Lucia e il concorso impossibile fiori di plastica nei cannoni

Le colpe dei Tangentari e del popolo lettere AL GIORNALE Lucia e il concorso impossibile; fiori di plastica nei cannoni Un voto in cambio della speranza Quale scenario ci aspetta o meglio quale vogliamo tentare di realizzare? Ridistribuzione della ricchezza prodotta, sobdarietà, assistenzialismo, ammortizzatori sociali, pace sociale? Oppure, ferreo rispetto delle leggi di mercato, ricerca dell'efficienza con lo sguardo rivolto al domani, disposti a pagare oggi prezzi anche dolorosi per chi sta traghettando da un sistema ormai esausto a quello del futuro? Non passa giorno senza che i mezzi di comunicazione ci ripropongano, con infinite varianti, questo tema fondamentale ed angosciante e, del pari, non passa giorno senza che le dichiarazioni programmatiche dei partiti o dei raggruppamenti che tentano di raggrumarsi intorno ai resti dei partiti ci deludano per la pochezza e la genericità del loro dire e disdire. Bisognerà pur prendere posizione, non ci mancano certamente gli esperti, i futurologi, bisognerà dire alla gente... «abbiamo previsto, sia pure in termini probabilistici, di percorrere questo cammino, troveremo queste difficoltà, occorreranno questi tempi e questi sacrifici». Nulla spaventa l'uomo più dell'incertezza e dell'ignoto. Ma nel presente non c'è proprio nulla da tentare? Ad esempio esistono o non esistono alcune decine di migliaia di miliardi stanziati per opere che non decollano perché nessuno ha più il coraggio di indire appalti onesti e corretti dopo la tragedia della corruzione eletta a sistema? E' vero che in Italia con il rilancio dell'apprendistato e un'opportuna legislazione a sostegno del l'artigianato si potrebbero ricreare migliaia di posti di lavoro per giovani da trasformare da disoccupati, più o meno assistiti, in contribuenti produttori di ricchezza? La diffusione del lavoro part-time, oggi concesso con parsimonia nelle aziende, non potrebbe essere un aiuto per ridurre la disoccupazione giovanile? Provvedimenti non impossibili come quelli citati avrebbero un ef¬ fetto moltiplicatore sulla domanda interna e, di conseguenza, sulla produzione dei beni contribuendo, almeno un po', all'avviamento di un ciclo virtuoso. Lungi da me l'idea di saper suggerire la quadratura quanto mai ardua del cerchio, ma da uomo della strada e da elettore disorientato mi piacerebbe che qualcuno mi parlasse e si impegnasse in questi termini e su questi temi nel momento in cui sollecita il mio voto. C'è speranza? Luciano Barone, Torino Un grande marasma respinge i candidati Travolli come siamo da processi, scandali, storie di rovine politiche, economiche e di ogni altro genere, forse perdiamo di vista il vivere quotidiano di una gran massa di gente che tenta nella grande bufera di ricavarsi il suo spazio di tranquillità. E registra sulla sua pelle gli esiti del grandi; marasma, ma anche violenze sottili e minute perfidie che fanno tanto male ma che non vengono raccontate. Ecco un esempio: Lucia, anni 33, diploma di personale paramedico, nell'anno 1991 fa domanda per partecipare a un concorso presso una Usi di una città distante dalla sua circa 300 km. Dopo lunga attesa giunge la chiamata per la prova scritta: 28/5/'93. Superata. Attesa per la prova pratica. Data della prima convocazione: 19/10/93. Tre giorni prima giunge un telegramma con avviso di rinvio. Seconda convocazione per il giorno 12/l/'94. Nervosismo, preparativi di partenza, prenotazium,' di albergo, partenza. Per raggiungere la citta sode di esame, bisogna cambiare treno. Partono in due, due candidate. Nella stazione di sosta per il cambio di treno, l'altra vieni chiamata attraverso l'altoparlante. Un familiare le fa sapere che un telegramma, giunto dopo la sua partenza, annuncia un altro rinvio della prova. E Lucia? Telefona a casa. Nessun telegramma. Che fa? Prosegue il viaggio? Si ferma. Intanto perde la coincidenza. Ri- telefona a casa. E' giunto anche per lei il telegramma. E cosi tornano insieme, intorno alla mezzanotte; avventura finita. «Non faccio più concorsi» dice Lucia. Perché tante complicazioni? Fino a qualche tempo fa si trovava lavoro solo con un sapiente appoggio: erano