Il pizzicotto al seno vale una multa
li pizzicotto al seno vale una multa Lo studente che aveva molestato un'amica dovrà pagare 600 mila lire li pizzicotto al seno vale una multa Giudice di Ancona: non è un atto di libidine ANCONA. Dare un pizzicotto al seno di una ragazza non rappresenta un atto di libidine, bensì una molestia personale. Lo ha stabilito, con una sentenza a sorpresa e derubricando il primo reato, la corte di appello di Ancona, chiamata a giudicare un venticinquenne di Macerata, Paolo Martinelli. Il giovane, in primo grado davanti al giudice per le indagini preliminari, era stato condannato ad un anno di reclusione. La pena stavolta è stata ridotta a due mesi e venti giorni, ma è soltanto relativa alla resistenza e all'oltraggio nei confronti dei carabinieri in borghese che lo avevano fermato. Per la molestia ha dovuto pagare invece un'ammenda di 600 mila lire. Dietro questa sentenza destinata probabilmente a fare letteratura in materia e, sicuramente, a scatenare un mare di polemiche, c'è l'abilità dell'avvocato difensore dello studente. Il legale Pasquale Callea è riuscito a dimostrare in aula e, soprattutto a convincere i giudici, che il proprio assistito, stringendo fra le dita il seno della donna, una studentessa greca, lo ha fatto in modo «fulmineo» e senza indugiare in gesti «lascivi», a dimostrazione del fatto che non era intenzionato a soddisfare la propria «libido». Ma, soprattutto, non avrebbe potuto «eccitarsi» ha spiegato davanti a una platea esterefatta ma anche divertita. «Non avrebbe potuto eccitarsi - ha spiegato il legale - per una semplice ragione: la giovane studentessa si è subito divincolata, impendendo dunque alla libido del Martinelli di sfogarsi». L'episodio risale all'estate scorsa, teatro una discoteca. Paolo Martinelli, «fulminato» dalla studentessa greca, aveva allungato le mani. Una mossa che alla giovane non era proprio piaciuta. Ne era nata un'accesa discussione ed erano intervenuti due carabinieri in borghese che avevano invitato Martinelli ad uscire. Un consiglio che al giovane non era piaciuto tanto che aveva inveito contro i militari. Finendo così in un rapporto all'uatorità giudiziaria. Adesso la sentenza, con una condanna destinata a far rumore. (j. p.]
Persone citate: Callea, Giudice, Martinelli, Paolo Martinelli
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