Passante: il tunnel due anni dopo
38 e' caduto ieri l'ultimo diaframma nella galleria sotto corso De Nicola, lunga 352 metri Passante; il tunnel, due anni dopo Colline sulla copertura dei binari La Torino del futuro sta nascendo sottoterra. Alle 12,40 di ieri due bulldozer, uno armato di un enorme dito d'acciaio, l'altro di una ciclopica fresa, hanno abbattuto l'ultimo diaframma di terriccio completando una galleria di 352 metri che da via Rapallo a corso De Nicola passa sotto corso Turati e la linea Torino-Milano. E' l'opera più complessa del cosiddetto «passante» ferroviario che da corso De Nicola a corso Vittorio Emanuele, lungo corso Mediterraneo, dal marzo '92 quando sono iniziati i lavori sta mettendo a dura prova la pazienda di automobilisti e cittadini. Il disagio continuerà ancora per buona parte del '94, ma il risultato sarà eccezionale: al posto della trincea ferrovia che da decenni spezza Torino ci sarà un grande viale accompagnato per tutta la sua lunghezza da un parco che si differenzierà per la vegetazione, l'illuminazione, gli arredi architettonici. In altre parole sta prendendo forma quella che il nuovo piano regolatore definisce la «spina» centrale e che dal '96 al 2002 verrà completata con l'abbassamento della stazione di Porta Susa e la copertura della ferrovia fino a Stura. Opere che vedranno i nostri nipoti? Già il 4 marzo lo studio «Gregotti e associati» presenterà le proposte per sistemare il grande spiazzo creato dalla co¬ pertura della ferrovia fra corso Turati e largo Orbassano. «Siamo pronti a realizzarle entro l'anno», dice il direttore dei lavori, l'ingegner Alessandro Macchi. Ieri, nella cerimonia che ha accompagnato la caduta dell'ultimo diaframma della galleria, era con il padre Egidio, 101 anni il 14 aprile, che nel 1928 era capocantiere quando si concluse il trincerane della Torino-Milano. A incaricare la Gregotti dello studio sono stati il Comune, le Ferrovie e il consorzio d'imprese Recchi (capofila), Cis, Ccpl e Fiat Engineering che stanno realizzando il «passante». La «Gregotti associati» si sta avvalendo della collaborazione di esperti inglesi e francesi (Geoffrey Jellicoe e David Jarvis) per individuare i vegetali più adatti a resistere all'inquinamento e alle particolari condizioni di vita, e del designer Castiglioni per l'illuminazione. Ciò che filtra dal riserbo che ancora circonda il progetto è suggestivo: si vogliono creare due colline, una all'incirca sui giardini Valperga di Masino (davanti all'ospedale Mauriziano), l'altra su largo Orbassano inglobando il giardino Zamenhof che si affaccia su corso IV Novembre. Quest'ultima collina ver- rebbe superata da corso Orbassano e corso IV Novembre in galleria. In ogni caso, alla base del progetto Gregotti c'è l'idea di dare un andamento ondulato al neonato spiazzo lungo corso De Nicola. La cosa certa è che via Pascoli diventerà una piazza. «A questa parte finale del progetto dedicheremo la stessa cura, lo stesso impegno che abbiamo sinora dedicato ai lavori ingegneristici del sottosuolo», ha detto Claudio Recchi, presidente dell'impresa capofila. «Qui si inizia la trasformazione di Torino che purtroppo vedranno compiutamente solo i nostri figli e nipoti - ha aggiunto il sindaco Castellani - ma forse un pezzo riusciremo ad ammirarala anche noi». Per quanto riguarda i lavori leggermente in anticipo sui tempi previsti - fra un paio di mesi verrà riaperto corso Peschiera, mentre ad agosto il traffico di corso Vittorio Emanuele verrà sbarrato all'altezza di corso Inghilterra per un mese: «E' il tempo minimo indispensabile dicono i tecnici - per "forare" il corso e completare lo scavo del passante». Beppe Minello Cade il diaframma del passante ferroviario. Sopra il direttore dei lavori ingegner Alessandro Macchi
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