«Avviso» a un assessore di Orlando
Palermo, inchiesta sul Teatro Massimo: quattro ordini d'arresto e 15 inquisiti Palermo, inchiesta sul Teatro Massimo: quattro ordini d'arresto e 15 inquisiti «Avviso» a un assessore di Orlando E' Scialabba, «city manager» PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Quattro ordini di carcerazione e 15 avvisi di garanzia sono stati emessi dalla magistratura di Palermo per gli interminabili lavori destinati ad ampliare e restaurare il Teatro Massimo. A vent'anni dalla chiusura (l'ultima rappresentazione fu del «Nabucco» nel 1974) e mentre continuano nell'inadatto Teatro Politeama le recite dell'ente lirico per anni il secondo d'Italia dopo La Scala, è dunque più che mai scandalo. Un avviso di garanzia ha colpito anche un assessore della giunta Orlando, Nicolò Scialabba, che si è subito «autosospeso» dall'incarico. Tre arresti, ordinati dal gip Gioacchino Scaduto su richiesta dei pm Lorenzo Matassa e Nicola Gozzo, sono stati eseguiti. Riguardano: l'ingegner Ernesto Calcara, già dirigente dell'Agenzia per il Sud, ex Cassa per il Mezzogiorno, l'ente finanziatore delle opere; l'ingegner Costantino Greco, dirigente tecnico dell'Agensud; l'imprenditore Ignazio Ranieri, titolare della Sageco che, unica concorrente, si era aggiudicata l'appalto del 1986 per la ristrutturazione del palcoscenico. Il fratello di Ignazio, Luigi, fu assassinato anni fa dalla mafia dopo essersi rifiutato di pagare ai boss tangenti miliardarie in cambio degli appalti. La Sageco non sarebbe iscrit- ta nella categoria «3A» delle imprese autorizzate ai restauri dei monumenti. A Ranieri e a Greco sono stati concessi gli arresti domiciliari. Una quarta persona colpita da ordine di custodia cautelare è il direttore dell'Ufficio rapporti extraregionali della Regione Sicilia, Orazio Aleo, per anni rappresentante del pei nella commissione di controllo di Palermo. Aleo ieri era irreperibile. I reati ipotizzati: abuso d'ufficio e falso in atto pubblico. Il gip ha inoltre disposto la sospensione dall'attività professionale, per due mesi, del progettista dei restauri, l'architetto Gianni Pirrone, docente nella facoltà di Architettura a Palermo. Fra i 15 «avvisati», l'ex presidente de della Regione Rino Nicolosi (per lui è l'ennesima inchiesta giudiziaria) e il presidente di sezione del Tar della Sicilia, Giorgio Giallombardo. Ma l'avviso di garanzia che ieri ha avuto più risonanza è quello relativo a Nicola Scialabba, esponenete di punta della giunta di Leolouca Orlando, «City manager», assessore alla Macchina comunale. E' stato lo stesso sindaco a dare notizia dell'«awiso» e dell'«autosospensione» di Scialabba nella seduta del Consiglio comunale convocata ieri per l'esame dei bilanci delle aziende municipalizzate. Il gesto dell'assessore è stato apprezzato da tutti i capigruppo consiliari. Scialabba è coinvolto nell'inchiesta quale componente della commissione regionale di collaudo, che vistò lavori per decine di miliardi. Orlando in Consiglio ha detto che Scialabba si era dimesso a suo tempo dall'organismo, denunciando inadempienze dell'impresa appaltatrice. Il «Massimo» è una gloria di Palermo: in stile liberty, fu costruito da Giovan Battista Basile e dal figlio Ernesto, e inaugurato nel 1897 con il «Falstaff» di Verdi. Nella prima stagione vi cantò l'esordiente Enrico Caruso. Nei giorni scorsi, alla scadenza del consiglio di amministrazione del «Massimo» per la cui stagione sta cantando in questi giorni Raina Kabaivanska con «Madama Butterfly», la Cgil aveva chiesto l'immediato rinnovo dei vertici dell'ente lirico. Il sindacato non aveva escluso responsabilità dei dirigenti del teatro, che invece per anni si sono descritti come le prime vittime dell'assurda situazione determinata dal ritardo dei lavori. Antonio Ra vi dà L'uomo di punta della giunta si è autosospeso Coinvolto anche l'ex presidente Nicolosi, de Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha difeso l'assessore: «Aveva già lasciato la commissione di collaudo dei lavori denunciando inadempienze»
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