«Mi hanno violentata due naziskin» di Maria Corbi

Agguato alla studentessa, caccia alle teste rasate Roma, gli inquirenti indagano anche negli ambienti degli ultra di calcio «Mi hanno violentata due naziskin» Agguato alla studentessa, caccia alle teste rasate ROMA. E' chiusa in casa protetta dai genitori e dai fratelli. Ancora sotto choc, D.M, la ragazza di diciott'anni violentata martedì mentre andava a scuola, è riuscita a fatica a collaborare con la polizia. Le descrizioni che ha fornito dei suoi carnefici, però, sono abbastanza precise. Oramai è chiaro che si tratta di due naziskin. Avevano le teste rasate, portavano il giaccone bomber nero e uno dei due aveva sulla mano una svastica tatuata. La funzionaria della mobile che si occupa del caso, Daniela Stradiotto, ha mostrato a D.M che non aveva mai avuto rapporti sessuali - molte foto di pregiudicati, di persone comunque note in questura di ultra laziali e romanisti. I colpevoli della violenza potrebbero infatti venire dalle bande di tifosi di ispirazione nazi che popolano gli spalti dell'Olimpico la domenica. Probabilmente i due ragazzi aspettavano proprio lei, D.M. bellissima, di buona famiglia - il padre è commerciante - e dai modi gentili. Per i due teppisti, senza violenza sarebbe rimasto un sogno irrealizzabile anche parlarle. A nulla è valsa la disperata resistenza della ragazza. Dopo averla trascinata tra i baracconi delle giostre di via Perù, hanno dovuto tramortirla con le botte. E mentre uno la teneva ferma l'altro la stuprava. Le urla non sono servite a salvarla. Nessuno è arrivato. Tutto si è svolto nell'indifferenza del quartiere, il villaggio Olimpico, uno strano posto schiacciato tra le due zone più chic di Roma, eppure squallido e pericoloso. Una specie di Bronx della capitale dove di notte trovano posto, prostitute, travestiti, spacciatori, drogati e coppie in cerca di intimità. Di giorno la situazione migliora di poco. E la gente ha paura. Ma i ragazzi il pericolo lo conoscono. Per questo preferiscono camminare in gruppo. E di solito anche D.M. aveva compagnia. «Ogni mattina - racconta uno studente - scendiamo in gruppo per quella scalinata dove c'è stata l'aggressione. E' stato proprio un caso che D.M. si trovasse sola». La guardia giurata della Mondialpol che ha soccorso per primo D.M. non si capacita di come in pieno giorno «nessuno abbia visto e nessuno abbia soccorso la ragazza che girava in lacrime per le strade del villaggio Olimpico sotto choc». «Da dove l'hanno violentata racconta la guardia Alessandro Bucchi - a dove l'ho raccolta io c'è un bel tratto di strada. Era impossibile non notare quella ragazza con il volto tumefatto e insanguinato. Piangeva a dirotto, i singhiozzi la strozzavano e lei non riusciva a parlare». Le poche parole che ha detto all'arrivo della polizia sono state «teste rasate» e «violenza». Poi il silenzio. Un mutismo carico di dolore e di rabbia. E rabbia la provano anche i compagni di scuola di D.M. «Non capisco come qualcuno possa fare una cosa simile», si è sfogato un amico fra le lacrime. «D. è così gentile, e ha un sorriso così dolce», racconta un altro. «Non era mai stata con un ragazzo e adesso dopo questa violenza ho paura che si chiuderà in se stessa e rifiuterà l'amore». Ma al liceo scientifico della ragazza, l'Azzarita, si parla poco volentieri. Tutti vogliono proteggere l'amica: «Lasciatela in pace, non dite il suo nome, è stata già violentata, non lo fate anche voi», prega una compagna di classe di D.M. L'unica cosa che conta adesso, dice la preside, «è accogliere nel miglior modo possibile D.M quando tornerà a scuola. Ne ho parlato con i ragazzi, sarà una prova dura. Speriamo di riuscire a farle comprendere tutto il nostro affetto e la nostra solidarietà e soprattutto che non deve vergognarsi di quanto le è capitato». All'Azzarita hanno respinto con forza il sospetto di avere tra i propri iscritti i responsabili della violenza. «Questa è una scuola dove non ci sono ragazzi violenti e potrei azzardare neanche ragazzi maleducati», ha subito precisato una collaboratrice della preside. E oggi a scuola ci sarà un'assemblea. Si parlerà di D.M ma anche del bisogno di maggior controllo nella zona da parte delle forze dell'ordine. Sulla vicenda, ieri, è intervenuto anche il questore di Roma Fernando Masone. «Ci rendiamo conto - ha detto - che è necessario ridare fiducia alla gente». Fino ad allora è certo che davanti alla scuola di D.M. saranno sempre più numerosi i genitori che andranno a portare e a riprendere i propri figli. Una precauzione dettata dalla paura, che già ieri molti hanno seguito. Maria Corbi

Persone citate: Alessandro Bucchi, Azzarita, Daniela Stradiotto, Fernando Masone

Luoghi citati: Roma