Craxi: Berlusconi è una novità

L'ex segretario socialista definisce il leader del pds «gran bugiardo» e «falso rinnovatore» L'ex segretario socialista definisce il leader del pds «gran bugiardo» e «falso rinnovatore» Craxi: Berlusconi è una novità // Cavaliere: è ciò che pensa la gente ROMA. Fa finta di non sentire. La prima volta. Poi di nuovo la seconda. Alla terza mormora: «Non so valutare, dovrei conoscere le liste e i programmi». Infine, cede: «Per quanto riguarda la vita politica - dice Berlusconi è una novità assoluta». Una novità positiva? «Mi auguro di sì. Tutti quelli che si fanno avanti, in una fase così difficile della vita pubblica, per caricarsi sulle spalle responsabilità e problemi, vanno visti con interesse e attenzione». Achille Occhetto, invece, è un «falso rinnovatore» e un «grande bugiardo». Una pausa e Bettino Craxi si rende conto di aver parlato troppo. Tenta di rimediare: «Non cercate di trascinarmi nel dibattito politico, perché non ci entro». Niente da fare. Serve a poco che l'ex segretario socialista corra ai ripari e spieghi: «Tra me e la politica, come è noto, è in corso una separazione di fatto». Ormai è andata. La conferenza stampa nella sede del gruppo del psi doveva servire a inchiodare alle sue responsabilità Occhetto, che continua a «coltivare la pretesa di difendere ad oltranza, contro l'evidenza, la linea menzognera del pds». Invece si è risolta in una sorta di benedizione craxiana a Berlusconi. E i tredici «casi esemplari» - peraltro già noti che dovrebbero dimostrare come e quanto la Quercia abbia tirato avanti la carretta finanziandosi illegalmente passano quasi in secondo piano. Il pds, naturalmente, coglie al volo l'occasione. «L'unica vera novità di quella conferenza stampa - dice Achille Occhetto - si è avuta quando l'ex segretario socialista ha fatto capire che Berlusconi copre un vuoto. Quello lasciato da Craxi». Il quale «ha governato il Paese come un boss, usando metodi illegali». «In che mani siamo stati, spero che non torneremo in mani come queste», conclude il leader pidiessino. Ed è facile capire che si sta riferendo ad un'eventuale vittoria del capo di Forza Italia. Sprezzante, Massimo D'Alema: «Quello di Craxi è un boomerang micidiale. E' come se dopo la caduta del comunismo in Unione sovietica Breznev avesse fatto campagna elettorale per questo o per quel partito. Il Cavaliere non ne trarrà giovamento: lui poveretto ora cerca in ogni modo di prendere le distanze dall'ex segretario socialista, e quello gli regala questo bel certificato di garanzia». Ma il «poveretto» non si scompone. Imperturbabile, osserva: «Sulle dichiarazioni di Craxi non dò un giudizio né positivo né negativo. Dico solo che sono corrette perché rispecchiano quello che pensa la maggior parte della gente». Se non ha gradito gli apprezzamenti e le premure dell'ex segretario socialista, Berlusconi, comunque, non lo dà a vedere. Anzi. Ne approfitta per snocciolare il rosario delle percentuali dei nuovi sondaggi che dimostrano quanti italiani abbiano fiducia in lui. E alla Quercia che considera Craxi come il maggior sostenitore della sua campagna elettorale, replica secco: «I leaders del pds sostengono questa tesi perché non hanno argomenti seri da contrappormi. Pensano di soccombere nel confronto e utilizzano questo argomento. E[ comprensibile: sono funzionari di partito che per la prima volta si trovano di fronte ad un imprenditore che tutti i cittadini considerano per quel che ha fatto e a cui attribuiscono grandi doti di organizzatore e creatore di posti di lavoro». Craxi si rende conto delle conseguenze delle sue dichiarazioni quando, barricato negli uffici del gruppo socialista della Camera, accende la televisione. Fuori dalla porta di questa zona di frontiera dove Ottaviano Del Turco non regna e le truppe craxiane sono la maggioranza, frotte di giornalisti. Un fotografo viene malmenato da un commesso della Camera. Ma l'eco della rissa non giunge nelle stanze di quello che un tempo fu il psi (e che qui lo è ancora, visto che il simbolo è rimasto immutato non si sa se per volontà dei deputati socialisti o per negligenza). Craxi è con Massimo Pini, Franco Piro, Biagio Marzo, il giovane Luca Iosi. Il Tgl manda un servizio per dire che l'ex capo del psi ha definito Berlusconi un rinnovatore. «Questa è una vera e propria forzatura», commenta lui. Ma Craxi non sembra preoccupato di arrecare un danno all'amico. Piuttosto teme che le sue dichiarazioni sul Cavaliere sottraggano spazio alle denunce contro il pds. L'ex segretario del psi, infatti, non dà l'impressione di contare sulla vittoria di Forza Italia e dei suoi alleati. Eppure in un passato non troppo remoto, dopo che aveva dovuto lasciare la guida del psi, era stato lui stesso a suggerire a Berlusconi di tentare l'avventura politica. «Nei momenti di difficoltà, ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, non ci si può tirare indietro», era solito ripetergli. Adesso, però, si è convinto che l'Italia sia comunque destinata a precipitare nel caos. «La situazione è confusa. Vedrete che si arriverà a non poter fare un governo», spiega. Colpa del nuovo sistema elettorale. Se ne accorgeranno tutti e «tornerà la voglia della proporzionale». I popolari di Martinazzoli infatti «scopriranno di avere una rappresentanza parlamentare inferiore ai voti ottenuti». I socialisti, poi. Meglio stendere un velo pietoso. «Se il psi fosse rimasto unito avrebbe raggiunto la soglia necessaria per entrare in Parlamento. Invece si è spaccato. E, privo di potere contrattuale, non è riuscito ad imporre i propri candidati nei nuovi schieramenti, ad iniziare da Forza Italia. Ne porterà quattro nello schieramento pro- gressita, e per questo obiettivo Del Turco ha svenduto il partito». Craxi, quindi, non dà mostra di fare affidamento su una sorta di sua rivincita politica affidata al successo elettorale di Berlusconi. Ma il verde Carlo Ripa di Meana è convinto del contrario: «Bettino era ed è un protagonista e ha scelto di denunciare il pds proprio a ridosso delle consultazioni perché è mosso da considerazioni politico-elettorali». Parola di uno che ha conosciuto bene sia il leader di Forza Italia che l'ex segretario socialista, con cui era legato da un lungo e intenso rapporto di amicizia che solo Antonio Di Pietro è riuscito a spezzare. Dunque gli avversari politici di Berlusconi sfruttano le dichiarazioni di Craxi per attaccare il Cavaliere. Del resto il pds già il giorno prima aveva fatto capire quale sarebbe stata la strategia. Solo D'Alema, alla buvette di Montecitorio, sembra scordare per un attimo la parola d'ordine, per osservare, conciliante: «La Fininvest è democratica e pluralista. Io contesto il Berlusconi politico, non quello delle tv. Infatti io vado tranquillamente da Costanzo e da Funari e questi signori mi fanno parlare. Grazie Fininvest». Maria Teresa Meli D'Alema: quello di Bettino è un boomerang. Come se Breznev facesse campagna elettorale oggi A destra, un momento della conferenza stampa di Bettino Craxi. Sopra, Achille Occhetto ■

Luoghi citati: Italia, Meana, Roma, Unione