In Francia sotto la Galisia di Guido Novaria
Tre chilometri di galleria per collegare la Valle Orco alla Val d'Isère Tre chilometri di galleria per collegare la Valle Orco alla Val d'Isère In Francia sotto la Galisia Dopo quarant'anni si riparla del traforo Esce dal cassetto dopo quarant'anni il progetto del traforo della Galisia per collegare l'Italia alla Francia attraverso la valle Orco. Era stato bocciato nel '55, nonostante il notevole interesse dimostrato dai francesi della vai d'Isère. Motivo? «La precaria situazione della viabilità sul versante italiano non consente di prevedere un collegamento simile, anche se la realizzazione di un tunnel di soli tre chilometri non rappresenterebbe un'opera di particolare difficoltà» avevano sentenziato i tecnici di un comitato italo-francese voluto allora dal senatore Giorgio Anselmi, il padre non solo del traforo della Galisia, ma anche del collegamento fra valle Orco e Valsavarenche, attraverso il pian del Nivolet. Il tunnel per la vai d'Isère è rimasto sulla carta, la strada per Pont Valsavarenche si è interrotta a poche centinaia di metri dal suo sbocco dopo le proteste degli ambientalisti. Adesso i sindaci della valle Orco e Soana vogliono ridare slancio al progetto. Si sono dati appuntamento oggi alle 15 a Locana per parlare soprattutto delle opportunità offerte dalla Cee per i progetti transfrontalieri. L'on. Bruno Matteja si è incontrato pochi giorni fa a Parigi con colleghi svizzeri e francesi attenti ai problemi della montagna. «E' necessario fare uscire dall'isolamento le nostre valli, che hanno moltissimo da offrire; questo salvaguardando il patrimonio ambientale di una zona compresa nei confini del Parco nazionale del Gran Paradiso» spiega Matteja. Gli scavi per il traforo della Galisia dovrebbero iniziarsi all'altezza della diga Aem al Serrù a quota 2800 metri sopra Ceresole, la galleria sbucherebbe in territo¬ rio francese a Fornet e di qui s'innesterebbe sul raccordo stradale dell'Iseran. «Aprire uno sbocco con la Francia creerebbe opportunità nuove per la nostra economia» dicono gli amministratori delle valli canavesane decisi a dar vita a un «Comitato del traforo della Galisia» basato su presupposti nuovi rispetto a quasi mezzo secolo fa. «Oggi la viabilità della valle Orco è nettamente migliorata, salvo pochi punti critici da eliminare lungo la statale 460» dicono a Ceresole. «Il traforo non creerebbe impatti ambientali, le opportunità di finanziamento offerte dalla Cee sono tutte da sfruttare». Tuttavia non macano le perplessità. Critici gli ambientalisti: «Si continua a pensare a un rilancio turistico di queste zone progettando strade. Sulla statale della valle Orco si sono spesi decine di miliardi, non vorremmo che dietro al traforo della Galisia si nascondesse l'ennesimo alibi di una zona che non ha mai investito seriamente nel turismo legato al Parco nazionale». Cauto il presidente della Provincia, Luigi Ricca: «Verifichiamo il progetto, anche se mi pare che sul versante francese oggi non dimostrino l'interesse del passato». Riserve arrivano dai responsabili del Parco del Gran Paradiso: «C'è da regolamentare l'accesso automobilistico al Pian del Nivolet, non è pensabile incrementare il flusso di traffico nell'oasi protetta, gli esempi di altre nazioni vanno in direzione opposta». E concludono: «Per noi il collegamento con la Francia c'è già, passa su un sentiero attraverso il colle della Losa, e unisce due fra i più bei parchi d'Europa». Guido Novaria x^Cogne la Grivola m3969 PARCO NAZIONALE yr pont GRAN PARADISO,/ Col Nivolet' M, Colombo ^y m2848 .ceresoleJ^3^ A Rosone TRAFORO DELLA GALISIA Forno Alpi Locana" Chialamberto Cantoira
Persone citate: Bruno Matteja, Giorgio Anselmi, Losa, Luigi Ricca, Matteja, Rosone
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