Isolde la più giovane sul podio
Isolde/ la più giovane sul podio Isolde/ la più giovane sul podio SuperG: bene la Gallizio, male la Compagnoni LILLEHAMMER DAL NOSTRO INVIATO Non era la pista per lei, avevano sentenziato con ironia un po' canaglia le sue compagne. E meno male. Isolde Kostner, con quella sua aria da aspirante massaia, il volto largo e burroso aperto in un eterno sorriso, ha fatto finta di niente, ha incassato ridendo e si è vendicata in pista, ammesso che il termine vendetta abbia un senso fra queste ragazze, dicono loro, legate da affetto profondo. Però, a ben vedere, le amiche di Isolde l'avevano combinata grossa negando alla fanciullona i favori del pronostico, specie Bibi Perez, la più scettica, ovviamente costretta al pubblico mea culpa dopo che la compagna, sulla pista che avrebbe dovuto punirla, ha vinto fra meritatissimi applausi il bronzo del superG. Una medaglia storica, fra l'altro. Isolde è ora in assoluto l'atleta azzurro più giovane a salire sul podio olimpico nella lunga storia dei Giochi invernali: è na¬ ta a Bolzano il 20 marzo 1975, ha 18 anni e 332 giorni. Nel cielo d'Italia c'è una nuova stella. Poteva anche essere d'argento, la medaglia, anzi l'argento sembrava sicuro, già al collo della ragazza di Ortisei. E' partita con il numero due, ha fatto il secondo tempo dietro a Diann Roffe, americana di East Burke, oro in gigante ai Mondiali di Bormio '85, poi è rimasta per oltre un'ora con ansia e speranza crescenti ad aspettare le altre. L'ora più lunga della sua vita. Deborah Compagnoni, la cam- Attesa intorno al caso KerriganHarding. Le due pattinatrìci si dovranno allenare insieme. Pare che la Kerrigan sia preoccupata perché la rivale ha detto di volere un calo di tensione e di sapere come si fa a rompere il ghiaccio. pionessa di Albertville, ha fallito l'appuntamento con la storia, troppi errori, Katja Seizinger è volata fuori pista, Bibi Perez è finita contro una porta, Perniila Wiberg è stata più lenta. E il sogno di una medaglia diventava sempre più reale e vicino. Ancora due pericoli per Isolde, le slovene Dovzan e Pretnar, cadute dopo l'intertempo, mentre Morena Gallizio, brava, si piazzava alle spalle della Wiberg. «Ho pensato che potevo salire sul podio dopo le prime venti, ma prima di fare salti di gioia mi sono detta che dovevo aspettare fino al numero 35» ha spiegato Isolde alla fine. Gli occhi nocciola erano spalancati ad afferrare ogni particolare. Ma con il numero 35, proprio l'ultimo pericolo, è scesa la russa Svetlana Gladischeva, una discesista, e per un centesimo di secondo, meno di un palpitar di ciglia, ha strappato all'azzurra la medaglia d'argento. Isolde terza, Morena quinta, grande giornata comunque. Peccato per Bibi, che ha promesso riscatto, e per Deborah, che ha riconosciuto gli errori e i rimpianti. Siamo certi che andrà in medaglia in gigante. Ma intanto ha dovuto lasciare lo scettro del superG. «Sembra che Isolde non sappia sciare sul difficile, invece ci sbagliamo tutti. Lei è giovane, è forte e lo diventerà sempre di più» ha detto Deborah passando le consegne, in un certo senso, e lanciando nel gran mondo dello sci la sua talentuosa sorella. Un mese fa, anche meno, solo pochi intimi conoscevano una sciatrice di nome Isolde Kostner. Ma da quando è salita sul podio, nella tragica libera di Garmisch, la giovane campionessa non è più scesa. Un caso quasi unico. Prima in discesa a Garmisch e a Sierra Nevada, seconda in superG ancora a Sierra Nevada, terza ieri ad Olimpia, sulla difficile pista di Kvitfjell: e adesso? ((Avrei l'intenzione di restarci anche per la libera» ha detto con sincerità, non con ingenuità. Isolde ha le idee chiare: «Pensa- vo di aver sbagliato nella parte tecnica, invece ho perso nel finale, proprio dove avrei dovuto andare più forte: evidentemente in questi ultimi giorni ho imparato a fare le curve». Isolde vive a Ortisei, dove ha infilato i primi sci all'età di tre anni. La mamma Olivia è casalinga, il papà Ulrico è policromatore, vale a dire che dipinge le statue di legno. Lei lo aiuta. Gli amici gardenesi, l'altro giorno, hanno fatto un TotoIsolde. Hanno scritto le previsioni su un foglietto. «Ma ho prega¬ to i mei genitori di non farmi sapere i loro pronostici» ha detto la piccolona. Il padre aveva detto tredicesima, la mamma quinta. Prima della gara Isolde è stata per un'ora e mezzo in ricognizione, a studiare la pista e soprattutto le curve. «Per me è importantissimo capire il tracciato» ha spiegato. Mica male. Vuol dire che ha cervello. «Mi piace il superG. Più della discesa. Ieri sono stata più furba delle altre: ma forse potevo esserlo di più». Carlo Coscia
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