L'AUTORE OMBRA

L'AUTORE OMBRA L'AUTORE OMBRA C/w -sww i correttori di romanziva / GRAZIE, Grazia. «Un ringraziamento particolare spetta infine a Grazia Cherchi. Nonostante stesse scrivendo un suo romanzo e fosse già impegnata con tanti altri scrittori, la "zarina dell'editoria italiana" (così l'ha definita Geno Pampaloni) ha collaborato a questo progetto per oltre un anno senza mai perdere la pazienza o la disponibilità». Non ha alcun imbarazzo Claudio Gatti, corrispondente per l'«Europeo» a New York e autore de li quinto scenario (Rizzoli), libro-inchiesta sui misteri di Ustica, a mettere nero su bianco il suo debito nei confronti della scrittrice che gli ha fatto l'editing e si è dedicata al maquillage del dossier sulla strage del giugno 1980. Nemmeno Enrico Deaglio nel suo Raccolto rosso (Feltrinelli), viaggio nell'universo della mafia, ha tralasciato di rendere nell'introduzione al volume un doveroso riconoscimento alla «zarina» che si è rimboccata le maniche per sistemare il trucco della sua scrittura. Stefano Benni, che da tanti anni sottopone i suoi testi al controllo vigile della Cherchi, ha dichiarato in versi: «Grazia ha telefonato: "Finalmente mi hai mandato / un vero romanzo asciutto e stringato. / Grazia da mesi di dirtelo tento, / era la lettera di accompagnamento"». E anche Gad Lerner per i suoi Operai (Feltrinelli) non ha lesinato ringraziamenti per l'accurata lettura del testo. Ma per un ristretto manipolo di coraggiosi che parla senza remore, tanti altri preferiscono tacere: gli interventi di chirurgia plastica sul proprio romanzo o saggio non si rivelano quasi mai, sono come una dolorosa confessione. Chi fa l'editing? Una domanda, negli ambienti editoriali, quasi impudica. Il percorso dei manoscritti dalle mani dello scrittore a quelle dei «revisori» è un passaggio segreto. In apparenza ad occuparsi di smussare, correggere, sono anonimi, oscuri editor. Ma in realtà a dare lumi sui libri altrui, a fare man bassa di un'opera oppure a spostare le virgole, spesso sono grandi scrittori, come Vittorini o Calvino o Natalia Ginzburg. E ancora oggi dietro l'editor misconosciuto si nasconde un personaggio di primo piano della letteratura o dell'editoria: «E' un lavoro che ho fatto per alcuni anni. Mi è capitato di aver rivisto libri che portano firme celebri per la Mondadori - afferma lo scrittore Giovanni Mariotti - come quelle di politici, giovani comici, sportivi, giornalisti. Molti di questi non sanno nemmeno di essere passati sotto la mia penna. E' un intervento di cui non si parla volentieri. La spiegazione? Chissà! Forse, è nel fatto che si viene considerati testimoni sgradevoli. Certo non si diventa amici di quelli a cui si sono toccati i libri». Ma a lei non è mai capitato di farsi fare un editing? «No. Faccia ^gere il mio lavoro appena terminato a mia moglie, da lei accetto molte critiche, soffrendoci un po'». Ben tre editori hanno chiesto alla Cherchi di mettere per iscritto, in un manualetto di editing, la sua «sapienza», e tanti anni di pratica. Ma la ^arina» della letteratura proprio non se la sente. Infatti, so- «Grazie, Grazia» E' la Cherchi, zarina dell'editoria, il consigliere preferito dagli scritbri /////

Luoghi citati: New York, Ustica