le regole del gioco. Oggi finalmente ci sono i concorsi, ma le dif¬ ficoltà sono tali da scoraggiare i più tenaci. Fa parte del gioco anche questo? Si fa presente che i dati delle persone oggetto di questa storia sono stati volutamente omessi per ragioni di opportunità, ma che sono a disposizione di chi volesse approfondire la conoscenza del caso. Antonietta Mancini, Bari L'orchidea può costare meno dell'argento Ho letto l'articolo di Nico Orengo, sulla prima pagina de La Stampa del 14 febbraio. L'argomento da cui si parte è di per sé singolare, se merita lo sforzo lavorativo di chi scrive su un giornale, e la singolarità offre inevitabilmente il fianco a spunti polemici. Non sarò certo io ad appoggiare la proposta dei fioristi statunitensi di spostare e/o allungare la festa di S. Valentino ancorché duramente contrastata dal maltempo (anche se credo dettata soltanto dalla speranza di far quadrare un bilancio troppo magro in tempi già smilzi). Ma il punto è che dentro di me, che, vivendo da sempre in una famiglia di fioristi, tale sono onorato di sentirmi anche se solamente per osmosi, è scattato un meccanismo automatico quando ho sentito affrontare questo tema con l'acrimonia e le zavorre psicologiche tipiche di chi «ignora». Non vendiamo ed i nostri colleghi di tutto il mondo non vendono cose che somigliano più a surgelati che a invenzioni della natura, vendiamo invenzioni del lavoro delle persone e della natura. E profumano di rugiada e di sole. Fiori coltivati con amore e fatica da uomini e donne che hanno strappato la terra all'incolto, all'improduttivo allo strapiombo roccioso (per buona parte di quelli provenienti dalla Liguria). I nostri fiori durano a lungo e trasmettono sensazioni che vanno al di là delle nostre cognizioni temporab. Quanto alla colazione da Tiffany, ahimè, non ho mai avuto la possibilità di parteciparvi, come penso la maggioranza dei lettori del giornale, ma sono intimamente convinto che per essere economico come qualche comune orchidea, il «cuoricino d'argento» dovrà essere di molto cuoricino e poco argento, come potrà constatare in una qualsiasi oreficeria anche senza volare a New York. Le considerazioni di Orengo, distanti dal vero per quanto riguarda la natura, le qualità, i costi di ciò che con impegno e serietà riusciamo a rendere accessibile a tutti, insinuano il dubbio che egli non sia un assiduo frequentatore di fiorerie. Probabilmente opterà (consigliando tale comportamento) per i «doni alternativi», oppure per i più parsimoniosi carezza e bacio sotto la neve. Grazie a coloro che ascolteranno i suoi consigli, forse un giorno finalmente non ci saranno più fiori come^olli in batteria e la gen¬ te potrà mettere nei cannoni (che saranno sempre di moda) dei fiori di plastica. Franco Sartorelli, Chieri Lo sfogo dell'ori. Barbera Trovo scorretto che alcune confidenze ad un gruppetto di amici in «Transatlantico» si siano trasformate nell'articolo di Minzolini in una sorta di conversazione-intervista con lo stesso Minzolini, pubblicata il 19 febbraio. on. Augusto Barbera (pds) L'on. Barbera giovedì scorso si è lasciato andare ad uno «sfogo» davanti a me e ad altre persone. Io l'ho riportato nell'articolo e l'interessato mi deve dare atto che non ho aggiunto o tolto niente alle sue parole. Se ho poi violato la sua proverbiale discrezione, l'ho fatto solo per amor di verità. [au. min.] «Guidi non mi parlò di una scelta di campo» Ho letto l'intervista rilasciata dal dott. Antonio Guidi alla Stampa del 21 febbraio. Tengo soltanto a precisare che contrariamente a quanto scritto, il dott. Guidi non mi ha mai edotto delle sue intenzioni di compiere una «scelta di campo» come quella da lui effettivamente assunta e non ha quindi avuto l'occasione di intrattenermi sulla «demagogia del sindacato». Questo per la semplice verità dei fatti. Bruno Trentin, Roma segretario generale Cgil Incisioni di Chagall in mostra a Trento Le incisioni di Marc Chagall dedicate a Gogol, esposte fino al 5 marzo alla galleria «Improvvisazione I»), sono in mostra a Trento e non, come erroneamente indicato in una notizia pubblicata ieri, a Roma.

Luoghi citati: Bari, Chieri, Italia, Liguria, New York, Roma, Torino, Trento