Mafia le mani su bar e boutique

La relazione sulle infiltrazioni delle famiglie a Torino e nella regione La relazione sulle infiltrazioni delle famiglie a Torino e nella regione Mafia, le mani su bar e boutique / clan comprano per riciclare denaro sporco La mafia ha due facce in Piemonte: quella, più nota, delle enclavi malavitose in provincia di Torino e in Val d'Ossola, attorno a robusti insediamenti di immigrati, soprattutto calabresi. E l'altra sommersa, del riciclaggio, la novità. La commissione parlamentare Antimafia denuncia: «La vera infiltrazione mafiosa in Piemonte e a Torino è quella del terzo livello, che reinveste i grandi guadagni provenienti dal traffico di droga». Infiltrazioni. Il dossier dell'Antimafia indica alcuni centri della cintura torinese fra le aree a rischio per la penetrazione mafiosa nel Centro-Nord. Nel rapporto si parla di una «supercupola» della mafia in Piemonte e di 192 «uomini di rispetto» sparsi soprattutto in piccoli centri della regione, «dove hanno assunto l'atteggiamento di capi-famiglia rispettati da tutti e che mantengono nelle zone di residenza un comportamento irreprensibile» Riciclaggio. Più inquietante ancora è l'altra presenza della criminalità organizzata in città. Una presenza nascosta e silen ziosa che veste gli abiti grigi dei broker finanziari e che si intuì sce dietro le insegne di note boutique e gioiellerie del centro, di ristoranti, di locali notturni e di società che organizzano concerti con i cantanti più famosi. In trenta pagine della relazio ne il senatore Smuraglia rico struisce anche gli incontri di una delegazione della commissione presieduta dall'on. Violante, con le istituzioni e le forze sociali to rinesi (11-12 maggio scorso). Boutique e appalti. Scrive Smuraglia: «A Torino l'attività delle famiglie mafiose consiste nell'acquisto di esercizi pubblici sull'orlo del fallimento pagando spesso un prezzo considerevolmente superiore al valore di mercato». E indica cifre e settori di inserimento: «Negli anni 1991-92 personaggi legati ad ambienti mafiosi hanno rilevato 55 esercizi pubblici bene identi ficabili nella loro tipologia: bar, night club, sale giochi, discote che, sartorie, abbigliamento, chioschi di bibite, assicurazioni». Accenna pure al «tumultuoso sviluppo edilizio di Bardonecchia che ha incoraggiato gli investimenti della grande criminalità» e alla penetrazione malavitosa negli appalti pubblici. «Segnali si sono avuti in relazione all'autostrada del Fréjus». Estorsioni e usura. Esiste anche 1'«arrembaggio» alle attività economiche lecite. Praticato dai malavitosi che associano l'usura alle estorsioni per affiancarsi, come soci occulti, ai titolari di aziende e società. L'Antimafia si allarma per «quegli imprenditori finiti nelle grinfie dei prestasoldi e non più in grado di far fronte alle sempre più onerose richieste di costoro». Ma vi sono state pure denunce, poi ritirate, di commercianti presi di mira da estorsori che agivano insieme ad usurai per mettere con le spalle al muro le vittime e impadronirsi di appetibili attività. Il rapporto dell'Antimafia riporta il «parere dei magistrati torinesi secondo cui si tende, anche da parte delle forze di polizia, ad una eccessiva sottovalutazione del fenomeno non ancora emerso nella sua reale portata». Nel suo ufficio, Aldo Farao¬ ni, il capo della squadra mobile, raccoglie i suoi rapporti: nomi, fatti, collegamenti malavitosi con finanziarie. Un lavoro oscuro che sovente non riesce a tradursi in sentenze di condanna, in tribunale, per la difficoltà di trasformare gli indizi in prove «quando non si riescono a cogliere in flagranza di reato gli estorsori-usurai». Giocano tanto l'inadeguatezza dei controlli eco¬ nomici quanto la paura delle vittime, consapevoli di dover dimostrare al magistrato il loro stato di bisogno nell'aver subito il ricatto dell'usuraio. Finanziarie. La polizia ha scoperto, con intercettazioni e appostamenti, che una finanziaria di corso Orbassano era collegata a noti rapinatori internazionali e che una società di corso Re Umberto, la «Spiff Brokers», era frequentata da malavitosi del calibro di Pancrazio Chiruzzi, arrestato l'ultima volta con un kalashnikov nel portabagagli dell'auto. A Torino operano 650 finanziarie, in provincia altre 350: per individuare chi ricicla denaro sporco non bastano più i tradizionali strumenti di investigazione. Con tutto ciò sono state condotte in questi mesi brillanti operazioni come quella che ha portato in carcere Salvatore Belfiore, componente di un noto clan calabrese, che aveva diversificato nell'usura parte della attività tradizionale della sua 'ndrina. Altri noti esponenti della malavita controllano, anche dal carcere, gli investimenti nel settore del «recupero crediti». L'Antimafia dà notizia che carabinieri e finanzieri hanno avviato nei mesi scorsi un'indagine a tappeto su queste società, «aumentate in maniera vertiginosa». A che punto è? Alberto Gaino NDRANGHETA Clan URSINI "Cosca Jonica" Capo: Ursini Mario Area influenza: Torino e Provincia Affiliati: 15 Fiancheggiatori: 5 Settore operativo: stupefacenti, sequestri di persona I TENTACOLI DELLA PIOVRA 'NDRANGHETA Cosca "Ciconte-Nardò-lerinò" Capo: Ciconte Gaetano Area influenza: Chivasso Affiliati: 2 Settore operativo: stupefacenti 'NDRANGHETA Cosca "Morando - Agresto" Capo: Morando Pasquale Area influenza: TO,MI, GE Affiliati: 16 Capi zona: 2 Settore operativo: stupefacenti, sequestri di persona) riciclaggio, rapine 'NDRANGHETA Cosca "llacqua" Capo: llacqua Pietro Area influenza: TO, MI, IM, RC, Chivasso Affiliati: 24 Settore operativo: stupefacenti, estorsioni, sequestri di persona volpiamo chivasso SETTIMOT ^RANDIZZO TORINO^) 11 'NDRANGHETA Cosca "Pasqua" Capo: Pasqua Nicodemo Area influenza: Brandizzo, Chivasso Affiliati: 5 Settore operativo: stupefacenti MAFIA Clan "Famiglia Cursori" Capo: Orofino Tommaso Affiliati: 21 MAFIA Cosca "Schittino" Capo: Schittino Eugenio Area influenza: Chivasso, TO Affiliati: 8 Settore operativo: stupefacenti