Bettega: che peccato non giocarlo

Domani a Torino il derby, il primo dell'ex giocatore da responsabile della Juventus Domani a Torino il derby, il primo dell'ex giocatore da responsabile della Juventus Bettega: che peccato non giocarlo «In tribuna non posso far nulla se non tifare Ravanelli Diedi 4 al Trap soltanto perché c'era di mezzo il Toro» TORINO. L'uomo del nuovo corso juventino è immerso nel lavoro, la bianca cabeza abbassata su una risma di fogli misteriosi. Sul tavolo nero, stretto e lungo, un tavolo da riunioni più che una scrivania dirigenziale, due agende aperte e un calendario con le ultime 11 domeniche di campionato cerchiate di verde. Il cammino della speranza. In un angolo la mazzetta dei giornali, gli articoli sulla «rivoluzione di piazza Crimea» passati con l'evidenziatore. Su una sedia la giacca blu. Roberto Bettega indossa un gilet rosso fuoco. Occupa questo ufficio da 24 giorni. Da mercoledì è vicepresidente, domani c'è il derby, due scuse buone per fargli visita, sperando di capire qualcosa su quanto potrà e dovrà ancora avvenire. «No, per piacere, niente block notes» accenna bonipertianamente di fronte ai taccuini che si aprono. «Comunque, non ho segreti, vedete». E mostra il contenuto dei fogli protocollo, sono le pagelle scolastiche dei boys bianconeri ospiti del pensionato. L'opera di rinnovamento parte dalle fondamenta. «Il derby, umh. L'ultimo da giocatore l'ho perduto, il 3-2 in pochi minuti, non riesco ancora a spiegarmi che cosa accadde, nel calcio non c'è logica. Quello di domani è importante e credo che i giocatori non risentiranno delle novità societarie, sono professionisti e come tali preparati a dare il massimo in qualsiasi situazione. Anche per il Toro conta molto, se noi ci battiamo ancora, come sempre, per lo scudetto, a loro interessa la zona Uefa». «Stavolta il derby coincide con la crisi economica cittadina, le novità nei due club, le voci di mercato su tecnico e calciatori? In campo non cambia nulla, gli uni cercheranno di prevalere sugli altri e io ho fiducia nei bianconeri. Da giocatore partecipavo di più, sapevo di poter influire sul risultato, ora sono uno spettatore molto interessato ma non posso far nulla, o quasi». «Come si comporteranno i nostri tifosi? Non sono nella testa degli altri ma credo che alla fine, allo stadio, ci saranno tantissimi sostenitori bianconeri e tutti si faranno sentire. Anch'io sono stato critico con la Juve. Ma non ritorniamo sul "4" a Trapattoni. Ammetto, forse sono stato più duro proprio perché era un derby con in ballo la finale di Coppa Italia. Ho ereditato da tempo la voglia di vincere di Boniperti, è stata quella a tradirmi. A proposito, Boniperti ha fatto fin troppo, ha vinto tutto! Ma questo non scrivetelo. Ha dato un'impronta storica alla Juve ma si deve andare avanti. Così come quella di prima non era solo la Juve di Boniperti, oggi non è solo quella di Bettega. Perché Giovanni Agnelli non va più al Delle Alpi? Non lo so, neppure domani ci sarà». «Come penso di agire per preparare una Juve competitiva in clima di austerity? E' una domanda valida per tutte le 36 società di A e B. E' più facile risparmiare che vincere. Ma non Ragazzacci hanno cotto salsicce sulla fiamma olimpica di Lillehammer: lo hanno detto gli organizzatori, annunciando son/eglianza severa. Forse i rei si sono ispirati a Pindaro, secondo cui nessun calore eguaglia il fuoco olimpico, prendendolo quasi alla lettera: cuoco olimpico. esiste un'equazione sicura. Spiegatemi se c'è rapporto tra lo spendere e i successi. E non parlo della Juventus, sia chiaro...». «Quali difficoltà mi aspettano? Ve lo dirò fra qualche mese. Sarei bugiardo se vi dicessi di aver già stilato una classifica dei vari ostacoli da superare. Sono tutti grossi. Ma ogni lavoro ne ha, l'importante è metterci entusiasmo. E mia moglie sa che questo impegno non mi pesa. Una moglie accetta quando vede il marito soddisfatto». «Mi chiedete se c'è un Bettega in campo nella Juve? Beh, ima cabeza bianca che sta facendo bene è Ravanelli: ha dimostrato dedizione alla maglia, ma non mi piace elogiare i singoli. E' facile dire Ravanelli come Bettega, Fortunato come Cabrini ora che anche Antonio è tornato fra di noi. C'è una sola verità. I tifosi non smetteranno di tifare per la Juve indipendentemente dai protagonisti. Neppure quando ha lasciato Platini la squadra ha perso il sostegno». «Che cosa bolle in pentola? E' inutile che vi dica che sbagliate sul nome del futuro tecnico o su quello del direttore sportivo. Il giorno dopo la vostra fantasia si scatenerebbe a caccia di un altro candidato. Meglio lasciarvi scrivere. Magari io leggo e mi date qualche idea. Adesso scusatemi, devo parlare con una signora che comincia a lavorare per noi». E' Teresa Gastaldo, la nuova responsabile dell'amministrazione di casa bianconera. Prego, si accomodi, Bettega ha fretta di cominciare a vincere. Franco Battolato Bettega (sin): «La Juve pensa allo scudetto, il Toro lotta per l'Uefa» Mondonico (a destra): «Con Fusi e Fortunato ho meno paura»

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