Ma il commercio vuole una carta dei diritti

Ma il commercio vuole una carta dei diritti Ma il commercio vuole una carta dei diritti IL PAESE DEI TRBBUTB R MILANO IUNIONI come questa mi ricordano, quelle della Francia prerivoluzionaria. Prima della Bastiglia ci furono i cahiers de doléances». Chiude così Giulio Tremonti, teorico del federalismo fiscale, possibile ministro delle Finanze dopo il 27 marzo, almeno se prevarrà il polo delle libertà. E davanti a lui, per la verità, è schierato tutto lo stato maggiore della Confcommercio, Francesco Colucci in testa. Si parla di carta dei diritti del contribuente, di semplificazione dei rapporti con l'amministrazione tributaria. Ma l'obiettivo è più ambizioso, ovvero tracciare le prime linee di una nuova politica tributaria: meno prelievi sul reddito, più tasse sui consumi e, infine, un rapporto nuovo tra finanza locale e centrale. Subito, però, occorre partire con la carta dei diritti del contribuente, angariato dalla pressione fiscale ma anche da un rapporto frustrante con gli uffici. «Così - spiega Brunello, responsabile del fisco di Confcommercio - si può ridurre la pressione del fisco di 3 punti in cinque anni. Di più è impossibile, non prendiamoci in giro. Ma attenzione: tra le imprese individuali, c'è chi paga il 60-70% sul reddito accertato. E' un cappio intollerabile». «Il bestiario fiscale - incalza Tremonti - è al di là di ogni immaginazione. Le tasse sono più di cento, ma quattro imposte garantiscono il 60% delle entrate. E se vinceranno i progressisti? Visentini metterà nuove tasse...». «La dittatura fiscale italiana - continua - si basa sulla confusione e su aliquote che portano la pressione fiscale normale al 65%, generando evasione. Spezzare le aliquote, ridurre la quantità delle leggi, concentrare le agevolazioni sull'ambiente, il Sud e il lavoro. Questo dovrà fare un fisco nuo- vo, in una logica federalista. Anche se, fino al 27 di marzo, saranno in tanti a fingersi federalisti». Sorridono gli uomini della Confcommercio: no, non è più tempo delle sparate di Bossi. Alcune idee si sono diffuse, hanno trovato alleati, dignità scientifica. E le truppe del commercio, dell'artigianato e tanti altri sono pronti a combattere la partita contro la macchina fiscale senza timori reverenziali o complessi da evasori. «La tassazione - spiega Tremonti - deve servire a garantire il pagamento delle tasse e basta. Facciamola finita con il fisco come strumento di afflizione, di sublimazione hegeliana. Il ministro Gallo è particolarmente orgoglioso della formula del ravvedimento operoso. Ebbene, il fisco non serve a far ravvedere nessuno. Non esiste il fisco amico, al limite si possono avere amici al fisco... Ma è un'altra cosa. A nessuno piace pagare le tasse, è importante che il contribuente possa avere a diposizione l'autogoverno democratico delle spese». La sala applaude. Gli obiettivi sono ambiziosi, senza alcuna eccitazione da rivolta fiscale. Dopo la carta dei diritti del contribuente, le truppe del rinnovamento fiscale intendono battersi per ridurre il prelievo sul reddito, anche agevolando gli investimenti e riducendo le aliquote. E poi occorre dare spazio all'autonomia impositiva sul territorio. Soprattutto, bisogna ridurre la pressione su chi paga per davvero.. «E una carta dei diritti - chude Tremonti - è un buon modo per cominciare. La storia insegna...». Ugo Bertone COSA FARE SUBITO lo carta dei diritti del contribuente 1] Autoregolamentazione dell'attività normativa e di interpretazione ministeriale. 2] Vietati i comunicati-legge del ministero, le leggi retroattive, i decreti legge rinnovati più volte. 3] Impegno del Parlamento a non far proliferare le innovazioni fiscali. La semplificazione degli adempimenti formali 1] Semplificare gli adempimenti formali e rivedere il sistema delle sanzioni. 2] Eliminare bolla di accompagnamento dei beni viaggianti. 3] Soppressione dell'obbligo di vidimazione annuale delle scritture contabili. 4] Riconoscere a tutti i contribuenti la possibilità di scelta dello strumento più idoneo (scontrino ovvero ricevuta fiscale). I/obiettivo Far scendere il carico fiscale di tre punti percentuali sul Pil in cinque anni.

Persone citate: Bossi, Brunello, Francesco Colucci, Gallo, Giulio Tremonti, Tremonti, Ugo Bertone, Visentini

Luoghi citati: Francia, Milano