CROVI: INTERVENIRE SENZA RIMORSI

CROVI: INTERVENIRE SENZA RIMORSI CROVI: INTERVENIRE SENZA RIMORSI liaffuele ( 'rovi cre); ho suggerito a Grillo di alleggerire moltissimo quest'ultima parte e l'autore si è detto d'accordo. Secondo caso: il dialogo con Tiziano Sciavi; nel 1988, Sciavi ha strutturato la versione definitiva del romanzo Tre, tenendo conto di suggerimenti di Nataba Ginzburg e miei; nel 1991 ho chiesto a Sciavi di rivedere il testo di Dellamorte Deliamore a metà strada tra il romanzo e la sceneggiatura; appoggiato da mio figlio Luca, suo fanatico lettore, Sciavi non ha acconsentito; con una discussione di tre giorni, è stato lui a convincermi della proprietà sia della struttura che della scrittura del testo. Come autore, infine, traggo molto profitto dai suggerimenti degli amici o dei funzionari editoriali che leggono i miei manoscritti: nel 1968, per esempio, su indica- UALCHE armo fa si diceva l'editing come il petting, lo si pratica ma non lo si racconta. Trovo questa pruderie superata. C'è l'editing diretto e quello indiretto. Tra i praticanti eccellenti dell'editing diretto vanno collocati Alessandro Manzoni (dal Fermo e Lucia a I promessi sposi), Elio Vittorini (Le donne di Messina, tre versioni), Alberto Arbasino (Fratelli d'Italia, tre versioni). E' stato gran maestro dell'editing indiretto Ezra Pound: Joyce, Ehot e Hemingway lo hanno, per la sua collaborazione, abbondantemente celebrato e ringraziato. Protagonisti di talento di questo esercizio critico (così, io definisco l'editing indiretto) nell'Italia del dopoguerra sono stati, per quel che ne so, Elio Vittorini, Ita¬ lo Calvino, Niccolò Gallo, Cesare Garboli, Frutterò & Lucentini, Giovanni Mariotti. Personalmente ho sempre giudicato l'editing utile, sia come editore che come autore. Come editore, se un testo mi affascina o appassiona, ma lo trovo disarmonico o squilibrato, suggerisco revisioni o ristrutturazioni o tagb; ci sono autori che accettano questo aiuto critico e autori che non lo accettano. Faccio due casi. Primo caso: I Vittorini di Sicilia di Massimo Grillo, da me pubbhcato qualche mese fa; si presentava come una ricca storia novecentesca della Trinacria e come un'inedita «biografia familiare» di Elio Vittorini, ma era appesantito da un'analisi dell'opera letteraria di Sebastiano Vittorini (padre di Elio e, a mio giudizio, scrittore medio¬ zione di Guido Davico Bonino tagliai una lunga sequenza onirica del mio romanzo II franco tiratore; nel 1993 sono vistosamente intervenuto sul testo di La valle dei cavalieri, tenendo conto delle annotazioni di Gianni Ferrari e Ludovica Ripa di Meana: non ho rimorsi, anzi. Personalmente giudico i due tipi di editing, fin qui descritti, plausibUi e anzi utilissimi: comunque, è l'autore che, alla fine, elabora la versione definitiva del testo. Ma esiste anche un editing furtivo, scorretto, praticato sempre di più da giornalisti (sia della stampa che della tv) che sottopongono le interviste (o le dichiarazioni via fax) a tagb e montaggi distorcenti: qui, secondo me, entriamo noi territorio degli abusi. Raffaele Cruvi

Luoghi citati: Italia, Messina, Sicilia