«Ho ucciso per gli antiabortisti»

L'assassino di un medico accusa i movimenti per la vita Usa L'assassino di un medico accusa i movimenti per la vita Usa «Ho ucciso per gli antiabortisti» Processo nel Texas: ero plagiato WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sono state applicate misure di sicurezza eccezionali attorno al tribunale dell'Escambia County dove è iniziato ieri il processo per omicidio di primo grado a Michael Griffin. L'uomo, un trentaduenne ex operaio di un impianto chimico, svuotò un caricatore nella schiena del dottor David Gunn all'ingresso posteriore di una clinica per donne di Pensacola, una cittadina collocata all'estremità occidentale della Florida. Gunn era un abortista convinto e praticava interventi in parecchie cliniche del Sud, compreso il Women Medicai Services di Pensacola. Griffin era un attivista del movimento antiabortista «Operation Rescue» e, consegnandosi alla polizia, rivendicò subito l'omicidio come un atto umanitario che avrebbe salvato la vita a molti bambini. Dopo quasi un anno di prigione, Griffin ha cambiato linea e una vicenda che ha già gravemente danneggiato il movimento antiabortista potrebbe determinare la sua fine. Quando venne arrestato, Griffin, oltre a proclamarsi felicemente colpevole, rifiutò un avvocato e annunciò di volersi difendere da solo. Disse anche che non si sarebbe mai dichiarato infermo di mente per tentare di schivare la pena di morte, che è quanto effettivamente rischia. Ma il tempo passato in prigione ha consentito a Griffin di riflettere e di vedere le cose sotto un altro angolo. Sono arrivati gli avvocati. Nel corso dell'udienza preliminare, svoltasi la scorsa settimana, gli avvocati Robert Kerrigan e Bill Edins hanno annunciato la loro intenzione di dimo¬ strare la temporanea infermità mentale del loro cliente al momento dell'omicidio. E hanno sostenuto che lo stato confusionale in cui si trovava Griffin era l'effetto di un bombardamento di truce propaganda a cui era stato sottoposto: video-cassette con feti squartati, manifesti di medici con le mani grondanti di sangue, sermoni apocalittici. Insomma: un vero e proprio lavaggio del cervello condotto da «Operation Rescue», che avrebbe prodotto «rabbia e allucinazioni» nella mente di Griffin, tanto da spingerlo all'insano gesto. E Kerrigan ha lasciato in¬ tendere che non esclude anche un altro approccio parallelo: insinuare che qualcun altro ha sparato e che Griffin si è autoaccusato in preda a sensi di colpa e a esaltazione mistica. Se gli avvocati di Griffin non stanno facendo altro che il loro usuale lavoro, la vicenda può avere delle conseguenze per nulla usuali. Quando il dottor Gunn, che oltre a essere stato colpito alle spalle era anche paralitico, cadde privo di vita in una pozza di sangue, i dirigenti di «Operation Rescue» cercarono di scindere le responsabilità. Ma a parte il fatto che erano proprio i loro attivisti che in quel momento stavano stringendo d'assedio la clinica per donne di Pensacola, parecchi di loro non nascosero la loro gioia per la «giusta punizione» toccata al dottor Gunn. Nelle settimane precedenti, in numerose città degli Stati Uniti, si erano svolte manifestazioni antiabortiste che erano culminate in veri e propri atti terroristici, distruzioni di materiale medico, intimidazioni. Lo stesso gruppo a cui apparteneva Griffin aveva fatto stampare un manifesto raffigurante Gunn con le mani sporche di sangue e la scritta «wanted». In seguito al suo omicidio, lo Stato della Florida approvò una legge che istituiva una zona di sicurezza attorno a ogni ospedale, vietata ai manifestanti. Gli antiabortisti si rivolsero alla Corte Suprema dello Stato, ma vennero respinti. Perdipiù, un mese fa, la Corte Suprema federale, con un'altra sentenza, ha decretato che i gruppi di protesta che invadono cliniche, le bloccano, intimidano medici e malati, possono essere condannati come violatori dei diritti dei pazienti in base alla legge contro il «racket». Sono stati due brutti colpi per «Operation Rescue» e gruppi affiliati. Adesso, se la tesi degli avvocati di Griffin venisse accolta, gli antiabortisti potrebbero essere accusati di istigazione all'omicidio tutte le volte che un medico subisce minacce. E, mentre comincia il processo, i giornali della Florida informano a grossi titoli che John Burt, il direttore regionale di «Operation Rescue», è un ex membro del Ku Klux Klan diventato fanatico religioso. Paolo Passarmi

Persone citate: Bill Edins, David Gunn, Gunn, John Burt, Kerrigan, Michael Griffin, Robert Kerrigan

Luoghi citati: Florida, Stati Uniti, Texas, Washington