PILLOLA 40 anni di rivoluzione di Mirella Appiotti

Dalla Pincus a oggi: il mondo delle donne è cambiato Dalla Pincus a oggi: il mondo delle donne è cambiato PILLOLA 40 anni di rivoluzione A CCIDENTI. La Pincus, la «madre» di tutte le pillole, ha quasi 40 anni: sta invecchiando con noi, dopo aver cambiato il mondo. Era ieri, quando sentivamo gridare «il corpo è mio e me lo gestisco io...»: già, lo slogan drammatico di gioia, di libertà, delle sessantottine in corteo con stivaletti, chiome sciolte e in una tasca dell'eskimo la pastiglia, misteriosa e clandestina, dalla quale traevano gran parte della loro sicurezza. Erano ragazze e donne metropolitane. Nello stesso momento e per molti anni dopo, c'erano tante loro coetanee, più appartate ma non meno ardimentose, che scrivevano all'Aied: «Al mio uomo dicevo che era una pillola per il mal di testa, quando ha scoperto che cos'è mi ha fatta nera di botte». Oggi i medici inglesi possono prescrivere la pillola anche alle ragazzine appena oltre la pubertà, per di più la Health Education Authority li autorizza a farlo senza l'obbligo di avvertire i genitori. E bacchettate sulle dita sono state date, come si è letto sui giornali, a quella dottoressa, nostrana obiettrice di coscienza, che aveva rifiutato arbitrariamente la ricetta a una paziente. Che significa ricordare momenti tra loro lontani come questi? Serve a dimostrare che (in pochi anni in fondo) l'approccio all'unico anticoncezionale sicuro a disposizione delle donne è davvero cambiato radicalmente? Conferma che la pillola ha smesso sia di essere una bandiera sia di creare traumi nell'universo femminile e maschile e non è più quell'arma vista dall'uomo come pericolosa quando non distruttiva della propria identità? Vuol dire che la più grande rivoluzione sessuale da quando esiste il genere umano procede ormai spedita verso un definitivo assestamento? E tutto ciò avviene anche nel nostro Paese sinora quasi fanalino di coda nelle statistiche internazionali sul consumo di antifecondativi orali e a dispetto della sempre più ferma opposizione della Chiesa? Sarà certo vero, come risulta da recentissimi sondaggi, che i ragazzi di oggi amano (di nuovo) con le «carezze» e talvolta le preferiscono ai rapporti sessuali completi. Vi sarà naturalmente l'effetto Aids a funzionare da freno. E' comunque assolutamente vero che la scatoletta con la pillola «trifasica» o con la «combinata» regna ormai sempre di più nel cassetto del comodino da notte delle italiane, fin dall'adolescenza. E che all'Anced, l'associazione nazionale per la tutela della salute della donna, dell'uomo e della famiglia, si afferma: «Dopo l'orribile decennio Ottanta nel quale al presidio farmacologico (sotto accusa di danneggiare la salute) veniva preferito l'uso della spirale, negli ultimi 3-4 anni la tendenza risulta rovesciata, e l'aumento a favore della pillola è almeno del 4-5% (significa raggiungere, molto approssimativamente, il 12-13%, ndr). Le percentuali esigue fanno però dire a Marcello Bernardi, pediatra «sovversivo» e grande umanista: «La pillola è sicuramente capace di rivoluzionare il costume. Ma per ora, almeno in Italia, questo non è accaduto. Il numero delle donne che se ne servono resta basso e, checché se ne dica, molti uomini rifiutano una partner che dichiara di usarne. C'è poi il problema delle giovanissime: molte non sanno addirittura che la pillola esiste. In realtà non si è fatto neppure il primo passo fondamentale, quello di un'informazione capillare e dettagliata. E allora troppe donne continuano a sostituire l'aborto all'anticoncezionale». A poco sarebbe quindi servito il milione di opuscoli sull'uso degli anticoncezionali fatti distribuire qualche mese fa dalla Garavaglia. Né grande eco avrebbe avuto l'appello delle scrittrici e attrici di «Controparola», Dacia Maraini in testa, che un anno fa esortava le donne a boicottare la Chiesa «antifemminista» di Wojtyla negandole nel 740 il tributo dell'8 per mille. Una situazione, nonostante i miglioramenti, di arretratezza; tanto che Bernardi, ancora un volta nel ruolo (necessario, benefico) del guastafeste, auspica: «Si dovrebbe seguire anche da noi l'esempio dei medici inglesi, mettere al sicuro le bambine: con le dovute cautele e con il loro consenso, naturalmente». Una proposta quanto meno «difficile» in un Paese in profondo mutamento e dove la Chiesa stessa è lacerata, su questo terreno: perché all'opposizione recisa del Vaticano sull'uso degli anticoncezionali si sa che corrispondono, nella pratica, le frequentissime assoluzioni dei suoi ministri alle «peccatrici». Altro che quieto e assestato: l'orizzonte della pillola