«Noi uomini contro i partiti»

Boidi (commercialista), Gribaudo (pittore), Colombini (chirurgo) con Forza Italia Boidi (commercialista), Gribaudo (pittore), Colombini (chirurgo) con Forza Italia «Noi, uomini contro i partiti» Ad: occasione persa a sinistra II professor Mario Boidi, commercialista e operatore economico e il pittore-scultore Ezio Gribaudo sono probabili candidati al Senato per Forza Italia. Il chirurgo Edro Colombini è in corsa per la Camera con altri imprenditori e professionisti. Perché il Cavaliere di Arcore attira la società civile formato «cultura e lavoro»? Perché il mondo degli intellettuali tende a sfuggire ad un polo progressista, a Torino come altrove, mentre neppur tanto tempo fa dice Gribaudo - «vagheggiava a sinistra»? Spiega il pittore: «Secondo me i progressisti, nonostante tutte le diavolerie accadute in questi mesi, hanno continuato a privilegiare gli apparati di partito a scapito del movimento di opinione venuto avanti nel Paese. Quello di Berlusconi è appunto soltanto un movimento senza apparati. Dall'altra parte sono prevalsi i vertici dei partiti, i quali hanno scelto i candidati. Anche se non c'è ancora nulla di sicuro, io sono stato proposto da un gruppo di opinionisti che vuole lavorare per il rilancio del Paese. Niente di più. Se sarò eletto farò il parlamentare non per arricchirmi né per avere i benefici dell'apparato». Analogo il ragionamento di Edro Colombini, aiuto primario di chirurgia maxillo-facciale al Cto. «La nostra - afferma - è una scelta di libertà rispetto al vecchio sistema dei partiti. Per questo sono disponibile. Credo nel progetto di Forza Italia. Dopo un certo cammino, da alcuni anni stiamo andando indietro, al passo del gambero. E' tempo di cambiare sistema. La società civile l'ha capito. Per questo storce il naso di fronte al ripro¬ porsi di vecchi partiti e della vecchia politica». Pur da angolazioni diverse, gli stessi ragionamenti arrivano da esponenti della sinistra che guardano con perplessità ai candidati proposti al tavolo torinese del polo progressista, con la convinzione che «interessi di parte» abbiano soffocato la voglia di partecipare dei cittadini, soprattutto di quelli più impegnati nella cultura, nelle professioni e nell'industria. Dice Massimo Negarville, membro della direzione della Quercia e aderente ad Alleanza democratica: «In un certo senso ha ragione il segretario del pds Chiamparino quando dice che la società civile fugge e che di conseguenza i quadri di partito non possono far altro che sostituirla. Ma è un serpente che si morde la coda. Il problema vero è che nel polo progressista c'è stata una spartizione per quote di partito. Un tanto a me, un tanto a te decisi a Roma sulla testa della periferia, Torino compresa. Anche se poi, sotto la Mole, il pds ha protestato minacciando di formare una coalizione diversa: è stata una conversione inutile perché è avvenuta troppo tardi». Drastico il coordinatore di «Ad», Dino Barrerà: «Psi, pds e Rifondazione comunista hanno fatto un patto tra loro. A questo punto noi di Alleanza democratica non c'entriamo più nulla. L'accordo ha ucciso la voglia di impegnarsi di una società civile che non si riconosce più in quel metodo e non ci sta. Con un risultato ovvio per le candidature: segretari di partito presenti, intellettuali assenti». Giuseppe Sangiorgio «Al tavolo dei progressisti ancora troppo apparato» Qui a fianco Mario Boidi e da sinistra Ezio Gribaudo e Massimo Negarville

Luoghi citati: Arcore, Roma, Torino