Fiat Trentin ha fretta di Francesco Manacorda

L'azienda oggi dal ministro. S&P «declassa» l'auto europea L'azienda oggi dal ministro. S&P «declassa» l'auto europea Fiat, Trentin ha fretta / sindacati nella notte da Giugni ROMA DAL NOSTRO INVIATO I sindacati confederali vogliono chiudere presto la trattativa Fiat. «Non penso che il tempo giochi a favore dei lavoratori - dice a Brescia il leader della Cgil Bruno Trentin - nel senso che saranno più forti aspettando ulteriori mutamenti». Per Trentin serve invece «una trattativa che prenda in parola la disponibilità della Fiat e l'impegno del governo e vada a verificarli» per quel che riguarda tre punti: «Un nuovo quadro del progetto industriale, dell'impegno produttivo e dell'occupazione». E anche gli altri ledaer sindacali sembrano sulla stessa lunghezza d'onda. Per il segretario generale della Cisl Sergio D'Antoni la ripresa delle trattative può consentire «di arrivare in tempi brevi ad un accordo», mentre D numero uno della Uil Pietro Lari zza sostiene che «l'accordo Fiat non può basarsi sulla rinuncia alle nostre responsabilità verso i diritti sacrosanti dei lavoratori, ma non può nemmeno essere indifferente ai problemi aziendali e alle prospettive produttive dell'auto in Italia». Se nelle alte sfere del sindacato si respira aria di ottimismo, al ministero del Lavoro le cose procedono a rilento. La convocazione separata di azienda e sindacati, fissata inizialmente per le 12.30, è scivolata ieri alle 17. Ma solo alle 19.30 il ministro Gino Giugni ha ricevuto i sindacati e dopo un'inter- razione di un'ora dedicata alla cena, il confronto è proseguito nella notte. Oggi potrebbe essere la volta dell'azienda. Di che cosa si è parlato tra ministro e sindacato? «Di come spremere il limone - spiega il segretario nazionale della Firn Pier Paolo Baretta - ossia di quali contenuti dare all'accordo di programma tra Fiat e governo. Chiediamo a tutti e due di formulare proposte conclusive in base a quanto abbiamo chiesto». Proprio per parlare degli aspetti tecnici dell'accordo di programma (che riguarda l'auto «ecologica» e la rottamazione delle vetture usate), anzi di quello che allo stato delle cose è ancora un «protocollo di intenti», la delegazione Fiat ha incontrato ieri alcuni rappresentanti del ministero dell'Ambiente e di quello della Ricerca. Entro breve tempo la Fiat dovrebbe presentare ai ministeri una serie di proposte dettagliate e specifiche per le auto «ecologiche», dopo di che partirà il tavolo per mettere a punto i dettagli tecnici. Per quanto riguarda invece l'impianto generale dell'accordo, e in particolare le cifre che potranno essere investite, Giugni confida di poter portare - dopo la maratona di ieri notte - già questa sera il testo al consiglio dei ministri. Ma sulla vicenda Fiat si innesta ormai di prepotenza la campagna elettorale. Non tanto per i condizionamenti politici sulle parti, quanto per le vicende dei singoli protagonisti. Se il ministro è dato per sicuro candidato dei progessisti a Torino e punta quindi a chiudere in fretta e positivamente la vicenda Fiat, anche il segretario generale della Fiom Fausto Vigevani ha avuto ieri la conferma della sua candidatura, sempre nel polo progressista, nel collegio di Salsomaggiore. E proprio alla luce della candidatura di Vigevani, che apre di fatto i giochi per la sua successione, si può leggere parte del fermento interno e delle polemiche sulla trattativa Fiat che animano in questi giorni la vita della Fiom. Anche per questo stamattina la segreteria generale della Fiom e le segreterie di quattro Regioni (Campania, Lazio, Lombardia e Piemonte) incontreranno i vertici della Cgil. Su fronti diversi da quello sindacale è da registrare ieri per la Fiat, assieme alla casa tedesca Volkswagen, la riduzione del «rating» da parte dell'agenzia di valutazione del credito Standard & Poor's. Il «rating» della carta commerciale Fiat è passato da Al ad A2, quello del debito primario privilegiato Volkswagen da AA- ad A+. Nel mirino della Standard & Poor's, con probabilità di una revisione al ribasso, anche i voti di Renault e Peugeot. La settimana scorsa era già toccato alle case giapponesi. Francesco Manacorda Bruno Trentin Sergio D'Antoni

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