Utopia in pillole, alla portata di tutti

Utopia in pillole, alla portata di tutti LETTERE AL GIORNALE il lunedi' di o.d.b. Utopia in pillole, alla portata di tutti U.i grande risultato Gentili lettrici, gentili lettori, sono molto contento di potere iniziare questa volta la rubrica comunicandovi un piccolo, ma per me grande risultato appena ottenuto da tutti noi. Grande perché documenta che ci può essere buona volontà e voglia di chiarezza anche da parte delle autorità. Ricevo, infatti, dal Segretariato generale del ministero delle Finanze, ufficio per lo sviluppo della coscienza civica e per l'informazione del contribuente, la seguente lettera. [o.d.b.] Gentile dottore, faccio seguito alla mia lettera del 25 novembre u.s. per informarla che la Direzione centrale per gli affari giuridici e per il contenzioso tributario da me interessata al caso del sig. Tonon di cui alla sua rubrica del 19 novembre u.s. ha disposto l'eliminazione dal processo verbale di accertamento e avviso di liquidazione della dizione «avverso il presente avviso non è ammesso ricorso», sostituendola con la più opportuna «per le posizioni ritenute rego- lari può essere prodotta idonea documentazione a quest'ufficio». In pratica, a seguito di questo invito e delle conseguenti comunicazioni del contribuente, gli Uffici del registro potranno provvedere direttamente all'annullamento dei rilievi palesemente infondati, in modo da ridurre i disagi dei contribuenti e da eliminare costose procedure di contenzioso. Nel ringraziarla per la cortese collaborazione, le invio i miei più cordiali saluti. Il Direttore Generale dr. Giancarlo Fornari, Roma Gentile dottore, io non sono dottore, ma la ringrazio di tutto cuore e mi permetto di ringraziare di cuore anche il sig. Tonon che ha segnalato l'anomalia. Il massimo risultato che può proporsi una rubrica come questa è un minimo di utilità pratica. [o.d.b.] Il traguardo di una città Gentile sig. Del Buono, mi coglie un certo fastidio, talvolta, notando la facilità con cui si fa uso del termine «utopia»: può darsi che, per sua magica virtù, il proferente acquisti una matura aria di persona realista, posata e «con i piedi per terra», ma temo, ahimè, che parimenti palesi una certa fiacchezza interiore, un «appassimento» dell'animo, una scarsa disponibilità a darsi da fare per mete di valore. Prendiamo come esempio più che attuale la proliferazione delle siringhe abbandonate dai tossicodipendenti. Sebbene una vittoria totale sul fenomeno droga possa ragionevolmente richiedere ancora parecchio lavoro, il traguardo di una città in larga misura libera dai ferri del mestiere (le siringhe) di chi è vittima della droga, penso non sia utopia, ma obiettivo molto più realizzabile di quanto non sembri. Con un pizzico di cognizione di causa, avendo partecipato a varie raccolte di siringhe promosse dalla Chiesa di Scientology e in base alla lapalissiana constatazione che una siringa raccolta significa «una di meno sul suolo pubblico», concludo che una città pulita (nel senso che qui io intendo) dipenderà drasticamente da quanti cittadini di buona volontà vorranno dedicare un briciolo del loro tempo a battere vie e aree pubbliche in genere, armati delle classiche lunghe pinze, per una sana operazione di pulizia. Semplicissimo, funzionale, non pericoloso né faticoso e soprattutto fattibile. In ogni caso è solo questione di volerlo fare. Claudio Ghiggia, Torino Se non sbaglio, gentile signor Ghiggia, non è la prima volta che lei o qualcuno appartenente alla Chiesa di Scientology ci parla di questo problema, ma ripeto volentieri l'appello. Effettivamente la cosa è facile da fare, a qualsiasi tendenza di pensiero si appartenga. Basta la buona volontà. E' una battaglia a portata di mano per tutti, una parte di utopia realizzabile, [o.d.b.] La ragione dei barbari Egregio signor Del Buono, non sappiamo se la sua rubrica possa accettare di questi tempi il nostro sfogo che è solo apparentemente politico, ma che effettivamente va molto più in profondità. Gli è che da quando il cav. Berlusconi ha deciso di buttarsi in politica noi, in preda ad acuto sconforto, non cessiamo di invitare i nostri figli: «Sarà meglio che vi prepariate ad andare all'estero perché con gente come Berlusconi il vostro futuro sarà nero. L'Italia è già con un piede fuori dall'Europa e lo finirà del tutto». Sembrerà un eccesso di pessimismo ma noi paventiamo un ritorno all'homo selvaticus. Si intravede cioè un tornare alla selvatichezza come «razionalizzazione degli istinti primordiali», secondo l'interpretazione di Rudolf Steiner, il quale prosegue: «Il barbaro governa il suo cuore e la sua anima con la testa, il selvaggio governa la testa mediante la vita istintiva», altro che imbarbarimento della politica e della società. Nell'epoca che dicono post-razionale in cui sembrerebbero prendere quota valori etico-spirituali, possiamo ancora sperare nella ragione, quella dei barbari, ben inteso?! Luigi Giario, Guido Borello, Torino Gentili signori Giario e Borello, vi confesso che la vostra citazione da Rudolf Steiner mi intriga. Proprio il Rudolf Steiner di Kraljevica? Non per quello che sostiene, dato che si può sostener tutto e viceversa ma per quello che fu lui. E invocarlo, in qualche modo, nella situazione d'oggi, dice tutto sulla situazione. Per caso i vostri figli hanno studiato a una scuola steineriana? So che il riferimento è relativo, ma mia figlia ha studiato a una scuola steineriana, ha sposato un suo compagno di scuola steineriano. Mia moglie li trova poco pratici, ma loro sono diversi, non si preoccupano per le stesse cose di cui si preoccupa mia moglie. Per me vanno benissimo, ma io, del resto, sono montessoriano quindi giudicato ancor meno pratico. Vago. Direi di aver più fiducia nei figli. Fari. > lori Ma che peccato che Rudo*. Ste ner non viva oggi. Chissà cosa avrebbe fatto con a disposizione anche le antenne. [o.d.b.] Una piccola rettifica Caro Del Buono, penso che la sua rubrica sia la più adatta a ospitare qualche mia piccola rettifica a quello che è stato pubblicato su di me nel numero del 5 febbraio (Tuttolibri, Ia pagina, in calce): 1) Il mio avvicinamento a Evola non fu determinato dalla lettura della Teoria dell'individuo assoluto, bensì dai Soggi sull'idealismo magico, usciti molto prima. 2) Nel 1937 io fui «tra i fondatori», ma non «i/ fondatore» della Società Italiana di Metapsichica (poi Società Italiana di Parapsicologia). 3) Sono tornato in Italia dall'India dopo sette anni - nel 1946, e non nel 1945.1 più cordiali saluti. Emilio Servadio, Roma Gentile maestro, questa rubrica è onorata dall'ospitare una sua lettera. Ricambio di cuore i saluti. [o.d.b.]

Luoghi citati: Europa, India, Italia, Roma, Torino