Spedizione contro il leader anti-Biscione
Due giovani assaltano l'agenzia di Mascia, promotore del boicottaggio alla Fininvest Due giovani assaltano l'agenzia di Mascia, promotore del boicottaggio alla Fininvest Spedizione contro il leader gufi-Biscione Ravenna, aggredito e violentato nel suo ufficio LA PUNIZIONE IN UN BLITZ RAVENNA. La notizia è tremenda e inquietante: Gianfranco Mascia, il fondatore dei Bo.Bi (boicottiamo il Biscione), nati quasi per gioco all'indomani dell'annuncio di Silvio Berlusconi sul suo ingresso nell'agone politico e rivelatisi a sorpresa piccoli ma tenaci avversari del cavaliere, è stato picchiato e violentato. Gli aggressori, ancora ignoti, erano due. Si sono presentati verso le 11 a volto scoperto nel suo studio, in via Colombo Lelli, e gli hanno chiesto se fosse proprio lui Gianfranco Mascia. Alla risposta positiva gli hanno detto: «Finalmente ti abbiamo trovato». Poi lo hanno aggredito, gli hanno tappato la bocca con un tampone e legalo mani e piedi con un filo di ferro. Dopo averlo parzialmente denudato, lo hanno violentato con un manico di scopa. Mascia ha quindi perso i sensi e solo verso le 13 è riuscito a dare l'allarme. Sull'episodio la magistratura ha aperto un'inchiesta. Gianfranco Mascia - che ha 33 anni, è sposato e ha due figli - ha detto al magistrato di non avere mai conosciuto i due aggressori e di non potere mettere in relazione la vicenda al- la sua attività politica, ma neppure a sue storie personali. Nei giorni scorsi - ha riferito - aveva ricevuto diverse minacce telefoniche, alle quali non aveva però dato peso. Le chiamate erano arrivate alla segreteria telefonica del cellulare di Mascia che corrisponde anche al recapito dei «Bo.Bi». Si indaga su quei messaggi dal tono razzistico per individuarne gli autori: l'accento era spiccatamente settentrionale. La notizia ha molto scosso la città, soprattutto gli ambienti politici dove Mascia - che per anni ha tentato una carriera di cantante rock ed ora di mestiere fa il pubblicitario - è molto attivo tra le file degli ambientalisti, dov'è approdato dopo una breve militanza nel pei. Il sindaco di Ravenna, Pier Paolo D'Attorre, ne esprime tutta l'indignazione: «La violenza perpetrata nei confronti di Gianfranco Mascia è un atto intollerabile. Non posso tacere lo sdegno per un sopruso, una violenza che nulla ha di politico, ed è solo un crimine». E' ancora presto per stabilire se esiste un nesso tra la brutale ag- gressione di cui è stato vittima e il nuovo terreno di impegno politico di Mascia, inaugurato il 24 novembre scorso, all'indomani di quel «voterei per Fini», pronunciato da Silvio Berlusconi all'inaugurazione di un centro commerciale a Casalecchio di Reno, nella cintura bolognese. Gli inquirenti non privilegiano nessuna ipotesi, quella politica è comunque ritenuta una pista. A Ravenna si ricorda un episodio, riferito dallo stesso Mascia durante una puntata di «Il rosso e il nero». Per soddisfare la sua curiosità di capire come è organizzato un circolo «Forza Italia» rinunciò all'amato pizzetto e all'abbigliamento casual, presentandosi al club Forza Italia di Ravenna come un entusiasta supporter del cavaliere. Dev'essere stata un'imitazione convincente, perché fu iscritto sul campo. Mascia denunciò nella trasmissione di Santoro che la rete di Forza Italia corrispondeva alle strutture finanziarie Fininvest. Ma è solo una delle tante iniziative di boicottaggio degli irriducibili Bo.Bi. Hanno cominciato invitando la gente a non fare la spesa alla Standa e a non sintonizzarsi sulle reti televisive della Fininvest. Poi, visto il successo, hanno proseguito con una raccolta di firme per l'abolizione della legge Mammì. Ed è dell'altro giorno l'ultimo appello dei Bo.Bi che si sono rivolti a Rud Gullit per implorarlo di non tornare a giocare nel Milan. Marisa Ostolani Nelle scorse settimane aveva ricevuto minacce al telefono Michele Santoro invitò Mascia a una puntata de «Il rosso e il nero»
Luoghi citati: Casalecchio Di Reno, Ravenna, Rud Gullit
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