Bufera sul pds veneto

Venezia: per un giro di false fatturazioni da 350 milioni, avviso anche a Stefanini e due deputati Venezia: per un giro di false fatturazioni da 350 milioni, avviso anche a Stefanini e due deputati Bufera sul pds veneto Inquisiti tutti i segretari provinciali VENEZIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il pds veneto è ormai nella bufera. Ieri sono piovuti 13 nuovi avvisi di garanzia, con i quali vengono chiamati in causa per truffa, ricettazione e finanziamento illecito il tesoriere nazionale Marcello Stefanini, due deputati che hanno ricoperto incarichi nel gruppo parlamentare, tutti i segretari di federazione. Piove sul bagnato. Perché solo una settimana fa uno degli uomini più importanti della Quercia nel Veneto, l'eurodeputato Cesare De Piccoli, era stato indicato come il destinatario di un finanziamento di 200 milioni depositato da una società della Fiat su due conti svizzeri. E giusto due giorni fa si è presentato al giudice Di Pietro un altro pezzo da novanta del partito, Renato Morandina, maestro in pensione, per scagionare De Piccoli, comunicando che quei conti cifrati erano intestati a lui. Con le notizie che giungono da Roma sul conto del numero due Massimo D'Alema il pds si presenta, dunque, molto debilitato al prossimo appuntamento elettorale. Specie qui nel Veneto. Rottura quasi definitiva con Rifondazione comunista, che non ha firmato le liste dei candidati e indebolisce così il polo progressista. E poi, l'opinione pubblica che comincia ad essere attraversata da dubbi amletici. L'ultimo fulmine, dunque, ieri. Il giudice delle tangenti Carlo Nordio ha scoperto che i fondi che il Parlamento versa a ciascun deputato per i cosiddetti portaborse, attraverso un giro di fatturazioni ritenute fasulle finivano nelle casse delle federazioni provinciali. Un giro di 350 milioni l'anno per il solo Veneto, ma un sistema probabilmente applicato in tutta Italia. Quei fondi per i portaborse vengono corrisposti ai deputati sulla base di ricevute e fatture. Così prevede la legge. Il pds, se¬ condo il magistrato, si faceva rilasciare invece quietanze dalle associazioni, dopo averle costituite apposta per aggirare la legge, in realtà foraggiando i propri organismi periferici. Oltre a quello di Stefanini, il tesoriere già chiamato in causa dai giudici milanesi di Mani pulite per evasione fiscale sul patrimonio immobiliare della Quercia, fra gli avvisi di garanzia di Nordio c'è il nome del deputato Guido Alborghetti, segretario amministrativo del gruppo alla Camera. Sarebbe lui l'autore della direttiva interna che disponeva l'assegnazione alle federazioni del 60 per cento dei fondi del finanzia¬ mento pubblico per i portaborse. Come lui, viene coinvolto il suo successore Renato Grilli. Ci sono poi i segretari provinciali Angelo Zennaro di Venezia, Milvia Boselli di Padova, Luciano De Bianchi di Treviso, Nicola Muraro di Vicenza, Silvano Stellini di Verona, Ilario Venturelli di Belluno; e i presidenti delle associazioni che fornivano i cosiddetti servizi ai parlamentari Delia Murer, Giancarlo Brunello, Pietro Cazzaniga, Paola Buttazzoni. Il segretario di Rovigo Gianni Magnan è già inquisito per un episodio simile. Il pds reagisce come una bel- va ferita. Il segretario regionale Elio Armano usa proprio termini meteorologici: «Le rivelazioni, i colpi di scena, gli avvisi di garanzia come se piovesse, il segreto istruttorio rivelato in diretta sembrano ormai appuntamenti immancabili. Dal vaso di Pandora escono continuamente notizie inquietanti. Che pensare di questa sistematica concentrazione di coincidenze con la campagna elettorale in una regione dove rispetto al Nord i progressisti hanno più possibilità contro il leghismo e la destra?». Insomma, una distinzione rispetto alle tangenti della de e del psi e un'accusa neanche tanto velata ai giudici di ingerenza nei fatti della politica. Il consigliere regionale Giorgio Gabanizza intuisce il pericolo elezioni e invia una lettera aperta al segretario di Verona Stellini perché «infranga la giusta regola che gli indagati non si devono presentare alle elezioni e mantenga la sua candidatura alla Camera». Troppo tardi: Stellini si è già ritirato, insieme all'altro segretario inquisito-candidato Muraro di Vicenza. «Non bisogna offrire agli elettori argomenti di polemica - dice il segretario -, la gente deve distinguere i ladri veri da quelli falsi. Giuridicamente l'iniziativa di Nordio è estremamente superficiale». Il segretario di Rifondazione comunista Giuseppe Santillo si limita a dare la propria solidarietà al pds, diverso nella sua storia dalla de e dal psi, ma chiede che reagisca facendo chiarezza e pulizia al proprio interno. Marilena Mann, segretario della Liga Veneta, invece infierisce: «La gente si chiedeva come mai ancora non si fosse trovato nulla sul conto del pds. Questa inchiesta lo mette alla pari con tutti gli altri partiti del vecchio regime, un potere che hanno sempre gestito insieme. Altro che mani pulite». Mario Lollo Il partito replica «Strane coincidenze con le elezioni» Nella foto grande il «tesoriere» del pds Marcello Stefanini, qui accanto il giudice veneziano Carlo Nordio