Resta in rosso la chimica europea di Valeria Sacchi
Resta in rosso la chimica europea Il colosso francese presenta il primo bilancio «privato». Contatti con Snia Resta in rosso la chimica europea Rhóne Poulencprevede ancora un anno in salita PARIGI DAL NOSTRO INVIATO Ancora crisi per la chimica europea 1994. Nonostante qualche «piccolo segnale qua e là», il presidente di Rhòne-Poulenc, JeanRené Fourtout, ammette: «Non pensiamo ad un recupero per quest'anno, né nel settore chimico né in quello agricolo. Poiché i prezzi mondiali resteranno bassi». Fourtou presenta il bilancio 1993 del gruppo francese che è stato appena privatizzato, un bilancio con utili operativi in declino del 13% e utili netti in calo del 36%. Ma che il presidente giudica «conformi alle previsioni degli analisti e comunque in miglioramento» sotto altri profili: i debiti sono scesi da 33 a 24 miliardi di franchi e, altro fatto importante, dopo anni il cash-flow è tornato attivo per oltre due miliardi di franchi. Sulla bilancia di questa estrema prudenza, che lo porta a definire il 1994 «anno intermedio», Fourtou mette uno sviluppo dell'area farmaceutica che continuerà a crescere ma senza i boom del passato, e le incertezze del cambio determinanti per le grandi multinazionali come Rhòne-Poulenc che, oggi, ha in Usa, Brasile e Asia il 40% del suo giro d'affari, e realizza in Francia solo il 20%. Fourtou promette tuttavia nuove «cessioni strategiche», eventuali acquisizioni o joint-venture, il rafforzamento ulteriore dell'area asiatica, e nuovi sforzi sulla ricerca la quale, nel 1993, ha già visto il suo budget salire dal sette all'8% del fatturato, a 6400 miliardi, cui si sommano 6200 miliardi di investimenti industriali. E promette una ulteriore diminuzione del debito a 20 miliardi per fine anno. Vediamo le cifre 1993. Il fatturato consolidato sfiora gli 80,6 miliardi di franchi (— 1,4%), l'utile operativo i sei miliardi (— 12,8%) e tiene conto di una spesa di 1174 milioni di franchi in ristrutturazioni c dell'effetto positivo di 986 milioni ottenuto dalla ristrutturazione dell'ammortamento. Il risultato netto scende da 1,5 miliardi a 962 milioni e il dividendo lordo sarà pari a 3,6 franchi per azione. Le cessioni di attività hanno portato in cassa oltre sei miliardi, le acquisizioni sono costate 2,7 miliardi. Il calo dell'indebitamento ha ridotto del 27% gli oneri finanziari, mentre il rapporto debiti/mezzi propri è sceso da 0,8 a 0,4. L'utile è venuto quasi interamente dal settore salute (+ 14,8%) e dalle specialità chimiche. I mezzi propri sono saliti da 19,5 a 25,6 miliardi di franchi. Nell'anno «intermedio», il gruppo francese continuerà la sua politica di dismissioni e, dove non sarà possibile, di alleanze. Per l'Italia, dove conta 1300 dipendenti e un fatturato di 1400 miliardi, dopo la joint-venture nel nylon con Snia Viscosa, sono in corso altri contatti, per ora solo generici. Valeria Sacchi
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