L'ultimo intrigo di Perry Mason: suo «marito» di Fabio Galvano

PROCESSO POSTUMO Confermate le voci sull'omosessualità dell'attore tv morto cinque mesi fa, e i nipoti impugnano il testamento I/ultimo intrigo di Perry Mason: suo «marito» All'amante gay eredità da 34 miliardi PROCESSO POSTUMO LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE E M l'ultimo caso di Perry Mason; ma è un caso postumo. Sul banco degli accusati, questa volta, è il suo testamento. Mason - al secolo l'attore Raymond Burr - è morto cinque mesi fa all'età di 76 anni, lasciando tutte le sue sostanze (si parla di una fortuna di 20 milioni di dollari, qualcosa come 34 miliardi di lire) al suo amico di sempre. Già: quell'omone grande e grosso, burbero e volitivo, aveva di fatto un ménage di cui pochissime persone erano a conoscenza. Poveretto, gli piaceva far da moglie a Robert Benevides, tenergli la casa pulita, cucinare per lui, rammendargli le calze e sferruzzare nelle lunghe ore fra un film e l'altro confezionandogli maglioni e guanti di lana. Ma ora i nipoti di Perry Mason, Minerva e James Burr, hanno deciso d'impugnare quel testamento. Vogliono anche loro una fetta d'eredità. La battaglia legale si svolge a Los Angeles, ma l'Inghilterra segue con passione le schermaglie che precedono lo scontro fra i maggiori avvocati di Hollywood. Di fatto è stato un giornale inglese, il «Daily Mail», a dare ieri notizia dell'imminente scontro. Dopo tutto, Raymond Burr era stato come adottato dal mondo inglese dello spettacolo quando aveva sposato la sua prima moglie, l'at¬ trice inglese Annette Sutherland. Già, si scopre anche questo: nonostante il suo «vizietto», che lo aveva spinto a vivere more uxorio e per quasi 30 anni con il signor Benevides, Perry Mason aveva avuto tre mogli. Annette era morta in un misterioso incidente aereo durante la guerra e poco dopo anche il loro unico figlio, Michael, era morto di leucemia, all'età di dieci anni. Il secondo e il terzo matrimonio, in realtà, non hanno avuto storia. Uno è finito in divorzio, l'altro è stato ucciso da un cancro traditore: lo stesso male che ha piegato Raymond Burr. Negli ultimi mesi di vita si erano diffuse storie strane, proprio in relazione al suo curioso ménage: si era detto, per esempio, che soffrisse di Aids. Erano state le fotografie del massiccio Perry Mason e dell'ancor più taurino ispettore Ironside, trasformati in un vecchietto tutto pelle e ossa, a far nascere tante chiacchiere. Nulla di tutto ciò. Ma tutto quello appartiene al passato; come al passato appartiene la storia, accreditata per restituire un'oncia di credibilità mascolina a un uomo che tanto uomo non era, di un suo romanzetto d'amore - lei 17 anni, lui 38 - con Natalie Wood, ucciso sul nascere dai mogol di Hollywood. Minerva e James Burr stanno ora cercando di risolvere in modo adeguato il presente e il futuro. Sostengono, e in questo sono spalleggiati da altri membri della famiglia, che Raymond Burr era ben diverso dalla sua immagine sullo schermo: era, dicono, un debole, un'anima ingenua, insomma una mezza cartuccia d'uomo che Robert Benevides non ha avuto nessuna difficoltà a manipolare, fino a quando l'attore ha stracciato il vecchio testamento - quello che ai nipoti piaceva - e ha fatto del suo compagno l'erede universale. La battaglia legale è ben com¬ prensibile. L'uomo dallo sguardo d'acciaio, che però a casa preferiva fare la mogliettina in pantofole e grembiule, aveva accumulato una bella fortuna. Quando è morto aveva una manciata di case, tutte in California; nonché un ranch di 15 ettari in una vallata poco distante. Erano le case dove Burr e Benevides trascorrevano le loro stagioni, dove insieme sono invecchiati difendendosi dagli sguardi curiosi di Hollywood, dove a modo loro hanno anche cercato di attribuire una parvenza di normalità alla loro relazione attraverso un matrimonio gay: una cerimonia di cui molti parlano ma di cui nessuno, oggi, ha notizie precise. Benevides reagisce seccato a tutte le insinuazioni: non, beninteso, a quello che si dice sulla loro relazione, ormai risaputa; ma alla tesi secondo cui la sua sarebbe stata quasi una circonvenzione d'incapace. Raymond Burr era vecchio e malandato, questo è vero; ma non un fantoccio. «Chiunque pensi che fosse possibile influenzare Raymond nelle sue decisioni è completamente pazzo», ha dichiarato ieri Benevides. Appare sicuro del fatto suo; ma a Hollywood si suggerisce la possibilità di un compromesso, per evitare che troppi segreti di quel ménage tutto particolare siano messi in piazza. Fabio Galvano Gli eredi: era un uomo debole, manovrabile che amava cucire, fare la calza, cucinare Il suo amico l'ha completamente plagiato Due immagini di Raymond Burr il popolare Perry Mason dell'omonima serie tv morto cinque mesi fa all'età di 76 anni

Luoghi citati: California, Hollywood, Inghilterra, Londra, Los Angeles