Christopher: russi, vi controllo di Foto Epa

Christopher: russi, vi controllo Christopher: russi, vi controllo «I Caschi blu dimostrino professionalità» ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ I TIMORI DELL'AMERICA WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un'uscita inusualmente brusca di Warren Christopher ha segnalato in modo molto preciso il fastidio con cui l'amministrazione americana vive il dispiegamento di truppe russe in Bosnia. «Ci rassicureremo che si comportino professionalmente - ha ammonito il Segretario di Stato -, altrimenti non continueranno a fare il loro lavoro per molto». Christopher ha fatto questa dichiarazione nel corso di un'intervista televisiva, dalla quale sono emersi altri particolari finora sconosciuti. Il capo della diplomazia americana ha raccontato che l'idea di dispiegare i russi è stata del generale Michael Rose, che comanda le truppe dell'Onu in Bosnia. L'Unprofor, come si chiamano i Caschi Blu nell'ex Jugoslavia, aveva bisogno di più uomini per controllare il ritiro delle armi da parte dei serbi in ossequio all'ultimatum della Nato. Così Rose ha fatto venire il battaglione di 400 paracadutisti russi dalla Croazia. «I russi sono arrivati - ha raccontato Christopher -, Rose li ha integrati tra le sue forze e io non ho pensato che potessero costituire un problema perché non sarebbero stati dispiegati nelle aree dove eventualmente sarebbero cadute le bombe». Mentre, appena informati dalla tv del dispiegamento russò (del quale non erano stati preavvertiti), gli uomini dell'amministrazione americana si erano sforzati di fare buon viso a cattivo gioco, Christopher ha gettato la maschera. Il contributo principale dei russi, secondo le sue parole, è quello di non aver costituito «un problema». In realtà devono esserlo ancora, se il Segretario di Stato li tira per la giacca, ammonendoli a essere «professionali». Non a caso il governo bosniaco ha protestato ancora ieri perché ritiene che la presenza dei russi a Grbavica sia «una provocazione». I musulmani, infatti, sostengono che i russi, sulla base di un'antica alleanza, favoriscano i serbi, creando per loro un robusto vantaggio. E' quello di cui, proprio a Washington, il primo ministro bosniaco Haris Silajdzic ha parlato con Christopher. Silajdzic ha avuto parole di apprezzamento per ltx Nato e i positivi effetti dell'ultimatum. E poiché i russi si attribuiscono grande merito per la tregua che da un paio di settimane regge a Sarajevo, il pri¬ mo ministro bosniaco ha detto: «E' la Nato che ha fatto il lavoro. Non penso affatto che i russi abbiano rubato il palcoscenico». Attraverso la sua portavoce, Bill Clinton ha fatto sapere ieri che intende trarre il massimo profitto dalla «spinta» creata dalla tregua. Cosa in¬ tende fare? «Qualunque cosa possa rivitalizzare il processo di pace», ha risposto ai giornalisti la portavoce Dee Dee Myers. Si è capito abbastanza chiaramente dalla conferenza stampa di lunedì che il Presidente non è molto favorevole a estendere l'ultimatum di Sarajevo alle altre cinque «zone protette» dell'Onu, attualmente sotto il controllo dei serbi. Teme sia una minaccia pericolosa, di quelle che non possono essere onorate per mancanza di mezzi. Clinton ritiene anche prematura la proposta del presidente francese Francois Mitterrand di trasformare Sarajevo in un protettorato dell'Onu. Secondo gli americani, fino a che le parti non raggiungono un accordo piuttosto solido, nessuno può ragionevolmente assumere il controllo della situazione. Per cui puntano tutte le loro carte, per il momento, su un primo accordo tra croati e musulmani, che isoli i serbi e li spinga a riprendere le trattative. Paolo Passarmi Doccia all'aperto per un Casco blu russo alla periferia di Sarajevo [foto epa]

Persone citate: Bill Clinton, Clinton, Dee Dee Myers, Francois Mitterrand, Haris Silajdzic, Michael Rose, Silajdzic, Warren Christopher

Luoghi citati: Croazia, Jugoslavia, Sarajevo, Washington