Missione Usa partenza falsa

Kappaò a Napoli con la Francia (come alla vigilia di Spagna '82: porterà bene?) Kappaò a Napoli con la Francia (come alla vigilia di Spagna '82: porterà bene?) Missione Usa, partenza falsa Bottiglie e insulti sui deludenti azzurri NAPOLI DAL NOSTRO INVIATO Un disastro, in campo e fuori. L'Italia si arrende alla Francia, ma questo è il meno, dal momento che, negli anni degli ultimi tre Mondiali, chi ha perso si è poi regolarmente laureato campione. Già fatale a Vicini, Napoli si ribella all'Arrigo e lo sommerge d'insulti e di bottiglie. Una rivolta isterica e gaglioffa, ma anche - da parte della squadra - un tradimento in piena regola. Gli azzurri non ne imbroccano una. La staffetta Casiraghi-Silenzi non funziona. Baggio sembra un lumino da presepe. E al primo errore di Baresi, zac, la ditta Ginola-Djorkaeff ci castiga. E' a centrocampo, soprattutto, che la Francia ci macina. Nostalgia di BaggioDue e Donadoni. Per tacere di Signori. E degli schemi: zero. Metteteci il freddo cane, lo stadio deserto e tutti quei cori, prò Ferrara, prò Lippi, contro Milano, contro la Juve e solo ogni tanto in onore della Nazionale. Bontà loro. E così l'Idea fatica a prendere corpo, anche se è sempre l'Italia, o quasi, a «fare» la partita. La Francia del nuovo corso bada al sodo, stretta com'è attorno al monumentale Desailly, strepitoso al 31 ' su Baggio e quattro minuti più tardi su Casiraghi, smarcato da un fraseggio Evani-Maldini. Gli acciacchi mattutini di Signori spalancano la fascia mancina a Stroppa, ma non è che nel cambio ci guadagniamo, anzi. Manca la fantasia del Codino, in balia di Deschamps, il più arretrato dei centrocampisti, pronto ad affiancare Roche (il libero), Desailly (il martello di Casiraghi) e gli esterni, a destra Karembeu (su Stroppa), a sinistra quel fabbro di Di Meco (su Eranio). Attacchiamo in branco, ai due all'ora, e questo è un palese limite. Benarrivo è il più cocciuto, Evani il più geometrico. Albertini si arrangia fra Le Guen e Djorkaeff. Gnako e Ginola coprono le corsie esterne, arginando le incursioni di Maldini e Benarrivo. Quando avanza, la Francia passa dal 4-4-2 a uno strambo 4-24, con Cantona inscatolato fra Baresi e Costacurta. Capziosi furigioco imprigionano Casiraghi e Baggio. C'è il sospetto che la squadra di Jacquet ci lasci volutamente il centro del ring, salvo poi tentare il colpo gobbo in contropiede: scommettiamo che saranno in molti, contro l'Arrigo, a regolarsi così? L'arbitro, un aitante tedesco, perdona qualcosa a Di Meco (su Baggio, fuori area) e a Karembeu (su Maldini, dentro) e molto a Deschamps (su Stroppa, al limite). Un'incornata di Casiraghi, bloccata da Lama, e un pugno di mischie sono il massimo che la squadra di Sacchi ricava da un primo tempo orrendo. Applausi al momento degli inni e all'inizio, ma fischi, tanti fischi, quando la Francia, al 45' spaccato, si porta in vantaggio con il primo (e unico) tiro della sua scampagnata napoletana. Ginola, un toro, intercetta un passaggio di Baresi e poi lo corica in dribbling. Quindi «apre» a Djorkaeff che, tutto solo, schizza in area e irride l'uscita di Pagliuca Alla ripresa, Silenzi avvicenda Casiraghi. Una staffetta annunciata, dall'esito, però, tutt'altro che balsamico. Un missile di Le Guen sfiora il montante. La Francia si copre con Guerin: via Gnako. Benarrivo-Eranio e Maldini-Stroppa non trovano varchi. La squadra, fatalmente, si allunga. Baggio deambula ai margini della partita. Vorrebbe, ma non può. Gli schemi e i binari non portano mai a liberare un uomo chetè uno. Per insidiare Lama ci vuole, al 60', una punizione (deviata) di Albertini. Il portiere respinge d'istinto, con un piede, e poi si immola su Eranio. Nel frattempo, Sacchi richiama Baresi e Stroppa: tocca a Minotti e Cappioli. E' una notte che non si presta a ricami omerici. L'Italia porta palla, la Francia la aspetta nella sua metà campo e, appena può, riparte: con Ginola, soprattutto. I nostri se la prendono comoda, come se la cabala costituisse una più che solida polizza anti figuracce. Non c'è pathos, non c'è gioco. Una partitaccia. Proprio quello che l'Arrigo temeva. Cyprien, al 73', rileva Karembeu, onesto carabiniere di fascia destra. I fran¬ cesi si coccolano il risultato, e se c'è da stendere qualcuno, lo stendono: è il caso di Roche, che alla mezz'ora cintura e abbatte il Codino. Nessuna notizia di Pennellone e di Cantona, e nemmeno di Baggio, visto che adesso è Desailly in persona a occuparsene. C'è di più: spesso e volentieri finiamo in fuorigioco, proprio noi, i maestri indiscussi. Deconcentrazione. Superficialità. Brutto segno. Albertini ci prova da lontano, ma Lama è lì. Come è lì, poco dopo, su una staffilata di Eranio. Applausi a Desailly che esce (dentro Martins), pioggia di bottiglie, fischi all'arbitro che sospende il gioco, fischi, una caterva, all'Italia che perde. Roberto Beccantini ITALIA PAGLIUCA sv BENARRIVO 6 MALDINI 6 ALBERTINI 5,5 COSTACURTA 6,5 BARESI 5 (65' MINOTTI) sv ERANIO 5 EVANI 5,5 CASIRAGHI 5,5 (46' SII.ENZI) 5,5 BAGGIO R. 5 STROPPA 4,5 (65' CAPPIOLI) sv All.: SACCHI 5 0 FRANCIA LAMA 7 KAREMBEU 6 (73' CYPRIEN) sv Dl MECO 5,5 ROCHE 6,5 DESAILLY 7,5 (88' MARTINS) sv LE GUEN 6 CANTONA 5 GNAKO 6 (53' GUERIN) 6 GINOLA 6,5 DJORKAEFF 6,5 DESCHAMPS 6,5 All.: JACQUET 6,5 1 Arbitro: MERK 6 (Germania) Roti: 45' Djorkaeff. Ammoniti: 26' Di Meco, 60' Roche. Spettatori: 17.241, incasso lire 410.505.000. Baggio, ancora una prova inferiore alla sua fama e in un ruolo che mal gli si addice