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Oggi ali 'Aci Oggi ali 'Aci Tadini ogni giorno è Carnevale w-i| TORINO I.' RAMMENTI di un dim scorso umoristico, dalla I «saggia follia» di DemosL Icrito agli esplosivi «calembour» di Frassica, passando per i goliardi del Medioevo e le «comiche finali» di Hollywood. Li ha raccolti Emilio Tadini, pittore, romanziere e poeta, che ne parlerà oggi (ore 18) al teatro Alfieri, per i Venerdì letterari dell'Associazione culturale italiana. La conferenza-dibattito si replica domani a Firenze (teatro Niccolini), lunedì a Milano (Teatro Nuovo di piazza San Babila), martedì a Roma (teatro Eliseo) e mercoledì a Bari. A Tadini interessano in particolare il potere eversivo dell'umorismo, la sopravvivenza quotidiana del carnevale, che inverte i ruoli e sconvolge i valori: «Il "joker" - spiega - è l'unica carta che sovverte tutte le regole; Bertoldo è il villano sfrontato che va a corte e capovolge tutti i parametri: "clown" deriva proprio da "colonus", il contadino». Nelle sue tele, Tadini intreccia continuamente tragico e comico, perché «inventando la tragedia, i greci inventarono anche la commedia. Ma nella comicità c'è più grandezza. Il comico si costruisce dal niente, mentre il tragico lamenta solo la sua sconfitta». Tadini leggerà alcune lettere dello «pseudo Ippocrate», accorso al capezzale di Democrito perché i cittadini lo credevano folle: rideva di tutto e di tutti, di ogni vanità. Ippocrate, invece, scoprì che proprio per questo Democrito era il più saggio di tutti. Anche oggi lo sguardo del comico vede il nulla di tutte le cose: «Ma cauterizza i finti valori dice Tadini - e supera il nichilismo. Libera il terreno e ci rende più responsabili. Il nulla non è avvilente, è il punto di partenza per la ricostruzione». Forse il «superuomo» era proprio un comico in lotta con le convenzioni, pronto a ricominciare tutto daccapo, da se stesso. Una volta si diceva: «Una risata vi seppellirà». Carlo Grande