Caccia allo straniero per noia di Francesco Grignetti

Sabato notte di razzismo a Ostia: prima aggredito un tunisino, poi due egiziani Sabato notte di razzismo a Ostia: prima aggredito un tunisino, poi due egiziani Caccia allo straniero, per noia Raid di teste rasate, tre feriti GIOVENTÙ' XENOFOBA ROMA. Cronache di un ordinario sabato notte di razzismo, a Ostia. Prima un tunisino, Ali Saadani, 30 anni, viene aggredito da uno squadrone di naziskin - ottanta ragazzi tra i 14 e i 18 anni - che rientravano a casa dalla discoteca. Poi tocca a due giovani egiziani che vengono intercettati mentre stanno rientrando a casa, intorno all'una di notte. Violenza allo stato primordiale senza troppi perché. «Ecco, sì, sono aggressioni senza motivo, per noia. O forse a base razziale. Ma non so cosa è peggio». Chi parla, sotto promessa di anonimato, ha trent'anni, abita a Ostia. Ha paura. Tre giorni fa è stato aggredito anche lui, di sera, davanti alla stazione. «Era buio, per mia sfortuna. - racconta - Mentre tornavo a casa, ho incrociato un gruppone di ragazzi. Saranno stati una decina, tutti sotto i diciotto anni. Ragazzi e ragazze con i giubbotti neri. Uno mi chiede l'ora, io chino la testa e da dietro mi danno una bastonata sul capo. Cado. E di colpo me li trovo tutti intorno che gridano: "alzati polacco di merda, alzati che ti ammazziamo". Ma quale polacco, gli ho detto. Non so. Era la prima cosa che mi è venuta in mente. E quelli improvvisamente sono diventati agnellini.-"Ci scusi, ci scusi, ci siamo sbagliati". E se ne sono andati». Hanno inventato questo nuovo gioco, insomma, a Ostia. L'aggressione gratuita. «Lo fanno per passare il tempo», dice agghiacciato un poliziotto che si occupa del caso dell'altra sera. E come definire altrimenti l'aggressione ad Ali Saadani? Il tunisino, che vive in Italia da dodici anni, e che abita da queste parti in un appartamento con un amico tunisino e la fidanzata italiana di quello, sale alle 22 su un autobus che percorre il lungomare. Ha appena finito di lavorare. Con lui c'è un altro tunisino, Ben Mousad Ourtani. I due si trovano in mezzo a una folla di teste rasate, urlanti, accaldati. Ragazzi minorenni, per lo più, vestiti con la regolamentare divisa del sabato sera giubbotto nero con scudetto tricolore sulla manica, capelli rasati, anfibi, orecchino - che dopo aver trascorso il pomeriggio in discoteca devono tornare a casa presto. E siccome non hanno una macchina o una motoretta, si infilano tutti su quell'unico autobus che passa di lì. Tra immigrati e naziskin, tradizionalmente, non corre buon sangue. Ostia, peraltro, è un piccolo paese dove tutti si conoscono. Sembra che qualche giorno prima, fosse volato già qualche schiaffo. Uno dei ragazzi dalla testa rasata, che Ali ricorda bene perché lo aveva provocato sempre sullo stesso autobus, sempre di sera, comincia a tormentarlo. Si sente forte, perché ha tutti i suoi amici dietro a spalleggiarlo. Ottanta, mica uno. Una parola tira l'altra. Ci scappa l'insulto, lo spintone, la spallata. Si sa come vanno queste cose. I due tunisini capiscono che l'aria si fa pesante. Prima provano a svicolare, rivolgendosi all'autista. Poi provano a scappare. Scendono precipitosamente. Ali, però, che di mestiere fa il carpentiere, ma l'estate scorsa è caduto da un'impalcatura e s'è rotto una gamba e ora si trascina due chiodi nel femore, non può correre. L'autista ha raccontato agli agenti che l'intero autobus si é svuotato per corrergli dietro. L'amico è sparito dalla circolazione, lui non c'è riuscito. E quando l'hanno raggiunto, s'è raggomitolato in terra. «Non è che lo hanno picchiato tutti e ottanta, - dicono in commissariato - si sono divisi: i più piccoli in circolo a fare il tifo e i più grandicelli lo hanno gonfiato di botte». A salvarlo, per sua fortuna, è passata di lì una volante che ha fatto scappare gli aggressori. Ora sono ricercati negli ambienti di destra. Ma per capire meglio la'situazione di Ostia, forse basta guardare lo stradario. La prima aggressione avviene in via dellj Baleniere. La seconda a poca distanza, in via delle Repubbliche marinare. Nomi gentili di stampo vacanziero. Cartelli pensati quando Ostia doveva fare concorrenza alle cittadine del litorale, a Santa Severa, a Sabaudia. Però il borgo felice che fu, con i villini liberty e gli stabilimenti di lusso, non esiste più. Al suo posto c'è una periferia abbandonata. Tutti contro tutti, di notte. Con il sole del giorno dopo, comunque, l'episodio è già stato già dimenticato. Sul lungomare i militanti del msi fanno volantinaggio a favore del candidato Teodoro Buontempo. Per un gioco del caso, infatti, è proprio lui, difensore dei nazi-skin, il candidato della destra a Ostia. Che dice di quanto accade? Buontempo ne fa una questione social-ideologica: «Ostia doveva essere un fiore all'occhiello. Invece ne hanno fatto una borgata degradata, un dormitorio. E secondo me l'hanno fatto in odio a Mussolini, che l'aveva inventata e lanciata come spiaggia di Roma. Qui bisogna riportare l'ordine, ma anche la vivibilità. Vi dico solo che ci sono seimilacinquecento persone senza acqua, né fogne». L'altro candidato, il progressista Angelo Bonelli, dei Verdi, lancia appelli e fa un disperato e raggelante elenco di violenze: «La settimana scorsa hanno incendiato il centro sociale. Il giorno dopo, un giovane che rientrava a casa dopo un sit-in è stato aggredito a colpi di spranghe. Le violenze non si contano. Sembra che Ostia sia divenuta terra di conquista per queste teste rasate». Reagisce anche il sindaco, Francesco Rutelli: «Non possiamo e non dobbiamo abituarci a convivere con questi episodi brutali e demenziali di inciviltà». Francesco Grignetti Negli «squadroni d'assalto» molti minorenni Un agente: lo considerano un passatempo Rutelli: episodi demenziali di inciviltà Due immagini di Ostia, dove nella notte di sabato gruppi di naziskin hanno aggredito tre cittadini stranieri

Persone citate: Ali Saadani, Angelo Bonelli, Buontempo, Francesco Rutelli, Mussolini, Rutelli, Teodoro Buontempo

Luoghi citati: Italia, Roma, Sabaudia