Un decalogo rosa contro il maniaco

Un decalogo rosa contro il Un decalogo rosa contro il EGOLA numero uno: arrivare sotto il portone con >le chiavi pronte per non doversi fermare, nel buio, a frugare nella borsetta. Una banalità? Forse. Ma anche una delle buone regole per evitare il rischio di un'aggressione. Vale per tutte le donne, anziane e bruttine comprese. E' accertato: per lo stupratore spesso non si tratta di interesse sessuale, ma di desiderio di umiliare. Il nostro decalogo è la sintesi di un ventaglio di suggerimenti degli avvocati Giovanna Feola e Anna Bonfani di Telefono Rosa, l'associazione di volontarie che offre sostegno psicologico e legale alle vittime di violenza. Begole ovvie, ma talvolta pericolosamente trascurate: di notte mettere sempre la sicura alle portiere dell'auto, non aprire il finestrino per rispondere a richieste di informazioni o aiuto; mai salire in ascensore con uno sconosciuto; mai accettare passaggi da sconosciuti. Le situazioni a rischio sono diverse. «Quando si risponde a un annuncio di lavoro come colf o baby-sitter - spiegano gli avvocati - non accettare mai appun¬ tamenti in auto o per strada. Stare in guardia se ad offrire il posto è un uomo e controllare sempre alla Sip i dati forniti dal potenziale datore di lavoro. Al primo appuntamento, farsi accompagnare e aspettare da un amico o un parente». E ancora: «Non accettare colloqui in auto o in luoghi insicuri vale anche per gli incontri chiarificatori richiesti da ex mariti o ex fidanzati violenti: lo stupro da parte di uomini conosciuti è molto più frequente di quanto s'immagini». É' la violenza più subdola. «Gli aggressori si difendono dicendo "lo voleva anche lei". Per questo, nel caso di lesioni bisogna trovare la forza per andare subito in ospedale: un referto dei medici è essenziale». Le volontarie di Telefono Rosa (011/5628314, via Assietta 13/a) lanciano anche un'esortazione, nel caso più drammatico: quello in cui la violenza sia avvenuta e da parte di uno sconosciuto. «Bisogna cercare di ricordare il maggior numero di dettagli: auto, targa, caratteri somatici, tic, accento. E trovare la forza di denunciare, senza vergogna. Non ci stancheremo mai di ripeterlo». Al di là dei suggerimenti di ordine pratico, però «non è compito del volontariato - dice Leila Menzio, vicepresidente di Telefono Rosa - individuare strategie per combattere la violenza. Sarebbe deresponsabilizzante per le istituzioni. Le donne hanno lottato per l'emancipazione ed è ovvio che ora vadano al cinema sole e rincasino sole, ma le città non si sono adeguate: le strade dovrebbero essere più illuminate, i mezzi di trasporto avere orari più lunghi. Ci sono tante scuole serali, mai un vigile che ne controlli l'uscita». La battaglia contro la violenza resta però soprattutto un fatto di educazione, di cultura: è accertato, di norma lo stupratore non è un pazzo, né un alcolista o un drogato. «Continua a mancare dice Leila Menzio - il rispetto per il corpo della donna. E in questo senso pornografia e pubblicità hanno un ruolo determinante perché presentano una creatura "inventata" per piacere all'uomo, disumanizzata, con una funzione di schiava sessuale». Da quasi vent'anni le donne chiedono una legge adeguata. «Non è successo nulla. Tuttora lo stupro è un reato contro la morale e non contro la persona. Se la donna fosse tutelata davvero, non ci sarebbe l'attuale 80 per cento di denunce non presentate». Maria Teresa Martinengo Attenzione al garage e agli ascensori 1 1A DIFESA IN 10 PUNTI Se ci si sente seguite, evitare di rifugiarsi in luoghi bui, deserti (compreso l'androne di casa propria). Se si è seguite in auto, di sera, non parcheggiare, ma dirigersi verso la questura o i carabinieri. Mai rimanere a motore spento sotto casa per cercare le chiavi, ma prepararle mentre si arriva. Non parcheggiare nei box sotterranei di notte. Meglio rischiare il furto dell'auto che un'aggressione. Tenere in tasca una lacca o deodorante spray alcolico. Se aggredite, contrapporre violenza e urlare. In bus, di notte, prenotare la fermata all'ultimo momento. Tra due strade, imboccare la più illuminata. Le ragazzine non devono mai tornare a casa da sole la sera. 8 Chiedere a chi ci accompagna in auto sotto casa di attendere per vedere illuminarsi le finestre sulla via. Se si rincasa sole e nessuno ci aspetta, concordare una telefonata per far sapere di essere arrivate. 10 Rispondendo ad annunci di lavoro (baby-sitter, ecc.), mai accettare appuntamenti in auto. Lelia Menzio, vicepresidente di Telefono Rosa: «La città non difende le donne»

Persone citate: Anna Bonfani, Giovanna Feola, Leila Menzio, Lelia Menzio, Maria Teresa Martinengo