Crostacei in salamoia

I/ARTEMIA SALINA I/ARTEMIA SALINA Crostacei in salamoia BEN poche specie animali riescono a vivere negli stagni salati dove la salsedine è dieci volte superiore a quella del mare. Fra queste la più resistente è indubbiamente l'Artemia salina, un minuscolo crostaceo lungo da un centimetro a un centimetro e mezzo, ben noto perché le sue piccole uova brune sono il mangime ideale per i pesci d'acquario. Il peggior pericolo che minaccia gli animali in un ambiente acquatico supersalino è la disidratazione. Per effetto della pressione osmotica, infatti, l'acqua salata tende a estrarre l'acqua contenuta nel corpo dell'animale. Ma l'Artemia salina è racchiusa in una corazza o esoscheletro, come si dice in gergo tecnico, assolutamente impermeabile. In questo modo il pericolo della disidratazione è scongiurato. Inoltre l'Artemia ha la capacità di espellere l'eccesso di sale, che inevitabilmente ingerisce insieme con il cibo, attraverso le appendici a forma di lamina che possiede sulle prime dieci paia di zampe. La cosa più straordinaria di questo crostaceo lillipuziano è il fatto che da milioni di anni si riproduce esclusivamente per partenogenesi. Si succedono cioè ininterrottamente generazioni di sole femmine. L'assenza di riproduzioni sessuate e del conseguente apporto di geni maschili farebbe supporre un'esasperante monotonia di individui tutti uguali, che si succedono per clonazione da una generazione all'altra. E invece, stranamente, non è così. Il biologo Robert A. Browne della Wake Forest University (Carolina del Nord), che ha studiato l'Artemia salina negli stagni salati della Camargue, ha trovato sessanta ceppi genetici differenti l'uno dall'altro. E allora sorge spontanea la domanda: come si spiega che la popolazione di Artemia sia così variabile? Si è notato inoltre che mentre le artemie saline del Vecchio Mondo si riproducono per partenogenesi, quindi asessualmente, quelle del Nuovo Mondo si riproducono invece sessualmente. Perché questa differenza? Per rispondere a questi interrogativi, Browne ha condotto una ricerca nel delta del Rodano, dove esistono un centinaio di lagune di dimensione, profondità e salinità diverse, che offrono l'ambiente ideale per studiare l'Artemia salina. I piccoli crostacei prosperano soprattutto negli stagni dove l'alta salsedine rende la vita impossibile ai pesci, loro principali predatori. Molti laghi salati si prosciugano nella stagione secca per mesi, ma possono rimanere asciutti anche per anni. Ci sono parecchie specie di Artemia che sono in grado di sopravvivere in condizioni ambientali così ostili, grazie alla loro capacità di produrre larve di due tipi. Mentre normalmente, se c'è acqua a sufficienza, producono larve che si sviluppano regolarmente, se l'acqua viene a mancare producono larve capaci di arrestare il loro sviluppo. In tal modo l'embrione viene incapsulato in una cisti che rimane in uno stato di vita latente, la cosiddetta criptobiosi, per tutto il tempo che occorre. Salvo a riprendere lo svi¬ luppo quando le condizioni ambientali lo consentono. Durante i recenti scavi per la ricerca petrolifera nel Grande Lago Salato, sono state ritrovate sepolte in profondità cisti di Artemia vecchie di diecimila anni. La cosa più straordinaria è che alcune di queste cisti - poche per la verità - erano ancora vitali e, messe in acqua, hanno ripreso lo sviluppo. Le cisti rimangono vive anche quando vengono mangiate dagli uccelli, specie dai fenicotteri che frequentano i laghi salati. Attraversano intatte il lungo intestino e vengono emesse insieme con le feci, contribuendo in questo modo a una larga diffusione delle artemie da un lago all'altro. Si è notato che nelle località dove convivono specie sessuate e specie asessuate, le specie sessuate si moltiplicane nei freddi mesi invernali, mentre quelle partenogenetiche si moltiplicano in estate quando fa più caldo, l'evaporazione è maggiore e aumenta la salinità del lago. Tutte le forme partenogenetiche vengono riunite nell'unica specie Artemia parthenogenetica. La metà circa di queste artemie asessuate sono poliploidi, cioè posseggono tre o più serie di cromosomi anziché due come la maggior parte degli organismi (uomo compreso), invece che diploidi. La poliploidia è una condizione relativamente rara nel mondo animale (mentre è abbastanza comune in quello vegetale). Avendo un maggior numero di cromosomi, le cellule degli organismi poliploidi sono più grandi di quelli diploidi e più grandi sono quindi anche gli animali. La cosa curiosa è che alcune artemie partenogenetiche diploidi possono generare figli geneticamente diversi sia dai genitori sia tra di loro. Usando un trucco genetico noto con il nome di "automixaggio" riescono a compensare l'assenza di una riproduzione sessuale. Pur non dando origine a tanta variabilità genetica come la combinazione sessuale, l'automixaggio rimescola il materiale genetico, producendo una considerevole variabilità. Nelle sue ricerche di laboratorio e sul campo, Browne, come si è detto, ha scoperto che questa ricombinazione genetica può dare origine ad almeno sessanta genotipi diversi, ciascuno dei quali ha le proprie modalità di vita. Alcuni genotipi, ad esempio, producono un'alta percentuale di cisti, altri producono embrioni che si sviluppano regolarmente senza formare cisti, alcuni sono adatti alle alte temperature e alla salinità elevata, mentre altri sono più adatti agli stagni più freddi, dove più bassa è la salinità. Secondo i genetisti Alberto Abreu-Grobois e James Beardmore dell'University College di Swansea (Galles), che hanno studiato la filogenesi delle artemie partenogenetiche, sembra che il ramo asessuale si sia distaccato da quello sessuale 5,6 milioni di anni fa. Se questo dato è sicuro, l'Artemia salina asessuale che vive nel Vecchio Mondo sarebbe la più antica specie animale che ha fatto a meno del sesso. Isabella Lattes Corfmann Negli stagni salati, dove la salsedine è Iprospera l'Artemia salina, un piccolo cr O volte superiore a quella del mare, ostaceo lungo appena un centimetro

Persone citate: Alberto Abreu-grobois, Browne, Isabella Lattes, James Beardmore, Robert A. Browne, Vecchio Mondo

Luoghi citati: Galles