Minà e la carica dei giornalisti di Lucio MagriFlavia Amabile
Insieme con i magistrati sono la categoria più rappresentata nelle liste Insieme con i magistrati sono la categoria più rappresentata nelle liste Minò e la carica dei giornalisti Dopo 18 anni rinuncia a candidarsi Lucio Magri Per Rifondazione il cantautore Pierangelo Bertoli ROMA. Quattro giorni alla scadenza per la presentazione delle liste e non accenna ad arrestarsi la crescita di giornalisti e magistrati fra i candidati. Sono ormai più di 25 i giornalisti: fra di loro anche Gianni Mina per la Rete a Napoli e Palermo. E sono saliti a 35 i magistrati: compresi i due giudici del Csm scesi in campo ieri: Giuseppe Ruggiero (popolari) e Ernesto Staiano (pattisti). FACCIA A FACCIA. A Roma centro contro Silvio Berlusconi i pattisti hanno candidato il giornalista Alberto Michelini, mentre i progressisti hanno finalmente convinto il ministro del Bilancio, Luigi Spaventa. A Prati, il collegio del leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini, i progressisti hanno scelto Eduardo Missoni, nipote dello stilista e enfant terribile della Cooperazione italiana e i pattisti si sono affidati alla costituzionalista Costanza Pera. Ai Parioli: Publio Fiori di An se la vedrà con il filosofo Rocco Buttiglione dei popolari e Carol Beebe TaranteUi per i progressisti. A Palermo Silvio Berlusconi si troverà di fronte Pippo Russo, capolista nella proporzionale per la Rete. Sempre nel capoluogo siciliano i pattisti hanno preferito Vito Pàggio a Sergio Mattarella, per andare a frenare il giudice Anto- nino Caponnetto e hanno deciso di dare a Salverino De Vito, fedelissimo di De Mita, il collegio dell'ex segretario della de. A Milano, nel collegio proporzionale «Lombardia 1», lo scontro sarà tra Roberto Formigoni per i popolari, Umberto Bossi per la Lega e Nilde lotti per i progressisti. A Mantova, il giudice Titti Parenti avrà come rivale progressista Miriam Mafai o Michele Serra. RICICLATI E FUORUSCITI. Buona parte dei socialisti pugliesi trova ospitalità in altre liste. Quali? Persino An è andata bene ad un fedelissimo del Garofano come Renato Guaccero. Altri si sono accontentati di uno spostamento meno radicale, dei popolari. E' il caso di Costantino Dell'Osso, di Mimmo Convertino, di Alberto Tedesco e di Antonio Bruno. Una figura diffusa in tutt'Italia questa del transfuga socialista. Nelle Marche l'ex senatore Tommaso Mancia corre per la lista congiunta popolaripattisti. In Umbria preferiscono definirli scissionisti e non ne pronunciano neppure più il nome. Si tratta dell'ex senatore Giorgio Casoli e di Andrea Cavicchioli, segretario della sezione ternana del psi. In casa Cgil nemmeno un sindacalista Antonio Guidi ha saputo resistere al fascino di Berlusconi: si presenta per Forza Italia ad Ascoli Piceno. Ha compiuto il percorso inverso, invece, Dacia Valent, un passato in Rifondazione e un futuro tra i socialisti di Piro. Nemmeno la destra è esente dai passaggi da una formazione all'altra: si candiderà per An Ida Germontani che solo tre mesi fa ha condotto per la Lega la campagna elettorale alle amministrative romane. ESCLUSI E DELUSI. C'erano una volta i padri dei referendum elettorali. Erano Mario Segni, Augusto Barbera e Pietro Scop- pola. Mario Segni naviga in acque sempre meno tranquille, Augusto Barbera non verrà ricandidato dai progressisti e nemmeno Pietro Scoppola si presenterà per Ad dopo un litigio sui collegi con il portavoce Ferdinando Adornato. Dopo 18 anni rinuncia anche Lucio Magri: al suo posto Rifondazione punta sul cantautore Pierangelo Bertoli. In casa della destra rinuncia Giulio Caradonna. Non ce l'ha fatta l'ex sindaco di Genova, Claudio Burlando: il pds ha deciso di non candidarlo nonostante l'archiviazione nei giorni scorsi delle accuse di truffa nei cuoi confronti. I pattisti hanno perso il socialista Gennaro Acquaviva e i repubblicani Antonio Maccanico e Ottavio Lavaggi. I leghisti all'ultimo minuto hanno escluso a Parma lo storico Gianfranco Morra, preferendo il sindaco di Busseto. Rifiutati dai progressisti, i radicali hanno finalmente concluso un accordo con la destra. I leader delle grandi battaglie della sinistra degli Anni 70, come Emma Bonino, Giuseppe Calderisi e Sergio Stanzani, si candideranno nel Veneto al fianco di Lega, Forza Italia e Ccd. Scontentando la base del partito. Flavia Amabile A Milano Formigoni e Nilde lotti sfidanti «proporzionali» di Bossi Lucio Magri (sotto) non si ripresenta In lista anche il cantautore Pierangelo Bertoli (sopra) Carol Beebe Tarantelli, vedova del sindacalista Cisl ucciso dalle Brigate rosse, candidata a Roma
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