Per bibliofili ex libris da Durer a fine ottocento

Per bibliofili Per bibliofili ex libris da durer a fine ottocento D ELIZIA del bibliofilo o oggetto di collezionismo, Yex libris attraversa secoli di storia del libro accompagnando con la sua discreta ma perentoria presenza la formazione di biblioteche illustri, così come l'amorevole raccolta dell'amatore. Di questo frammento di carta che raccoglie l'indicazione di proprietà e, talvolta, racconta l'universo e la persona del dedicatario, si occupa il monumentale repertorio di Egisto Bragaglia, «Gli ex libris italiani dalle origini alla fine dell'Ottocento», editrice Bibliografica, Milano. Oltre 2500 ex libris sono censiti, e per la maggior parte riprodotti, ponendosi l'opera di Bragaglia come ideale continuazione (aggiornata secondo criteri scientifici attuali) dei grandi repertori di BertarelliPrior e di Gelli. Inoltre, nel saggio introduttivo l'autore delinea una dettagliatissima storia dell'ex libris, evidenziandone aspetti, finalità, caratteristiche, funzioni, categorie e non trascurandone, in un esauriente e puntuale capitolo, l'aspetto tecnico di esecuzione. Giova però, a questo punto (per chi bibliofilo o collezionista non è), chiarire il significato del termine ex libris. «... lett. dai libri, motto latino con cui è chiamato quel cartellino che si incollava a libri e valeva ad indicarne la proprietà: da prima a penna, indi a stampa con bellissimi fregi, disegni, motti...» recita il «Dizionario Moderno» di Alfredo Panzini nel 1905, e la definizione appare a tutt'oggi chiara ed esaustiva. Dalla semplice indicazione di possesso, al mutamento di funzione attuale, che ha fatto progressivamente modificare la finalità bibliografica dell'ex libris verso un valore esclusivamente collezionistico, molto tempo è trascorso e sempre maggiore si è fatta l'attenzione degli artisti, per quella che ormai è divenuta una forma d'arte sovente di grande rilevanza, con peculiari caratteristiche che la distinguono dall'opera d'arte grafica intesa in senso tradizionale. Uno dei più antichi ex libris datati conosciuti, è opera xilografica di Albrecht Dùrer, e l'interesse per questa espressione artistica da parte di uno dei massimi incisori d'ogni tempo e Paese non può essere senza significato. Occorre quindi accostarsi al minuscolo foglietto con la coscienza che, in un perimetro di pochi centimetri può racchiudersi un universo fantastico. Quando la tensione poetica dell'artista sa esprimersi facendo della piccola dimensione non un limite, ma una stimolante premessa ad un'avventura, forse si compie un piccolo miracolo. E se due cuori appassionati (l'artista e l'amatore) vibrano insieme, per simpatia, allora il «piccolo cartellino che si incollava ai libri» può divenire anche compiuta metafora del mondo.

Persone citate: Alfredo Panzini, Bragaglia, Egisto Bragaglia, Gelli

Luoghi citati: Milano