In un successo di Hollywood il dramma vissuto a Caselle di Maurizio CostanzoAlessandra Pieracci
Blitz nato davanti al video Blitz nato davanti al video In un successo di Hollywood il dramma vissuto a Caselle Antonio Ronzano voleva andare in tv, al «Maurizio Costanzo Show» di Canale 5, per raccontare di sé e della sua lunga ricerca della madre naturale. E dalla tv ha preso l'idea per la sua folle impresa. Antonio, racconta la madre, aveva passato tutta la notte di lunedì a vedere un film, «58 minuti per morire», trasmesso da Canale 5 alle 20,40. L'aveva registrato e poi rivisto fino a impararlo a memoria, fino a pensare di poter lui stesso recitare quel copione. «58 minuti per morire», diretto da Renny Harlin, si intitola in originale «Die Harder». Girato nel 1990, è il seguito di quel «Die Hard» che tanto successo aveva avuto sia negli Stati Uniti sia da noi, tradotto in «Trappola di cristallo». Protagonista un attore dee iato a diventare immediatanu > ri nuovo sex symbol maschile ' Hollywood: Bruce Willis, marito dell'altrettanto fascinosa Demi Moore (quella di «Ghost» e «Proposta indecente»). In «58 minuti per morire» Willis impersona un tenente della polizia di Los Angeles, John McClane, una sorta di eroe degli aeroporti famoso per aver salvato un gruppo di passeggeri sequestrati in Giappone. E' Natale, lui sta aspettando il volo con cui arriverà la moglie. Ma mentre aspetta, al bar, comincia a notare qualcosa che non quadra: strani individui tutti forniti di pacchi regalo, una faccia nota alquanto patibolare che gli ricorda qualcosa di spiacevole. Il misterioso individuo è un colonnello statunitense radiato dall'esercito che vuole liberare un generale sudamericano, boss del narcotraffico (è Franco Nero) estradato in Nord America come Noriega. Il piano è semplice: isolare completamente la torre di controllo in modo che non possa più comunicare con gli aerei in fase di avvicinamento e ricattare le autorità per ottenere un apparecchio speciale con cui fuggire. Tagliati i cavi di alimentazione elettrica, fatti esplodere antenne e ripetitori, ecco che la complessa macchina dell'aeroporto è completamente in balia dei terroristi. Che però hanno fatto i conti senza il prode tenente il quale, da solo, un po' per la Patria e un po' per la Famiglia, riesce a sconfiggere persino l'unità speciale dell'esercito rivelatasi complice del colonnello radiato. In un crescendo di violenza (un aereo viene fatto schiantare al suolo per una strage «dimostrativa) Bruce Willis-McClane lotta corpo a corpo su un nastro trasportatore in cui il cattivo finisce stritolato, uccide un avversario ficcandogli in un occhio un ghiacciolo tagliente, si proietta fuori da un velivolo un attimo prima dell'esplosione, si sfrena in sparatorie assordanti. Il film affronta un po' di tutto: l'attualità politica, il terrorismo di Stato, l'invadenza dei media che, per colpa di giornalisti poco scrupolosi, registrano gli eventi ma anche li dilatano e li mistificano, provocano conseguenze colpose, la superiorità dell'intelligenza umana (buona) sulla tecnologia (cattiva). Nonostante l'esagerazione quasi parodistica e il ritmo da videogioco, negli Stati Uniti il film fu accusato di violenza diseducativa e cattivo esempio. Canale 5 l'ha trasmesso opportunamente «bollato» per evitare la visione ai più piccoli. Alessandra Pieracci
Persone citate: Bruce Willis, Demi Moore, Franco Nero, Noriega, Renny Harlin
Luoghi citati: Caselle Antonio, Giappone, Hollywood, Los Angeles, Nord America, Stati Uniti
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