 200 metri stampati nel cuore

4 UOM1NB D'ORO Fauner: quei 200 metri stampati nel cuore Ma alla premiazione fischi delpubblico e polemiche di Ulvang 4 UOM1NB D'ORO LILLEHAMMER ______ DAL NOSTRO INVIATO Maurilio De Zolt, 43 anni, di Presunaio di San Pietro Cadore, caposquadra dei vigili del fuoco; Marco Albarello, 33 anni, maresciallo degli alpini, di Aosta; Giorgio Vanzetta, 34 anni, di Cavalese, vicebrigadiere della Guardia di Finanza; Silvio Fauner, 25 anni, di Pieve di Cadore, carabiniere semplice: questi i quattro uomini d'oro che ieri hanno compiuto l'impresa indimenticabile. Tutti sposati. Hanno in tutto 8 figli. Un successo di gruppo: quattro atleti (che hanno fatto un voto: se vinciamo ci tingiamo i capelli color oro) e una decina fra tecnici e skimen. Non ci sono meriti maggiori, anche se tutti hanno voluto dedicare la vittoria al Grillo, campione senza età. «Abbiamo vinto - racconta Alessandro Vanoi, 40 anni, valtellinese, et della nazionale perché ci credevamo. E perché i norvegesi avevano paura. Ci spiavano da giorni, non capivano cosa avremmo fatto. Ma abbiamo vinto anche perché i ragazzi sono stati bravissimi, ognuno ha dato il massimo». E' modesto Vanoi. Ma è lui che tiene compatto il gruppo. E' lui che ha deciso la formazione giusta. «Per me - spiega De Zolt che ha almeno quattro giri del mondo sugli sci, cioè 160 mila chilometri in 17 anni d'attività - è stata dura fare il lancio. Ma è stata la mossa giusta. Li ho lasciati sfogare, per non riempirmi di acido lattico. Dopo 1500 metri ero sui primi e non li ho più mollati». Gli scandinavi gli chiedono se ha bevuto vino dopo la gara. «Sì, rosso. Ma non troppo. La Federazione mi controlla. Faccio ancora la 50 km domenica, poi la Vasaloppet, qualche gara di Coppa, i campionati italiani. Poi chiudo. Forse. Non me l'aspettavo: questo oro è bellissimo, il modo migliore perfinire. Forse». Albarello è sincero: «Abbiamo fatto tutti il nostro dovere, lo sono riuscito a recuperare 10", ma bisogna dire che Ulvang non era al massimo. Lui è fortissimo. Questi norvegesi, non ci hanno applaudito, non sono stati sportivi. Adesso starò a guardare. Sono soddisfatto, lascio a Polvara il posto nella 50 km. Se lo merita, per lui sarà l'ultima». Un al¬ tro bel gesto dell'alpino. Il taciturno Vanzetta racconta in poche parole la sua ["ara: «Ho provato a staccarli, ma erano scatenati. Così ho preferito stare con loro. Sapevo che Silvio ce l'avrebbe fatta». E Silvio non l'ha deluso. Ma è stata dura. «Daehlie, quando si è reso conto che non riusciva a lasciarmi indietro ha avuto paura. A circa un chilometro dal traguardo si è fermato. Siamo rimasti surplace come due ciclisti in pista. Io non volevo passare davanti. Dopo però lui ha ancora rallentato. Sono stato costretto ad andare in testa. Non ero preoccupato. Avevo studiato a lungo la volata. Per due giorni ero andato a vedere gli ultimi duecento metri, li avevo percorsi palmo a palmo, studiando tattica e percorso. Sapevo che se avessi preso due metri di vantaggio, difficilmente Bjorn mi avrebbe superato. Sinora in volata lui aveva battuto una volta rao c io lo avevo sconfitto in un paio di occasioni. Ma qui c'era l'oro olimpico al traguardo e non potevo sbagliare». Così è stato. «Volevo vincere per la Norvegia, per i tifosi - ha ammesso Daehlie - ma loro sono stati più forti. Forse abbiamo sbagliato qualcosa. Ma 6 troppo tardi». La premiazione è stata seguita in maniera fredda dal pubbblico, che ha anche fischiato gli azzurri. Ulvang ha accusato Albarello di scorrettezza: «Ha rotto il bastoncino di Kirvesniemi, l'ha fatto apposta». Ma l'azzurro ha replicato: «E' vero, è successo quando mi sono girato di scatto, ma è stato un incidente. D'altra parte, dovevo pur difendermi: quei due per non farmi scappare mi salivano continuamente sulla punta degli sci, rallentandomi nell'azione». [c. eh.] Lo sprint vittorioso di Silvio Fauner sull'asso norvegese Bjorn Daehlie

Luoghi citati: Aosta, Cavalese, Norvegia, Pieve Di Cadore