ANALISI di Piero Bianucci

ANALISI r ANALISI ~l In 5 pagine è nascosto il sogno dell'energia pulita a basso costo SONO cinque paginette che compariranno nelle «Note brevi» della rivista «Il nuovo Cimento» ma già circolano come estratto prestampato e i fax le moltiplicano in Italia e nel mondo. A questa esile pubblicazione si affida la speranza di realizzare l'eterno sogno di Prometeo: rubare il fuoco agli dei. Fuori dal mito: disporre di grandi quantità di energia poco costosa e molto pulita. L'interesse è grande, nonostante le delusioni a cui ci ha abituati la «fusione fredda» annunciata da Fleischmann e Pons il 23 marzo 1989. Persino la Fiat si è già messa in contatto con l'Università di Siena, dove ieri tre fisici hanno presentato la loro scoperta ai giornalisti. Se il sistema funzionasse e fosse realizzabile su scala industriale - hanno pensato in corso Marconi potrebbe forse fornire quelle batterie leggere e ad alta resa di cui ha bisogno l'auto elettrica per diventare una realtà commerciale. Ma Francesco Piantelli (Università di Siena), Sergio Focardi (Università di Bologna) e Roberto Habel (Università di Cagliari) sono prudenti. Il loro articolo si intitola «Anomala produzione di calore in un sistema di nichel e idrogeno». Niente grancassa. Sanno che molti aspetti della questione rimangono oscuri. Le cinque pagine raccontano storia e risultati dell'esperimento, iniziato nel 1990 proprio per verificare se l'energia che Fleischmann e Pons dicevano di aver ricavato dalla loro cella elettrolitica non fosse dovuta a un supporto di nichel usato nella loro apparecchiatura. Piantelli, Focardi e Habel hanno eliminato la cella elettrolitica, sostituendola con un cilindretto largo cinque centimetri e lungo dieci. Nel cilindro si può fare il vuoto e studiare il comportamento di campioni di nichel tra i cui atomi viene immesso deuterio, un isotopo dell'idrogeno, l'elemento più semplice e diffuso in natura. Grande è stato il loro stupore quando hanno constatato che, applicando all'apparecchio una potenza di 20 watt in corrente continua, si sviluppava una potenza di 44 watt: quanta ne serve per tenere accesa una piccola lampadina. Da dove vengono i 24 watt in eccesso? Nel loro articolo i tre fisici non parlano mai di fusione fredda, pur citando come unico riferimento bibliografico un contestato scritto di Fleischmann e Pons. Dichiarano però che il fenomeno si verifica con continuità (l'apparecchio ha funzionato ininterrottamente per 24 giorni), che può essere «acceso» e «spento» a piacere regolando la temperatura e che il guadagno di energia si verifica certamente dentro il nichel. Aggiungono che non sono stati osservati né elio 3 né raggi gamma, en¬ trambi considerati la «firma» dell'avvenuta «fusione» del deuterio. Durante la conferenza stampa però queste affermazioni sono state parzialmente modificate: ci sarebbe traccia di elio 3, mentre i raggi gamma rimarrebbero latitanti perché assorbiti dallo stesso campione di zinco. Li rivelerebbe però in modo indiretto il calore, possibile frutto del loro assorbimento. Le reazioni chimiche avvengono a livello degli elettroni che circondano i nuclei atomici e producono relativamente poca energia. Le reazioni nucleari invece producono, in proporzione, una quantità di energia un milione di volte maggiore. Le vie per produrre questa enorme energia sono due: la fissione, che è la rottura di atomi pesanti, come l'uranio; e la fusione, che è l'unione di atomi leggeri, come l'idrogeno, per formare atomi di peso maggiore. E' ciò che avviene a 15 milioni di gradi e sotto alta pressione nel Sole e nelle altre stelle. Ma in quel pezzetto di nichel? Per spiegare la fusione fredda Giuliano Preparata (Università di Milano) ha ideato la teoria della «superradianza». Tullio Bressani (Università di Torino) ritiene attendibile l'esperimento di Siena. L'ultima parola può venire soltanto da nuovi esperimenti. Piero Bianucci «c^Jj

Luoghi citati: Bologna, Cagliari, Italia, Milano, Siena, Torino