Lucia e il concorso impossibile; fiori di plastica nei cannoni di Oreste Del Buono
Lucia e il concorso impossibile; fiori di plastica nei cannoni RISPONDE O.d.B. Egregio Del Buono, se questa lettera dovesse essere pubblicata sono più che certo che riscuoterebbe il dissenso della maggior parte dei lettori e le loro vibrate proteste. E temo che anche in questa circostanza io e lei non si sia sintonizzati sulla stessa lunghezza d'onda. Ma tant'è! Ho imboccato una strada e non fosse altro per coerenza non posso che continuare a cercare di arrivare fino in fondo o almeno fin dove mi sarà possibile arrivare. Mi è venuto il dubbio, più che fondato, che la gente dalle mie lettere mi consideri un acerrimo nemico dei Tangentari... ing. G. Bordoni, Torino GENTILE Ingegnere, mi pare giusto il suo scrupolo, ma essendo la sua lettera troppo lunga per la misera capienza di questo contenitore, posso (debbo) limitarmi a riassumerla in qualche modo. Intanto, voglio dirle subito che quello che lei mi dice non mi sorprende affatto e che mi rendo perfettamente conto che le sue ultime sfuriate contro coloro che chiama Tangentari erano solo una parte del suo scontento proprio per ragioni di spazio. Prima che passasse a occuparsi di Tangentopoli, lei aveva, infatti, a più riprese rimproverato chiunque si lamentasse per l'eccessiva tassazione o comunque per la condotta del governo, non solo sostenendo l'equità delle tasse, ma anche la colpevolezza totale del popolo italiano. Quindi, se ha trattato di Tangentopoli, è suat- Le cdei Tane del p olpe gentari opolo solo per completare il suo discorso sulle nostre malefatte e per denunciare Tangentopoli come «magari la più macroscopica e la più evidente» conseguenza «del comportamento di un jxipolo, di una nazione in quasi mezzo secolo della sua Storia». Lei dice che «non è certo mettendo alla gogna tutti i personaggi illustri o, chissà poi perché, eccellenti apparsi alla ribalta della corruzione in questi ultimi due anni, anche se ne sono più che meritevoli, che riusciremo ad uscire dal tunnel». Quanto a Tangentopoli in sé e per sé, lei afferma «io non l'avrei fatta nascere, tanto più che i panni sporchi si lavano in famiglia, ma se era destino che dovesse nascere, l'avrei gestita diversamente, valutandone in anticipo le conseguenze. Non mi sarei fatto prendere la mano, come è accaduto in pratica, e soprattutto mi sarei preoccupato per prima cosa di stroncare il malvezzo a partire da... domani, con galera pesante, dura, senza sconti di sorta per i futuri tangentari. E per l'ieri? Autodenuncia e restituzione spontanea degli illeciti profitti e per furbastri e smemorati galera come sopra...». Gentile Ingegnere, capisco di aver tagliato troppo, ma forse basta almeno per scongiurare un dubbio sulla sua coerenza. Oreste del Buono Le colpe dei Tangentari e del popolo
Persone citate: Del Buono, G. Bordoni, Gentile Ingegnere
Luoghi citati: Torino
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