continua a essere se non in burrasca, per lo meno in grande movimento. Lo stesso Gregory Pincus non se ne stupirebbe. Quando nei 50 il biologo americano, ebreo di origine russa, scoprì che con una terapia progestinica poteva essere bloccata ogni mese l'ovulazione nell'apparato genitale della donna, sapeva di star per lanciare una bomba nel mondo cosiddetto civile. E bomba fu: sin dagli anni '53-'54 appena cominciarono a trapelare i risultati dei primi esperimenti, e soprattutto dal '56 nel momento in cui essi divennero «ufficiali» grazie alla disponibilità di un gruppo di donne portoricane (anche la storia della pillola è cominciata con una sorta di razzismo, con il sacrificio, come sempre, dei più deboli). Dosi di progesterone a quel tempo micidiali ma liberatorie: ed era questo, l'uscita da una schiavitù biblica, che contava più della prudenza, talvolta più della fede religiosa, per le donne di tutto il mondo: «Il riscatto dal destino biologico - rievoca la psicologa Jole Baldaro Verde -, dalla maternità troppe volte subita, frutto del dovere coniugale, dello stupro, della violenza. La pillola ha spostato completamente il "significato della sessualità": per la prima volta nell'universo femminile è entrata una parola tabù, l'eroticità». Nel suo fulmineo giro del mondo, l'anticoncezionale di Pincus tocca subito anche l'Italia dove arriva sottobanco nei primi Anni 60, con l'etichetta di strumento terapeutico per varie disfunzioni, e viene liberalizzata soltanto nel '71 quando la Corte Costituzionale cancella l'articolo del codice che punisce la contraccezione come «reato contro la stirpe». Un provvedimento che difficilmente sarebbe stato preso così in fretta senza il '68 e senza la spinta fortissima dei movimenti femministi (benché non tutti, e ancora oggi, sulle medesime posizioni), e nonostante l'effetto lacerante della Humanae vitae con la quale Paolo VI cancellava ogni possibilismo cattolico nei confronti del contraccettivo. «Prendere in mano la nostra vita, sentirci padrone di noi stesse: la pillola è stata un elemento dirompente - racconta la scrittrice Clara Sereni - Della pillola ero una propugnatrice benché il tema della sessualità libera, alla fine dei 60, fosse visto abbastanza male anche dalla sinistra. Indubbiamente andavamo contro tutto, eravamo scomode, nella liberazione sessuale c'era e ci doveva essere una forma di disordine, c'era anche un buttarsi via, qualche volta. Ma in quegli anni di fuoco il rapporto sessuale era diventato un mezzo potentissimo di conoscenza e di comunicazione, si era accettata l'idea che fosse un linguaggio, che darsi piacere facesse parte della vita e non solo dell'amore. Oggi, a distanza, siamo tentate di vederla come l'epoca dei "troppi ormoni", invece è l'epoca in cui è stato introdotto un fattore rivoluzionario talmente forte che continua a marciare, insesorabilmente...». La carica ormonale del contraccettivo diventa di anno in anno più leggera, sino a diminuire di 80 volte rispetto al periodo iniziale, la formula è sempre più raffinata e «mirata» mentre nasce e provoca dibattiti planetari la «pillola del giorno dopo», la francese Ru 486, detta anche la «pillola abortiva». Si continuano a studiare il vaccino e il «pillolo» destinato all'uomo, che però, lo conferma Marcello Bernardi, «è ancora lontano dalla realizzazione»; intanto il pianeta entra, tragicamente, nell'era Aids. «Così - commenta la Sereni - la liberazione sessuale resta, per le donne, in un certo senso, incompiuta. Dopo l'esplosione dei 70, si stava cominciando negli 80 a costruire un equilibrio nei nuovi rapporti sessuali: l'Aids ha come fermato una maturazione che prometteva di portare frutti ben oltre le camere da letto». I frutti ci sono: senza la Pincus e le sue sorelle l'avanzata femminile verso il potere extra moenia (sì, chiamiamo le cose con il loro vero nome) non sarebbe neppure cominciata. Ma la lotta è tuttora tremenda e duplice: è la lotta della donna con se stessa nel suo bisogno di bloccare e contemporaneamente di accertare la propria capacità di dare la vita; ed è la lotta dell'uomo con se stesso per vincere l'enorme sgomento di non poter più essere lui a decidere... Così, secondo Jole Baldaro, «oggi è più difficile diventare uomo che diventare donna». Forse la cosa più difficile è diventare una madre. Mirella Appiotti //pediatra Bernardi: «ancora troppe quelle che scelgono di abortire» è cambiato ne A sinistra, Etienne Beaulieu Sotto, un manifesto ii Gl ministro Garavaglia responsabile dell'opuscolo sugli anticoncezionali A sinistra, Etienne Beaulieu Sotto, un manifesto

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