Giugni: sulla Fiat domani chiudiamo di Francesco Manacorda
Oggi la trattativa riprende a oltranza, ma all'interno della Fiom resta qualche dissenso Oggi la trattativa riprende a oltranza, ma all'interno della Fiom resta qualche dissenso Giugni: sulla Fiat domani chiudiamo / sindacati soddisfatti per le aperture dell'azienda: rimossi gli ostacoli Tre Cobas di Arese nell'ufficio del ministro hanno interrotto il negoziato ROMA DAL NOSTRO INVIATO" «Tutti in carrozza, si parte», avvisa il capotreno Gino Giugni. E questa volta per il convoglio della trattativa Fiat il viaggio sembra essere senza fermate fino alla conclusione dell'accordo. Il ministro del Lavoro fissa anche la data dell'arrivo: «Se non ci saranno intoppi domenica si può chiudere la trattativa». Una ventata di ottimismo che arriva a mezzanotte di ieri, dopo un' altra giornata di sfibranti contatti e dopo che Giugni ha messo sindacati attorno a un tavolo e ha spiegato che l'accordo va fatto e che ci sono punti di apertura sui quali metalmeccanici e Fiat possono far ripartire la trattativa. Sfilano i protagonisti della trattativa e i commenti sono distensivi. L'azienda, spiegano, è disposta a evitare la cassa integrazione a zero ore per tre anni, adottando invece la rotazione legata al rinnovo della gamma produttiva; accetta di mettere a punto un sistema di verifica dell'accordo, e prepara una verifica tecnica per discutere la possibilità di applicare i contratti di solidarietà nei vari stabilimenti. «La Fiat è disponibile a impegnarsi direttamente por la ristrutturazione della Sevel Campania - aggiunge Susanna Camusso, segretario nazionale della Fiom - e a dare delle certezze per alcuni insediamenti industriali come Mirafiori». «E' un passo avanti considerevole rispetto al 14 gennaio», conclude. E an- clie Pier Paolo Baretta, segretario della Firn vede rosa: «Sono stati rimossi gli ostacoli che avevano determinato la rottura del 14 gennaio, adesso bisogna vedere se la disponibilità della Fiat corrisponderà agli impegni che secondo noi sono necessari». Anche l'azienda è soddisfatta. «Stiamo entrando nella dirittura finale», commenta il direttore del personale della Fiat Auto Maurizio Magnabosco. Oggi quindi, come spiega Giugni, «si entra nella fase conclusiva della trattativa: analizzeremo tutte le tecniche di gestione degli esuberi»: si parlerà quindi anche di prepensionamenti, chiesti dalla Uilm e sui quali sembrava negli ultimi tempi esserci qualche problema. Anche per risolvere eventuali difficoltà sui prepensionamenti Giugni incontrerà stamattina il presidente del Consiglio Ciampi. Per il momento il ministro non ha saputo dire se Fiat e sindacati si risiederanno insieme attorno allo stesso tavolo o se anche le prossime tappe forzate della trattativa si svolgeranno attraverso gli incontri separati, come è accaduto finora. La svolta distensiva di ieri notte non arriva inaspettata, ma negli ultimi due giorni era sembrato talvolta che potesse sfumare. Dopo la presa di posizione della Fiom di giovedì («non ratificheremo il piano industriale della Fiat»), il ministro ha reagito giovedì notte in modo deciso. In un comunicato ha an¬ nunciato che avrebbe convocato le parti - come poi ha fatto - per «comporre tutti gli elementi» e «pervenire alla definizione complessiva della vertenza»: Ma soprattutto Giugni ha sottolineato «l'inscindibilità dei vari aspetti della vertenza». Come a dire che chi si siede al tavolo della trattativa dovrà prendere o lasciare un accordo in toto: piano industriale e accordo di programma sono legati e non si può rifiutare il primo e accettare il secondo. Del resto anche gli altri partecipanti alla trattativa sul fronte sindacale, non hanno apprezzato il cambiamento di rotta dei metalmeccanici Cgil. Una posizione «fantascientifica», ironizzava ieri mattina il leader della Uil Pietro Larizza, «non è tempo di polemiche, ma di fare l'accordo», tagliava corto D'Antoni, segretario Cisl. Ma adesso, anche se la Camusso ha sostenuto ieri arrivando al ministero del Lavoro che: «Manteniamo un giudizio negativo sul piano dell'azienda, ma senza pregiudiziali», e che comunque «si può fare un accordo pur mantenendo un giudizio negativo sul piano industriale della Fiat», la posizione della Fiom, con il proseguire dei contatti, appare sempre di più un distinguo formale e sempre meno un'opposizione sostanziale all'accordo. L'unica incognita sembra restare l'atteggiamento di alcune strutture regionali della Fiom, che ancora ieri notte osteggiavano la strada che ha preso il negoziato. Ieri pomeriggio al ministero del Lavoro si è vissuto anche qualche momento di tensione, quando tre rappresentanti dei Cobas di Arese sono entrati nella stanza dove i segretari nazionali dei metalmeccanici erano convocati dal ministro, chiedendo di partecipare air incontro. Tutti fuori, una lunga trattativa tra i sindacati e i Cobas, poi i segretari entrano, mentre i Cobas restano fuori, bloccati da due poliziotti. Ieri mattina un'assemblea dei lavoratori di Arese, indetta dai Cobas e dalla Fmlu, aveva chiesto di sospendere la trattativa. Francesco Manacorda i Il ministro Gino Giugni e Bruno Trentin
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