Spettatore vieni alla cattedra di Osvaldo Guerrieri

E 12 Cenerentole alla ricerca del loro autore In scena a Genova «Classe III B», esperimento teatrale che piace al pubblico Spettatore, vieni alla cattedra Sadismo, umorismo e lezioni molto demenziali GENOVA DAL NOSTRO INVIATO Il teatro-non-teatro a cui Tonino Conte ama spesso dedicarsi con quella sua vena d'improntitudine, ha toccato questa volta un punto estremo. «La classe III B», scritta con Claudio Nocera e in scena fino al 19 nell'Agorà del Teatro della Tosse, appartiene a un genere di ardua definizione: senza dubbio è teatro di prosa, ma è anche happening, cabaret, parodia, improvvisazione. E non è detto che durante le repliche lo spettacolo conservi questo rissosa tramatura e si offra sempre uguale a se stesso. Anzi siamo quasi certi che ogni recita sia un «unicum». Infatti sono molte le variabili che possono condizionare e governare la rappresentazione. La più rilevante sta proprio nella classe: quaranta volontari che accettano di sedere sui banchi e di fare da spalla ai professori-attori che, dalla cattedra, effondono le loro lezioni, interrogano con proditoria crudeltà, minacciano note a casa e voti vergognosi. E' chiaro che la riuscita della serata dipende in buona parte dagli scolari, dalla prontezza del loro umorismo e dai loro minuscoli sadismi. La classe del debutto era ottima: signori, signore e signorine in grembiulino e colletto bianco so¬ no entrati immediatamente nello spirito dell'operazione. C'è stato un momento in cui sembrava che la classe stesse per diventare la vera protagonista dello spettacolo, infatti cominciava a profilarsi qualche macchietta e prendeva ad aleggiare, insieme con gli aeropianini di carta, qualche tormentone. Era anche nato il classico capro espiatorio: veniva chiamato Capurro, ma alla fine tutti scoprirono trattarsi dell'assessore ai Giardini e foreste di Genova, Piero Villa. Insomma, un vero bailamme e un vero rovesciamento delle parti, con momenti gustosi e altri che attendono qualche aggiustamento. Ciò che Conte e Nocera ci presentano è una verosimile mattina scolastica, col bidello (lo stesso Nocera) che cerca di calmare i riottosi imponendo la propria di¬ gnità razionalistica: «Non voglio invecchiare in un mondo zotico e ignorante; bidello sì, ma illuminista». Peccato che, a volte, tra una lezione e l'altra, si abbandoni a ingovernabili digressioni. C'è poi il professore di Matematica (Giuliano Fossati), che dà subito un compito in classe di cui lui stesso non trova la soluzione. C'è la professoressa di Italiano (Carla Peirolero), fanatica del Carducci, che si accende di passione non soltanto poetica all'idea della chioma leonina e del vigore fisico del Vate: uno dei momenti più irresistibili della serata. C'è la professoressa d'Inglese (Bruno Cereseto «en travesti»), fanatica della pronuncia e vigile sui tranelli della lingua: peccato che la classe dimostri di saperla lunga e renda innocui i trabocchetti. C'è l'insegnante di Storia (Myria Selva), che odia visceralmente Anita Garibaldi; quello di Religione (Claudio Orlandini), prete temporalesco che, sotto la tonaca, nasconde il costume di Superman; quello di Musica (Giampiero Alloisio), a cui la cecità non impedisce di organizzare un concerto per voci, mani e piedi. Infine c'è l'insegnante di Educazione Fisica (Laura Albano), morbida apparizione paradisiaca, che trascina la classe nel ballo del trenino sulle note del felliniano «Bevete più latte». Un gioco. Dimostra la voglia di partecipazione del pubblico e eleva a dignità drammaturgica le possibilità creative del caso. Con gli scolari giusti (cioè spiritosi e intelligenti) e con l'eliminazione delle sacche morte sarà fantastico. Imitare per credere. Osvaldo Guerrieri Bruno Cereseto uno degli «insegnanti» messo in scena dalla «Tosse» a Genova

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