«Dico la verità, ma non a rate»

«Dico la verità, ma non a rate» «Dico la verità, ma non a rate» Greganti: la mia condotta fa da esempio «Si IL SIGNOR G E IL SUO MODELLO SMILANO IGNOR Primo Greganti buon giorno, posso leggerle i titoli dei giornali? «Prego». Leggo qui e là: «Fa scuola il modello Greganti», «Ecco un altro signor G», «Spunta il compagno M», «Il pds trova un altro Greganti», «Ecco il nuovo Greganti»... «Basta, la prego...». E tutti questi titoli non si riferiscono a lei ma a Renato Morandina, quello dei nuovi conti svizzeri... Lei ormai è diventato proverbiale, che effetto le fa? «Di ammirazione per la fantasia di voi giornalisti». E a parte questo? «Si vede che la mia condotta è diventata un esempio. Me ne compiaccio». La sua condotta con i giudici? «Sì. Dato che ho sempre detto la verità...». Quindi lei è un esempio positivo? «Magari non per voi, ma per me sì». E per i magistrati? «Ogni mio interrogatorio è stato un contributo alla verità. Si riguardi i miei fascicoli, ho avuto tre regole ferree fin dall'inizio, e l'inizio vuol dire San Vittore. Primo: dire la verità. Secondo: documentarla. Terzo: dire tutto senza aspettare che fossero i giudici a contestarmi silenzi o omissioni. Chieda a Di Pietro, non ha mai trovato nulla che io non gli avessi detto prima, lo sono l'eccezione in questa storia infinita di tangenti». E la regola qual è? «La regola è la verità a rate». Parla di Carlo Sama? «Parlo di Sama, parlo di tutto il processo Cusani. Dov'è la verità intera? A ogni udienza, a ogni nuovo interrogatorio, ne salta fuori un nuovo pezzetto». Lei Morandina lo conosce? «Non sapevo neanche che esistesse». Perché lo associano a lei? «Immagino perché si sta assumendo le sue responsabilità. La mia condotta processuale è stata questa, non ho mai pensato di diventare un esempio, non ho mai pensato di diventare un eroe. Ne avrei fatto volentieri a meno, mi creda». Il suo nome è ricomparso nella lista degli indagati a Roma. «L'ho saputo oggi dalle agenzie». Teme di rientrare in carcere? «Io non temo niente. Se si aspettano che io scappi a Santo Domingo, si sbagliano di grosso. Non sono fatto di quella pasta là». Pasta socialista? «O democristiana, veda lei». Resterà a disposizione «Dato che non ho nulla da nascondere, sì». Craxi gira per le procure con i fascicoli per denunciarvi. «Siamo uno strano Paese». Prego? «In questa inchiesta parlano troppi morti, e alcuni di questi morti non stanno neanche dentro alle casse». Secondo lei la magistratura sta tirando dritto o slitta? «Posso solo darle un parere da spettatore...». Di prima fila però... «Di prima fila..., purtroppo sì: nella cosiddetta inchiesta Mani Pulite la magistratura si è mossa a volte forzando il codice, a volte molto al di là del codice». Si riferisce agli arresti facili? «Non solo agli arresti, ma anche al gioco delle notizie filtrate, dei verbali ai giornali, delle indiscrezioni, delle dichiarazioni francamente spropositate...». Per esempio le esternazioni di Borrelli? «Magari fosse solo Borrelli. Per quello che mi riguarda, ho dovuto subire un vero proprio linciaggio pubblico alimentato da notizie false, ma giustificate dai "potrebbe", dai "sarebbe", dai "si dice"». C'è un rimedio? «Non so quale, ma lo si dovrà trovare e anche in fretta». Secondo lei le inchieste dovrebbero fermarsi in tempo di elezioni? «No, credo proprio di no. E neanche sarebbe giusto». Molti temono che i giudici interferiscano troppo con la campagna elettorale. «Questo è lapalissiano. Oggi basta un avviso di garanzia per cancellare un uomo politico o addirittura un intero partito... Ecco spero che la magistratura sappia quello che sta facendo, che ne tenga conto». Però senza fermarsi... «Dato che sono una persona realista, le dico che oggi nessuno sarebbe in grado di fermarla, quindi il problema non si pone». Non si pone oggi, ma domani? «Dopo le elezioni?». Quando ci sarà il riassetto dei poteri... «Non credo al riassetto dei poteri, credo che ci sarà un bel po' di turbolenza anche dopo, credo che qualcuno dovrà occuparsi di ricostruire questo Paese prima che sia troppo tardi. In questa storia c'è tanta gente che gioca lealmente, ma tanti altri che giocano solo allo sfascio». Lo sa che la Lega vuole fondare un «Club Greganti»? «Ah, sì? Forse perché si vergonano troppo di fondare un "Fan Patelli"». Pino Corrias «Ma non ho mai pensato di diventare un eroe» «Qui parlano troppi morti, e alcuni di questi non sono neppure ancora nelle casse» Primo Greganti: «Ogni mio interrogatorio è stato un contributo alla verità. Ho detto tutto, Il procuratore della Repubblica di Milano Francesco Saverio Borrelli

Luoghi citati: Roma, Santo Domingo