Falck indagato per un crack di Alberto Gaino

Cronaca di Torino Concorso in bancorotta fraudolenta di settanta miliardi Falck indagato per un crack Inchiesta sul fallimento Mediogest Col fiato sospeso 2500 risparmiatori Alto e grosso com'è, Alberto Falck, presidente dell'omonimo gruppo industriale, riempiva il vano della porta dell'ufficio del pm nell'uscirne con espressione apparentemente sicura, alle diciassette e quarantacinque di ieri. Dietro di lui gli avvocati Bana e Lageard: «Non abbiamo dichiarazioni da rilasciare». L'esponente della nota famiglia dell'acciaio si era presentato tre ore prima con i suoi legali dal pm Alessandro Prunas, che da tempo aveva iscritto il nome dell'imprenditore nel registro degli indagati per il crack Mediogest (provvisoriamente attorno ai 70 miliardi e destinato a lievitare). L'ipotesi di reato è di concorso in bancarotta fraudolenta: l'accusa che ha portato in carcere Luciano Errani - amministratore delegato della società di intermediazione mobiliare, la prima Sim fallita - e alcuni collaboratori. Alberto Falck ed altri imprenditori (fra cui Giovanni Arvedi) entrano nell'inchiesta come soci di Fincomid, la finanziaria milanese in cui - nel 1989 - acquistò una partecipazione del 18,7 per cento la finanziaria torinese Everyfin, controllata dallo stesso Errani che vi aveva parzialmente dirottato i risparmi dei clienti Mediogest. La gran parte, per molte decine di miliardi, erano finiti in Fincomid. Adesso i 2500 risparmiatori traditi dalla Sim si ritrovano per le mani soprattutto quelle azio- ni. Quanto valgono? Fincomid non è mai stata quotata ufficialmente in Borsa e non era quindi sottoposta ai controlli della Consob. La finanziaria ha nel portafogli partecipazioni a numerose società (fra cui la tv torinese Gip), Mediogest compresa. Dal reticolo di intrecci azionari è saltato fuori l'ibrido di una Sim che investe il denaro affidatole in una finanziaria che la controlla al 96,3 per cento attraverso un'altra società ancora, la Mobilvalor, anch'essa portata in dote da Errani. La notizia che anche Falck è indagato è trapelata solo ieri, con l'arrivo in Procura dell'industriale in compagnia dei suoi legali. Il riserbo che l'aveva avvolta per settimane è stato interrotto nei corridoi di via Tasso dalla precisazione che formalmente la posizione di Falck è analoga a quella di Errani. Nella sostanza può rivelarsi molto diversa. Intanto il curatore fallimentare di Mediogest, il commercialista Pietro Cerri, sta tentando di orientarsi nel caos della contabilità della Sim. Tanto meno i risparmiatori Mediogest erano stati messi al corrente di essere diventati i soci di maggioranza di Fincomid ac¬ canto a Falck e Arvedi (entrambi dirigenti dell'Ucid, l'associazioen degli imprenditori cattolici), al commercialista milanese Aletti e alla famiglia Silva. L'intraprendente Errani (che aveva fatto apprendistato come broker d'assalto alla Ali Leasing di Aldo Bersano, protagonista di una bancarotta di 180 miliardi) collocò presso i clienti 24 milioni di azioni Fincomid, a 2 mila lire l'una, per tentare di movimentare il titolo sui mercati borsistici paralleli a quello ufficiale. E questo non fu che l'ultimo atto. Alberto Gaino Tre ore dal giudice il presidente dell'omonimo gruppo industriale Già in carcere il responsabile della finanziaria L'industriale Alberto Falck è da tempo iscritto nel registro degli indagati a Torino

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