Feste coatte in tempi di guerra

Feste coatte in tempi di guerra RISPONDE 0.d.B. Caro OdB, è mai possibile che, mentre siamo sotto l'incubo di guerra in casa, la minaccia di bombardamenti sulle nostre città, mentre fotografìe allucinanti mostrano bambini morti e martoriati, un popolo in ginocchio a Sarajevo, la Somalia che sanguina, ecc. ecc., le nostre città alla disperazione con migliaia di disoccupati, cassintegrati, fallimenti a catena... si parli ancora su intere pagine di giornali, con servizi televisivi, di carnevali con pagliacci in maschera, signori e signore cosiddetti rispettabili che si mettono in feluca e crinolina perché «bisogna» divertirsi?... Giulia Valdan i, Torino GENTILE signora Valdani purtroppo, mi pare non solo possibile, ma anche inevitabile dato che siamo governati da gente in maschera da sempre, senza soluzione di continuità. Lei, però, ha ragione quando si lamenta del comportamento della televisione e della stampa. «Bisogna ridere, essere allegri, divertirsi», dice lei. «Lo facciano se si sentono di farlo alcuni con la scusa della beneficenza, ma risparmiateci la pubblicazione, le cronache, le guerre con le arance ecc. accanto alle cronache tragiche che da ogni parte invocane aiuto per chi ha fame, per chi soffre, per chi muore...». Sono senz'altro d'accordo, ma le abitudini, le consuetudini, le tradizioni hanno una loro bieca resistenza, ora poi che si son fatte vieppiù consumistiche, ci vuol tempo e fatica per abbandonarle. Feste in tedi gu coatte mpi erra D'altra parte, gentile signora Valdani, quest'anno l'inclemenza del tempo è stata clemente con quelli che non possono sopportare tali feste coatte. Il freddo ha spento i fuochi artificiali di un'allegria tutta di maniera e ha reso inevitabili certe riflessioni sui pericoli e i disagi del momento. Non so esattamente, se non attraverso le lettere che mi mandate, come vada a Torino, ma so come va a Milano. Volendo parlare della situazione di Milano, ci si scontra inevitabilmente con la nuova classe dirigente insediatasi da pochi mesi che non ha fatto granché, dopo le tante, troppe promesse elettorali. Questa nuova classe dirigente non parla volentieri con i giornalisti, lamentandosi della loro slealtà e della diffusione di notizie poco corrette. Il sindaco è spesso assente per timidezza da incontri che necessiterebbero di tutte le parti in causa. E i giornalisti si arrangiano, certi rischiando e altri chiacchierando delle cose meno serie. Come ad esempio, il nostro Carnevale meneghino, dispendiosa prova di muscoli del nostro assessore alla Cultura eccetera per far vedere che almeno lui qualcosa fa. Qualsiasi cifra sia stata elargita, la rimpiangeremo. Oreste det Buono Feste coatte in tempi di guerra

Persone citate: Valdani

Luoghi citati: Milano, Sarajevo, Somalia, Torino