Va bene l'orario, non lo stipendio
Va bene l'orario, non lo stipendio Sondaggio su 1418 metalmeccanici assunti con contratto di formazione Va bene l'orario, non lo stipendio Igiovani disposti a lavorare meno per solidarietà E' soddisfatto dell'orario di lavoro, ma si ritiene sottovalutato professionalmente ed è convinto di ricevere una retribuzione troppo bassa. Non continua gli studi, ma chiede corsi di qualificazione professionale. E' l'identikit del giovane operaio metalmeccanico disegnato dalla Fim-Cisl sulla base di un questionario consegnato a 2500 lavoratori di piccole e medie aziende della regione. Hanno risposto 1418 addetti di età inferiore ai 35 anni, in gran parte operai assunti con contratto di formazione: gli esiti dell'indagine serviranno alla Firn Cisl in vista del rinnovo del contratto nazionale della categoria. Bruno Mezzomo, segretario regionale della Firn, ha illustrato i risultati del sondaggio: «Non piace il part-time, boccia¬ to dal 71% dei giovani operai. Il 54% è soddisfatto dell'orario di lavoro, ma il 47% sarebbe disponibile a modificarlo se si trattasse di ridurre l'orario per salvaguardare l'occupazione». Più della metà dei giovani operai è interessata a corsi di formazione professionale, anche se solo il 7% è studente. Il 32% frequenterebbe i corsi anche se organizzati in ore extralavorative e non retribuiti. Il contenuto professionale del proprio lavoro è insoddisfacente per il 57,4% dei giovani operai: il 50% si ritiene sottovalutato rispetto ai colleghi, il 62% crede che gli attuali livelli previsti dall'inquadramento contrattuale misurino ingiustamente la professionalità di ognuno. Lo stipendio è soddisfacente solo per il 22% dei gio- vani, che sono pessimisti sulla possibilità di crescita professionale all'interno della propria azienda. La crede possibile solo il 25% degli operai. Nulla o quasi capiscono i giovani di problematiche previdenziali: le domande su quesio tema sono state spesso lasciate in bianco sui questionari, e l'81% ha dichiarato che non si sta costruendo una pensione integrativa. Bassa (l'll%) la quota di lavoratori che vorrebbe un utilizzo collettivo delle 150 ore di permessi retribuiti: il 55% preferisce un uso individuale. «Segno - dice Mezzomo del fatto che le proposte formulate negli ultimi anni, mirate soprattutto a facilitare il conseguimento della licenza media, non soddisfano più. I lavoratori chiedono corsi più qualificati».
Persone citate: Bassa, Bruno Mezzomo, Mezzomo
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