Parolaio di Giorgio Bocca

Parolaio Parolaio LA VITA E' UN SOGNO. Co: sa sogna Giorgio Bocca? Di essere «plebiscitato a capo dello Stato». Ma mica un capo di Stato qualunque. No, piuttosto un «dittatore buono», un «Cincinnato» debitamente dotato di «pieni poteri». E' lo stesso Bocca a rivelare sull'Espresso i dettagli della sua fertile produzione onirica. Purtroppo accanto ai sogni di grandezza c'è sempre un incubo che provvede ad assillarlo: l'immagine dell'eterno rivale Giampaolo Pansa. Basta nominarlo, come ha fatto l'intervistatore dell'17nità, e subito Bocca si inalbera: «Sono sempre stato un liberalsocialista. Pansa è invece saltato dalla maggioranza silenziosa a...». I puntini sospensivi sono di Bocca. Dove diavolo sarà mai saltato Giampaolo Pansa? ARMANDO DA VINCI. Torna Armando Verdiglione e torna pure un genere dimenticato: il panegirico dedicato allo psicanalista-guru più famoso degli Anni Ottanta. Guido Gerosa sul Giorno a proposito del verdiglionesco Leonardo da Vinci: «E' un ampio saggio tutto bagliori e illuminazioni» dove l'illustre Armando «centra perfettamente la vitalità» leonardesca. Perfettamente? Un passo più in là ed ecco la prosa del filosofo Vittorio Mathieu sul Giornale: «Non solo Verdiglione ci aiuta a capire Leonardo ma Leonardo ci aiuta a capire Verdiglione». Perfettamente. NOTIZIE DALL'ESTERO. Be niamino Andreatta ha definito Silvio Berlusconi uno Zhirinovskij all'italiana. Boomerang. Il generale Luigi Caligaris, aiutante in campo del leader di Forza Italia, ha infatti rivelato al Corriere della Sera: «Siamo destra al punto che i libri di politica estera di Andreatta li ho scritti io». La Farnesina non smentisce. SOTTO A CHI TOCCA. Meno male che c'è il Cocer della «sezione Marina». Altrimenti non avremmo mai scoperto che nella celeberrima pregb i'jra del marinaio, recitata ogni sera da tutto il personale della Marina, si nasconde la vergogna di un odioso sopruso di classe. Spiega infatti l'attento sindacato che quella preghiera è «classista perché mantre chiede a Dio di proteggere ufficiali e marinai non si preoccupa della sorte dei sottufficiali». SPECCHIO DELLE SUE BRAME. Ora sì che siamo in grado di capire le terribili angherie Theodor W. AMarina Salam orno n subite da Gene Gnocchi durante la sua schiavitù nella Fininvest. Spiega all'Europeo il comico-scrittore che andò in fumo un programma sui libri perché «volevo dare giudizi liberi su tutti i titoli, anche su quelli della Mondadori». Ma non è finita: «Io voglio guardarmi allo specchio e non vomitare», afferma Gnocchi. E proprio per non vomitare «ho preferito pubblicare un libro vero da Einaudi» piuttosto che bussare da Mondadori. Fortuna che Einaudi non ha nulla a che fare con Elemond, che notoriamente non ha nulla a che fare con Berlusconi. La faccia è salva. Lo specchio pure. GLASNOST. In polemica con Paolo Buchignani, autore di un saggio sul «fascista impossibile» Berto Ricci pubblicato dal Mulino, Piero Buscaroli annuncia sul Giornale di essere in possesso di un'importante documentazione sull'argomento. Ma non la metterà a disposizione: «Le lettere di Ricci non le pubblico, in questo troiaio». E LE STELLE STANNO A GUARDARE. Adornato contro Adorno. Il leader di Alleanza democratica (che nel frattempo, come confessa l'imprenditrice Marina Salamon sull'Unità, non molla un attimo la sua squadra: «Sabato sera, quando Adornato mi ha chiamato, stavo andando a Venezia») attacca sull'Espresso le posizioni del filosofo della scuola di Francoforte a proposito dell'astrologia. «Nella tesi di Adorno - spiega Ferdinando Adornato - si esprimeva l'in-' comprensione che gran parte della sinistra intellettuale europea da sempre coltiva verso la dimensione spirituale dell'esistenza». Mentre per Adornato l'astrologia esprime invece la «ricerca di un rapporto con conoscenze millenarie, con zone profonde del proprio microcosmo che rimandino ad una lettura più generale del macrocosmo costituito dai cicli della vita». IL SIGNOR G. Rossana Rossanda e Sebastiano Messina, rispettivamente sul manifesto e su Repubblica, chiamano Silvio Spaventa il ministro Luigi. Carlo Freccerò Sull'Espresso chiama Antonio Giolitti il vecchio Giovanni e sostiene che D'Annunzio coniò per Nitti il soprannome «Cacoia». Che invece era «Cagoia», con la g: come «gabina». Pierluigi Battista sta | Theodor W. Adorno Marina Salamon

Luoghi citati: Francoforte, Mondadori, Venezia