I faccendieri dell'Aldilà di Ferdinando Camon

Gli statali sotto torchio Scandalo trapianti, nei cadaveri biglie di vetro al poste i- li occhi I faccendieri dell'Aldilà collaudare le armi: immagino i tecnici che si curvano sul foro aperto dalla pallottola, lo misurano infilandoci un'asticella, controllano la slabbratura d'entrata e quella di uscita. Maggiore è il danno, migliore è l'arma. A Torino ai cadaveri rubavano non solo collane e orecchini, ma anche capsule d'oro. Con una pinza. Si davano appuntamento in due o in tre, di notte, uno portava la pila e uno la pinza: luce in bocca, individuazione del dente d'oro, estrazione, «tieni la testa, devo tirare più forte». In Germania li usano anche per il crash-test: «A cento all'ora il fegato resiste, lo sento con la mano, proviamo a 130». Dunque, il cadavere come corpo da sbranare, l'umanità come una muta di cani che si tuffa dove sente l'odor della carne da arraffare. Per salvare il cadavere dai cani, l'umanità ha instaurato il rito della sepoltura. Per il Foscolo è da lì, dal culto dei morti, che è na ta la civiltà. Per punire un nemica della patria non c'era miglier vendetta, per i greci, che lasciarlo DUNQUE è vero: a Roma i morti veni ./ano sepolti dopo che gli erano stati cavati i bulbi oculari, di nascosto dai parenti, e che gli era stato infiltrato sotto le palpebre un bulbo di vetro. Ieri se n'è avuta la prova: sono state riportate alla luce quattro salme sospette, in un cimitero, e con una breve pressione sotto le palpebre, i bulbi posticci sono schizzati via: sotto non c'era niente, tutto vuoto. Erano stati i parenti a dare il via alle riesumazioni; alcuni di loro s'eran accorti che dagli occhi chiusi del loro morto uscivano, poco prima della sepoltura, rivoli di sangue: che succedeva? Il cadavere piangeva? In Germania i morti li usano come sagome da bersaglio, per insepolto. Antigone copre di polvere il corpo del fratello, per dargli pace nell'aldilà, pur sapendo che per questo gesto sarà murata viva. Goethe la chiama «la più sororale di tutte le creature». Adesso che non c'è la guerra delle armi ma la guerra degli affari, i morti vengono inseguiti nell'aldilà, dove per due millenni e mezzo sono stati protetti dalla religione e dalla civiltà, vengono riportati un attimo di qua, squartati, ispezionati brano a brano, quel che è buono si tiene e il resto si butta via. A Roma stan cercando di vedere se da quei cadaveri han prelevato altri organi. Finiremo col pagare ronde di vigilanti, che girino attorno ai cimiteri, palla in canna. O col far tornare i cimiteri attorno alle chiese, sotto gli occhi del villaggio. O meglio ancora col seppellire i morti nel cortile. E ogni tanto, al minimo rumore, aprire la finestra, per darci un'occhiata. Ferdinando Camon SERVIZIO A PAG. 14

Persone citate: Foscolo, Goethe

Luoghi citati: Germania, Roma, Torino