Opera di Roma travolta dagli scandali

Chiesto il rinvio a giudizio anche per il sovrintendente che annuncia: me ne vado Chiesto il rinvio a giudizio anche per il sovrintendente che annuncia: me ne vado Opera di Roma travolta dagli scandali «Supercompensi», nei guai il tenore Carreras ROMA DALLA REDAZIONE La richiesta di dimissioni da parte del sindaco e quella di rinvio a giudizio da parte del magistrato sono arrivate quasi contemporaneamente. E stretto nella morsa, Giampaolo Cresci ha annunciato che lascerà la sovrintendenza del teatro dell'Opera di Roma. «Consegnerò nei prossimi giorni le dimissioni al sottosegretario Maccanico - ha spiegato ieri Cresci -, devo prendere atto di questa richiesta urgente che mi rivolge il sindaco. Argomenti giuridici e rispetto degli accordi sono ben poca cosa di fronte all'attuale richiesta». In effetti Francesco Rutelli, il sindaco, era stato chiaro: «Nessun indugio è più consentito al sovrintendente Cresci, abbiamo pazientato già troppo a lungo. I conti sul dissesto del teatro dell'Opera emergono ogni giorno con maggiore brutalità, la stagione di Caracalla è travolta dalle inadempienze del passato». E an- cor più chiaro è stato, nelle sua richiesta, il sostituto procuratore della Repubblica Filippo Laviano, che vuole mandare a giudizio Cresci insieme ad altre 21 persone per il reato di abuso d'ufficio. Insieme a quello del sovrintendente dell'Opera, fra gli altri, c'è anche un nome illustre nella «lista nera» stilata dal magistrato: il tenore José Carreras. Nell'estate del '92 il cantante lirico spagnolo avrebbe ricevuto, secondo l'accusa, un pagamento totale di 150 milioni di lire per un recital rispetto al quale il cachet era fissato in un massimo di 30 milioni di lire, «non suscettibile in alcun caso di aumento» secondo il tariffario dell'Anels. Per pagare l'eccedenza del compenso a Carreras, sempre stando alla ricostruzione del pubblico ministero, ci fu una delibera che faceva figurare fittiziamente la differenza come sponsorizzazione. Ma ci sono altri episodi contestati a Cresci. Per esempio i contratti di collaborazione stipulati con tre persone (totale di spesa, 203 milioni) per compiti e funzioni che erano già svolte da personale interno all'Ente. Oppure il pagamento di 27 milioni per corsi d'inglese a personale che non ne avrebbe avuto bisogno. E ancora, i 51 milioni pagati alla società «Italart» per un progetto di «Aida a New York» mai realizzato, e i 20 (sempre alla «Italart») per la trasferta in Tunisia di tre solisti, senza preventivi e impegni di spesa. I preventivi e la «valutazione di congruità della cifra richiesta» mancavano anche per i 316 milioni spesi per il noleggio e l'assicurazione di tappeti. Per l'appalto della ristrutturazione di una parte dell'immobile dell'Opera, invece, secondo il magistrato dell'accusa è mancata «qualsiasi procedura concorsuale per la scelta dell'appaltatore e ogni previsione di spesa»; eppure la «Tecnorama» ha incassato, per i lavori, oltre un miliardo di lire. E sempre con lo stesso metodo, cioè senza concorso e previsioni di spesa, sono stati pagati alla so¬ cietà Gdc un miliardo e 547 milioni di lire per la realizzazione di locandine e volantini. Di tutte queste contestazioni del magistrato, Cresci non parla nelle dichiarazioni fatte ieri a spiegazione delle sue dimissioni. Il sovrintendente dell'Opera si difende invece dalle accuse riguardanti il deficit dell'Ente. Cresci si chiede come mai ci si stupisce ora di «certe cose» quando, afferma, il teatro è commissariato da 14 mesi e «i commissari hanno sempre informato il Comune e i ministeri interessati della insufficienza delle risorse e del disavanzo di gestione». Quanto al ritardo della stagione di Caracalla, aggiunge il sovrintendente, lui non ha «ovviamente responsabilità». Il sub-commissario del sindaco, Vittorio Ripa di Meana, commenta così le dimissioni di Cresci: «Almeno in quest'occasione ha agito nell'interesse del teatro, di cui si consentirà finalmente un ricambio profondo delle persone e dei metodi di gestione». Sopra, il tenore José Carreras A sinistra, il sovrintendente dell'opera Paolo Cresci con Arnaldo Forlani e, a fianco, insieme alla cantante lirica Ghena Dimitrova

Luoghi citati: New York, Roma, Tunisia