«Cari americani siamo pronti all'ora X»

Il Presidente: verificheremo i fatti, ma sappiate che non ci sono missioni senza rischi Il Presidente: verificheremo i fatti, ma sappiate che non ci sono missioni senza rischi «Cari americani, siamo pronti all'ora X» Clinton in tv. chi bara la pagherà WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Siamo pronti». Bill Clinton ha annunciato ieri la determinazione degli Stati Uniti a far rispettare l'ultimatum sulla Bosnia con un messaggio radiotelevisivo agli americani, in gran parte distratti dal primo fine settimana di bel tempo dopo molti mesi. Il presidente ha aspettato fino all'ultimo momento - l'ultimatum scade attorno alla mezzanotte di oggi - per mobilitare l'opinione pubblica attorno a una missione che potrebbe costare parecchie vite da una parte e dall'altra e che rappresenterebbe la prima azione militare vera e propria condotta dalla Nato nella sua storia. Ma sembra ormai deciso a parlare di politica estera il meno possibile e il suo discorso di ieri, più che una danza di guerra, è stata una «precauzione nel caso che». E, per quanto riguarda l'opinione pubblica più avvertita, sono pochi a credere che la minaccia di una rappresaglia aerea si concretizzerà davvero. Almeno per ora. «Se i serbi e gli altri - ha detto ieri Clinton - rispetteranno pienamente l'ultimatum della Nato, non ci sarà bisogno di usare la forza contro nessuno. Ma noi siamo decisi a far rispettare la parola della Nato e siamo pronti a agire. Le nostre azioni verranno determinate da una sola cosa: i fatti». Poi il Presidente ha appesantito la minaccia: «Chi rifiuterà di rispettare l'ultimatum pagherà un pesante prezzo». Infine, mettendosi preventivamente al riparo dalla sfortuna, ha avvertito: «Non esistono missioni completamente prive di rischi e ci possono essere delle perdite». Il discorso del Presidente era stato preceduto da alcune dichiarazioni del segretario di Stato Warren Christopher, mostratosi molto scettico sul fatto che i serbi stiano davvero ritirando il grosso delle loro armi pesanti dai dintorni di Sarajevo. A bordo della portaerei Saratoga, l'ammiraglio William Wright ha sostenuto lo scetticismo di Christopher con i risultati dei voli di ricognizione e i rapporti dell'Intelligence. Minacce (di Clinton) e scetticismo (di Christopher) fanno parte di un copione obbligato per non svuotare l'ultimatum del suo significato. Ma, mentre in Europa e in Russia resta forte l'opposizione a at¬ tacchi aerei punitivi, un'altra parte del discorso di Clinton ha rivelato che anche la determinazione americana non è così granitica. «Voglio dirlo chiaramente ha sottolineato il Presidente nel suo messaggio -. E' l'Europa che deve sostenere la maggiore parte di responsabilità per risolvere questo problema (la Bosnia, ndr.) e indubbiamente così sta avvenendo». Gli americani, quindi, intendono mentenere un atteggiamento defilato rispetto alla Bosnia, innanzitutto perché non hanno alcuna intenzione di inviare loro truppe di terra. L'amministrazione è stata colta completamente di sorpresa due giorni fa dalla decisione del governo russo di inviare in Bosnia 400 paracadutisti. Il capo della Sicurezza nazionale, Anthony Lake, ha appreso la notizia dalla «Cnn». Christopher, nonostante fosse stato poche ore prima a lungo al telefono con il suo collega russo Andrei Kozyrev, era all'oscuro di tutto. Sembra che qualche vago accenno fosse stato fatto dal ministro per la Difesa Pavel Grachov al suo esordiente collega William Perry, che, con un'imbarazzante decisione, ha tralasciato di riferire. Dal quartier generale Nato di Napoli, si informa che, qualora gli attacchi aerei avvenissero, non si tratterebbe di un'azione di massa, ma di bombardamenti selettivi secondo la tattica dell'«approccio a fasi». Si colpisce un primo obbiettivo, si valuta la reazione e, nel caso, se ne seleziona un secondo. L'ufficiale della Nato che ha fornito queste informazioni ha anche avvertito che, attualmente, le condizioni meteorologiche sulla Bosnia sono pessime. «Pessime da impedire eventuali attacchi?», gli è stato chiesto. «Sì», è stata la sua risposta. Paolo Passarmi Si aspetta l'arrivo dei russi mentre la radio cancella il rock e trasmette nenie arabe 01 GLI UOMINI DELL'ULTIMATUM CLINTON // Presidente ( Isa vuole che i serbi rispettino integralmente i termini dell 'ultimatum ROSE Il generale inglese, eroe delle Falkland, deve accertare sul campo il ritim serbo A.tASHI l.'inviato di Ghaliperl'ex Jugoslavia, gia >ponese, ha ricevulo | la delega per decidere i raid ELTSIN Chiede che l'ultimatum sia revocato per non ostacolare l'iniziativa di pace di Mosca —; — GHALI Il segretario Onu ha accettato dopo molte esitazioni la strategia della pressione militare KARADZIC // leader dei serbi di Bosnia ha pwmesso (ai russi) che lutti i cannoni saranno ritirati presidente bosniaco Izetbegovic Nella foto grande un convoglio di aiuti scortato da blindati delle Nazioni Unite icino a Medjugorje [FOTO REUTE