«Il mio pomeriggio da inferno» di Claudio Vimercati

«Il mio pomeriggio da inferno» OSTAGGIO DEI TEPPISTI «Il mio pomeriggio da inferno» Savona, parla la ragazza epilettica SAVONA ANNO cominciato a darmi fastidio, a fare delle avances. A tirarmi i capelli e a darmi i calci. Uno mi ha dato uno spintone. Ho detto loro di lasciarmi in pace perchè lo fanno sempre». Mirella F., la ventiduenne sofferente di epilessia, che sabato scorso è stata picchiata da cinque teppisti nel centro di Savona senza che nessuno dei passanti intervenisse, ricorda così le drammatiche sequenze del pestaggio. «Uno mi ha tirato i capelli continua la ragazza - mi ha trascinata per terra. Non ce l'ho fatta a fuggire. Mi hanno presa in piazza Sisto IV. Erano in sette o otto. Mi hanno rubato la borsa. Poi qualcuno mi ha tirato su. Volevano gettarmi nel bidone della spazzatura. Erano in quattro. Due mi tenevano, un terzo stava aprendo il coperchio. Sono riuscita a divincolarmi e a scappare». Ma la fuga è durata poche centinaia di metri. Mirella ha cercato di confondersi fra la gente che affollava i vicoli del centro storico. I teppisti l'hanno inseguita, raggiunta. «Mi hanno beccato nuovamente, vicino al cinema Astor. Mi hanno preso a calci e colpito con due pugni sulla guancia. Uno mi voleva bruciare i capelli con l'accendino. Poi sono scappati. Un anziano si è avvicinato e mi ha prestato i primi soccorsi». Poi l'hanno accompagnata in ospedale: «I medici sono stati tutti gentili. Hanno visto che ero spaventata e mi hanno dato un bicchiere d'acqua». Mirella si sta riprendendo. E' ancora agitata. Passa le notti insonni. I segni delle percosse sono ancora freschi sul volto e sul¬ le braccia. Al suo fianco ci sono i genitori, che non l'abbandonano neppure per un attimo. «E' stato un fatto grave - dice il padre - che non andava taciu to anche se forse gli è stato dato troppo risalto. Io penso che quei ragazzi volessero solo fare una bravata, ma non devono passarla liscia. Piuttosto mi sento vicino ai loro genitori e alla pena che stanno provando in questi momenti. Forse una ramanzina potrebbe bastare per fare capire a quei ragazzi che ciò che hanno fatto è sbagliato». Le indagini dei vigili urbani proseguono. Gabriele, Roberto, Fabio, Gianluca, Daniele, i cinque della banda accusati di concorso in lesioni volontarie aggravate, tentato sequestro di persona, violenza privata, saranno interrogati presto dai giudici del tribunale dei minorenni. Non hanno più, però, la baldan¬ za iniziale. Ora hanno paura. «Ma sono dei mostri, non trovo altre parole per definirli. Parlare di delinquenti sarebbe troppo poco»: è il commento del presidente dell'Anffas (Associazione nazionale famiglie fanciulli e adolescenti subnormali), Renzo Tornatore. Tre hanno incominciato a fare le prime ammissioni, solo due, gli irriducibili, continuano a negare. Uno, consigliato dal fratello più grande, si è trincerato in un silenzio impenetrabile: «Parlo solo in presenza dell'avvocato» ha detto ai vigili urbani. E i genitori dei ragazzini? Alcuni si sono lamentati con gli agenti municipali per il risalto dato alla notizia: «I nostri figli non sono mostri. Hanno commesso solo una ragazzata, uno scherzo di carnevale». Claudio Vimercati

Persone citate: Mirella F., Renzo Tornatore

Luoghi citati: Savona