Sfuggiti al gas killer

Sfuggiti al gas killer Coniugi e i due figli salvi grazie all'analisi del sangue Sfuggiti al gas killer L'intuito dei medici evita una strage Sono vivi grazie a una tempestiva analisi del sangue. Felice Barbieri, 46 anni, operaio, la moglie Concetta Gatto, 41, casalinga, e i due figli Luigi e Maria Teresa di 13 e 21 anni, sono rimasti intossicati dal monossido di carbonio sprigionato dalla caldaietta del loro appartamento in una casa popolare di Venaria, in via San Marchese 18/3. Non si erano accorti di nulla. La mamma s'è rivolta al pronto soccorso solo quando il ragazzo è svenuto per due volte in mezz'ora. Pensava che avesse visto troppa tivù, una sorta di «overdose» da video. I medici hanno eseguito il prelievo. Subito dopo, hanno telefonato a casa: «Fuori tutti, le esalazioni di gas vi stanno uccidendo». All'alba, con genitori e figli in ospedale, la situazione è apparsa chiara: tutti e quattro avevano respirato i veleni della caldaietta ed erano arrivati a un passo dalla morte rosa. Diagnosticato il malore, restava il problema della cura. L'unica maniera per restituire la vita a chi ha subito avvelenamento da gas, è una tempestiva terapia di ossigenazione iperbarica. In Piemonte c'è un solo pronto soccorso che offre questo provvidenziale «ricambio d'ossigeno», quello delle Molinette. Qui sono stati trasportati in ambulanza madre e figlio, i pazienti più gravi. Padre e figlia, invece, sono stati trasferiti al centro privato Otip di Torino, in via Pola 37. Dichiarati fuori pericolo, sono rientrati a Venaria per la degenza. La famiglia sarà dimessa entro pochi giorni: «E' un miracolo se siamo vivi» diceva ieri Felice Barbieri agli amici che sono andati a trovarlo all'ora di pranzo nel corridoio del reparto chirurgia. Un timore, il suo, condiviso I dai medici: «Gli effetti dell'av- velenamento da monossido di carbonio non sempre si manifestano in modo palese. Se la perdita di gas non è abbondante, spesso passano giorni prima che la mancata ossigenazione al cer¬ vello e al cuore si manifesti con danni irrimediabili». Non solo. Anche quando gli avvelenati avvertono malessere, non sempre riconoscono la causa. «E' stato così anche per mio figlio - conti- nua Felice Barbieri- Quando una settimana fa è svenuto per la prima volta, abbiamo pensato che fosse stanco perché sfiancato dagli allenamenti di calcio. Solo adesso abbiamo capito che in realtà era il più esposto alle esalazioni: trascorreva molto ore davanti alla tivù in cucina, dove si trova la caldaia». Scampato il pericolo, per la famiglia cominciano adesso i problemi pratici. La caldaia è inutilizzabile, in casa fa un freddo cane e non si può cucinare: i carabinieri di Venaria l'hanno messa sotto sequestro. Nei prossimi giorni verificheranno se nell'incidente si possono ravvisare responsabilità da parte dell'ex Istituto autonomo case popolari. Da 10 anni ogni alloggio ha una caldaia autonoma collegata con una canna fumaria. Possibile che la manutenzione sia stata insufficiente? Forse. Ma non è detto che la spiegazione più semplice sia quella giusta: non si escludono una cattiva ventilazione della canna o un utilizzo improprio da parte della famiglia. Un episodio analogo si verificò tre settimane fa in un'altra casa popolare di Venaria, distante poche centinaia di metri da quella dei coniugi Barbieri. In quell'occasione rischiarono di morire avvelenati Carlo Girotto, la moglie Filomena Cardinale e le figlie Mariangela e Francesca abitanti in via Di Vittorio 31/b: non si erano accorti che la fiammella dello scaldabagno si era spenta da alcune ore e che l'ambiente si stava saturando di gas. Preoccupati gli altri inquilini, che chiedono più controlli: «Deve scapparci il morto perchè qualcuno controlli a fondo i nostri impianti di riscaldamento?». Grazia Longo Il ragazzo era già svenuto due volte Ma per i genitori la causa era la tv Dall'ospedale di Venaria i medici del pronto soccorso hanno telefonato aila famiglia Barbieri «Uscite subito di casa; il gas vi sta avvelenando» L'interno della cucina dove Luigi Barbieri 13 anni, passava lunghe ore a guardare la tv proprio accanto alla caldaietta difettosa

Luoghi citati: Piemonte, Torino, Venaria