Candidati unitari la sinistra si pente di Pierluigi BattistaRossana Rossanda

Rossana Rossanda: sarò costretta a votare un de e il liberista Spaventa Candidati unitari, la sinistra si pente Tra i progressisti c'è nostalgia della proporzionale I COLLEGI UNINOMINALI UROMA NA struggente nostalgia. Un rimpianto acuto per quelle vecchie, comode, confortevoli nicchie messe a disposizione dal sistema proporzionale. I dolori dell'uninominale feriscono la sinistra. Michele Serra, dopo aver appreso che nel suo collegio bolognese il fronte progressista sarà rappresentato dal volto di Ottaviano Del Turco, sull'Unità paragona alle «durezze della guerra» i tormenti di un campione dell'antisocialismo costretto a votare per un socialista. Rossana Rossanda, antimaggioritaria della prima ora, sul Manifesto esprime le proprie ansie di progressista suo malgrado con una formula lapidaria: «Siamo diventati uno dei popoli più stupidi della Terra». Affiora forse nella sinistra una sindrome da «si. stava meglio quando si stava peggio»? Qualcosa non deve essere andata per il verso giusto. Doveva essere l'alba del bipolarismo perfetto e invece, nel lavorìo da bassa cucina per le candidature, sono state risse furibonde, contrattazioni sottobanco, veti incrociati, candidati catapultati, alchimie di frazione. Subentra la disillusione. Pietro Scoppola denuncia i «motivi meschini» che avrebbero indotto Alleanza democratica a discriminare i «cristiano-sociali». Un gruppo di intellettuali torinesi lamenta il sacrificio della «società civile» stritolata dalle logiche d'apparato. Marina Salamoi! critica i criteri «vec¬ chi» che hanno ispirato le scelte dei progressisti: «Si è badato troppo alla logica delle spartizioni, un tot a te, uno a me». Rumoreggiano gli esclusi. Come Augusto Barbera, il costituzionalista del pds che lamenta i modi poco urbani con cui il suo nome è stato raschiato via dalla rosa dei candidati. Come il Verde Marco Boato, il cui nome non è uscito nella lotteria delle candidature, e che ora tuona contro i progressisti. O il Verde milanese Basilio Rizzo, che se ne starà a casa deluso e risentito. Chiuso il tavolo, esaurita l'orgia di veti, s'annida addirittura nella sinistra la tentazione dello sgambetto e della pugnalata alle spalle. Come quella inferta da padre Ennio Pintacuda ai danni del segretario del pds: negli Ami Settanta, quando era segretario regionale del pei siciliano, Occhetto «appog- k 1« candidatura a sindaco di Palen. di ,t;,.o Ciancimino, nonostante dlcu. correnti della stessa de fossero contrarie». Ora, fatte le candidature, cominciano i lamenti sul candidato «impossibile». E' vero che nemmeno nello schieramento opposto si ride, viste le proteste dei leghisti veneti costretti a sostenere candidati di Forza Italia con robusto passato doroteo e degli stessi berlusconiani doc poco propensi a sostenere i candidati radicali. Ma a sinistra il lamento si fa ancora più forte. Con la candidatura Del Turco un amico, racconta Serra, «mi ha telefonato proponendomi di cambiare residenza e trasferirci con le famiglie in una località fornita di un candidato più confacente alle nostre aspirazioni elettorali». Rossana Rossanda esprime così la sua disperazione: «Voterò sgomenta il liberista Luigi Spaventa e l'ex giovane navigatore de Bartolo Ciccardini». Uno scacco, per una delle bandiere del «quotidiano comunista». E non veniva raccontata la favo¬ la dei candidati «radicati nel territorio»? Constatazione della Rossanda: «Il giudice siciliano antimafia Giuseppe Ayala», portato dai progressisti a Cesena, «rappresenterà una popolazione emiliana che frequenterà per la prima volta». Risultato: «Mai dal dopoguerra abbiamo potuto scegliere di meno». E se Rossana Rossanda può vantare una coerente battaglia contro l'introduzione del principio maggioritario, Serra invece non può che appellarsi alle proprie «responsabilità politiche»: «Mi sono battuto per il sistema maggioritario». Dunque a Serra non resta che l'autosarcasmo: «Col compagno Del Turco fino alla vittoria». A Rossanda il compito di trarre la lezione: «Il furore contro il Caf s'è lasciato dirottare in furore contro il "sistema politico" che era poi quello della Costituzione migliore che l'Italia abbia avuto». Morale: «adesso bisogna mangiarli i frutti della formula magica». Nostalgia della proporzionale. Pierluigi Battista I Rossana Rossanda: sarò costretta a votare un de e il liberista Spaventa Il direttore di «Cuore» Michele Serra A destra Rossana Rossanda

Luoghi citati: Cesena, Italia