La Borsa promuove il nuovo vertice Bnl di Valeria Sacchi

La Borsa promuove il nuovo vertice Bnl E Sarcinelli già pensa alla privatizzazione La Borsa promuove il nuovo vertice Bnl MILANO. Piazza Affari ha salutato il nuovo presidente Mario Sarcinelli e l'amministratore delegato Gino Trombi con il migliore degli alzabandiera: il titolo di risparmio di Bnl, unico titolo quotato dell'istituto, ha guadagnato il 14,8%. In Borsa, insomma, è piaciuta sia la rapidità con la quale il ministro del Tesoro Barucci, d'accordo con il presidente Ciampi e il governatore Fazio, ha deciso il rinnovo dei vertici Bnl, sia la scelta. Caduta su due banchieri, noto il primo per la sua intransigenza, il secondo per la sua competenza. Sarcinelli ha già anticipato un nuovo traguardo: la privatizzazione di Bnl, ed ha perfino accennato ad una «possibile quotazione a New York che potrebbe portare benefici». Aggiungendo: «La Bnl non può perdere l'opportunità che altri concorrenti stanno cogliendo, diventando privati». Ciampi, con una nota della presidenza del Consiglio, ha tenuto a precisare che «nessuna interferenza di partiti politici vi è stata né poteva esserci sulle designazioni ai vertici della Bnl». Recita inoltre la nota: «Le designazioni sono state effettuate in coerenza con la linea sempre seguita dall'attuale governo, dalle autorità istituzionalmente competenti senza consultazioni, formali o informali, con chicchessia». Effettivamente, le nomine sono scaturite dall'intesa tra Ciampi, Barucci e Fazio. Ancora una volta perfettamente sincronizzati tra loro nel tempismo di dichiarazioni e decisioni. Ma indicano anche un accorto equilibrio di scelte: Sarcinelli, banchiere laicissimo vicino alle sinistre, Trombi proveniente dalle banche venete, tradizionalmente cattoliche. Un mix ottimale, che garantisce perfetta professionalità e assoluto rigore. Il «segnale forte» che Ciampi aveva anticipato la scorsa settimana è dunque arrivato, in fretta, a suggello di due linee precise sulle quali il governo uscente ha fondato la sua politica: rinnovamento e privatizzazioni E del resto anche lo stesso Baruc- Mario Sarcinell ci, intervenendo ieri a Viterbo alla presentazione di una raccolta di scritti di Guido Carli, curata da Paolo Peluffo, ha ricordato che, senza Tangentopoli, le privatizzazioni sarebbero forse rimaste sulla carta. Ma si è detto, delle privatizzazioni, «arciconvinto». A poche ore dalla sua designazione, Sarcinelli ha già preso in pugno la situazione. Dichiarando, appunto, che è sua intenzione portare la Bnl verso un futuro privato. E si è già rimboccato le maniche. «Avrò molto da lavorare. Soprattutto dovrò preparare il terreno alla futura privatizzazione. Qualcuno mi ha chiesto con quale tecnica avverrà, è presto per parlarne. I tempi sono prematuri. Non sarà ne domani né dopodomani, sicuramente entro un anno o due». Sarcinelli ha tuttavia prudentemente sottolineato di dover prendere visione della realtà della banca. Ha concluso: «Dovrò capire se dietro i buoni risultati di bilancio ci sono fatti accidentali, se sono stati fatti tutti gli ammortamenti che si devono fare, e tutte le assegnazioni ai fondi ri schi, specialmente in una fase come l'attuale, caratterizzata da forti sofferenze». Né si nasconde Sarcinelli i pericoli nuovi che potranno sorgere per Bnl dalle carte messe a disposizione dal Parlamento americano, e del loro impatto, non tanto «dal punto di vista sostanziale, ma per il clamore che potranno sollevare». Ora i problemi cominceranno per i due amministratori delegati che hanno guidato Bnl a fianco del presidente Giampiero Cantoni. Sull'operato di Davide Croff e Umberto D'Addosio non ci sono obiezioni, e teoricamente essi possono restare al loro posto. Ma è chiaro che l'arrivo di Trombi, automaticamente, toglie loro potere, poiché sarà Trombi ad accentrare nelle sue mani la gestione. Cosicché starà a Croff e D'Addosio trarre le conclusioni del «segnale forte» delle autorità monetarie. E decidere che fare. Valeria Sacchi Mario Sarcinelli

Luoghi citati: Milano, New York, Viterbo